Perequazione, il ministro Provenzano, la Sicilia, le infrastrutture e il dovere dell'eccellenza per il Sud - QdS

Perequazione, il ministro Provenzano, la Sicilia, le infrastrutture e il dovere dell’eccellenza per il Sud

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Perequazione, il ministro Provenzano, la Sicilia, le infrastrutture e il dovere dell’eccellenza per il Sud

lunedì 31 Agosto 2020

Fiscalità di vantaggio e risorse europee per eliminare le differenze nella spesa pubblica tra Nord e Mezzogiorno. Il segretario regionale dem Barbagallo accusa il governatore Musumeci di aver sostenuto il Federalismo fiscale e conferma la giornata si studio "per appianare il gap tra Sud e Settentrione". Fleres (Unità Siciliana), "Iniziativa da sostenere, ma senza infrastrutture non si potrà parlare di sviluppo". Villari, segretario provinciale dem "rimettere insieme sviluppo ed equità"

Il fatto che ritenga non corretto in termini numerici il calcolo di Eurispes – che nel suo rapporto 2020 ha parlato di una “rapina” da 840 miliardi in diciassette anni del Nord al Sud -, non significa che non ammetta il problema dei minori finanziamenti al Mezzogiorno. Anzi.

Giuseppe Luciano Calogero Provenzano,
detto Peppe, nato a San Cataldo, nel Nisseno, trentotto anni fa, prima di
diventare ministro per il Sud nel settembre dello scorso anno era il brillante
vicedirettore dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.
E proprio ai numeri di Svimez ha fatto riferimento nel parlare della
ripartizione dei finanziamenti tra Centro-Nord e Sud.  

Sebbene sia basato sui dati ufficiali
della Relazione annuale 2019 del Cpt (Conti Pubblici Territoriali), secondo
alcuni ricercatori il calcolo di Eurispes – che ovviamente non concorda –
sarebbe errato nell’impostazione.

E questo perché le risorse provenienti dallo
Stato sono solo una parte della spesa pubblica dello Spa (Settore pubblico
allargato), l’indicatore utilizzato.

Ma ciò non significa che i dati di spesa
Spa non certifichino un gap in termini di servizi essenziali pubblici tra il
Centro-Nord e il Sud del Paese.

La
relazione per l’audizione Svimez

Infatti, nella relazione presentata del
dicembre scorso durante l’audizione Svimez alla Commissione Finanze della
Camera – nell’ambito della “Indagine conoscitiva sui sistemi tributari
delle regioni e degli enti territoriali nella prospettiva dell’attuazione del
federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata” – si legge che
“La fonte Cpt consente di concludere che la ripartizione della spesa
regionalizzata evidenzia una sistematica violazione del principio di equità
orizzontale”. E nel caso di Spa, secondo il Cpt, citato da Svimez, il
rapporto è tra il 70,9 del Centro-Nord e il 29,1 del Meridione. Non solo: la
relazione Svimez spiega che “analizzando oltre allo Stato, gli altri Enti
della Pa … le classifiche regionali… smentiscono la vulgata di un eccesso
di spesa pubblica nelle Regioni meridionali”.

Il
dovere del Sud di puntare all’eccellenza

Insomma, come, ha sottolineato
Provenzano, da noi incontrato durante il suo tour siciliano di qualche giorno
fa, il Sud necessita comunque di spesa pubblica aggiuntiva.

Ma il Ministro ha ribadito come il
Mezzogiorno produttivo abbia il dovere di puntare sull’eccellenza, creando
sistemi che mettano in rete le aziende per valorizzare i territori, sostenuti
da una politica che sappia dare risposte. Soprattutto in termini
infrastrutturali.

“Con questa visione – ha detto – dobbiamo accompagnare le politiche di riequilibrio territoriale, quelle su cui io sono impegnato. Con strumenti straordinari come la fiscalità di vantaggio e come tutte le risorse che arriveranno con il nuovo corso che si apre in Europa. Risorse che devono anche consentirci di superare un ritardo storico, un disinvestimento al Sud che dura da troppo tempo, quando invece tanti attori privati, nel mondo del lavoro, hanno continuato a crederci”.

La
politica deve fare la sua parte

“Ora – ha concluso – anche la
politica deve fare la sua parte e noi siamo molto determinati da questo punto
di vista. Ma, diciamolo, la visione è altrettanto importante rispetto alle
risorse e agli strumenti che possiamo mettere a disposizione”.

Certo, Provenzano è consapevole del
fatto che l’apparato pubblico è “in costante o persino accelerato
declino”, come ha sottolineato proprio in questi giorni il presidente di
AnciSicilia Leoluca Orlando, che ha dichiarato la necessità, per rilanciare il
sistema produttivo e far ripartire l’economia del Mezzogiorno “di
investire su una maggiore presenza di professionalità, anche con contratti a
termine, nei nostri Comuni”.

Ridurre
il gap tra Centro-Nord e Sud

Insomma, il nodo rimane sempre quello
della perequazione per annullare, o almeno ridurre, il gap tra Centro-Nord e
Sud.

“Nel corso degli anni – ha affermato Anthony Barbagallo, segretario regionale dem – sono state sottratte al Mezzogiorno risorse consistenti. Il compito del Partito democratico è quello di appianare le differenze tra il Nord e il Sud e fare un’operazione di giustizia e verità anche per le generazioni che verranno”.

Un’iniziativa
dem con Provenzano

“Insieme con il ministro per il Sud
Provenzano – ha detto ancora, ribadendo un’intenzione annunciata con
un’intervista al Quotidiano di Sicilia – ci faremo carico nelle prossime
settimane di un’iniziativa proprio per sollecitare degli interventi precisi per
appianare questo gap”.

Il
torto del Federalismo fiscale

“E – ha aggiunto – per risanare i torti
che sono stati fatti, tra cui quello della legge sul federalismo fiscale votata
al tempo del governo Berlusconi con Musumeci sottosegretario”.

Nel marzo scorso, Rosario Faraci,
ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Catania,
aveva dichiarato al Quotidiano di Sicilia: “Privilegiando il triplice
meccanismo dei costi standard, della spesa storica e del calcolo del fabbisogno,
si è voluto dare di più a chi aveva già di più, di meno a chi possedeva di
meno”.

La circostanza sull’approvazione della
Legge sul Federalismo fiscale firmata dall’esponente della Lega Nord Roberto
Calderoli durante l’ultimo governo Berlusconi è stata confermata da Salvo
Fleres, già senatore di Forza Italia e in quegli anni componente della
Commissione Bilancio di Palazzo Madama.

Un’iniziativa
per fare chiarezza

“Questo spiegherebbe – ha affermato
– perché le Istituzioni regionali non abbiano ancora avviato iniziative per far
restituire alla Sicilia le somme sottratte. Credo dunque che iniziative come
quella assunte dal ministro Provenzano servano a fare chiarezza. Poco importa
la cifra. L’importante è calcolarla una volta per tutte e soprattutto perequarli,
distribuirli. E non in maniera frammentata senza che questo determini valore
aggiunto, moltiplicatore economico, ma restituirli in termini di opere
pubbliche, di infrastrutture, compreso il Ponte sullo Stretto”.

“Fino a quando il Sud e la Sicilia – ha sottolineato Fleres, sulla stessa linea di Provenzano – saranno a un terzo delle infrastrutture del resto d’Italia, non si potrà parlare di sviluppo. Ricordiamoci che mentre venivano costruite le quarte corsie autostradali al Nord si impediva di completare l’anello autostradale siciliano, mentre si realizzava l’Alta velocità in Sicilia in treno da Ragusa a Trapani si impiegano undici ore”.

Senza
infrastrutture non c’è sviluppo

“Senza infrastrutture – ha concluso
l’esponente sicilianista – qualsiasi intervento, anche quello che riguarda l’abbattimento
del costo del lavoro o la riduzione delle tasse, rischiano di non produrre gli
effetti desiderati perché nel tempo, come dicevo, non producono valore
aggiunto. Ecco perché noi di Unità Siciliana riteniamo che questa iniziativa
debba essere sostenuta così come tutte quelle, arrivino da destra o da
sinistra, che riguardano la perequazione infrastrutturale, lo sviluppo della
piccola e media impresa, lo sviluppo delle attività economiche al Sud”.

Critiche
a Musumeci sulla “rapina”

Altre critiche al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, anche per via della recente ordinanza sui migranti, sono venute poi dal segretario provinciale del Pd di Catania Angelo Villari, secondo il quale “il Governatore, anziché parlare dei problemi seri della nostra Regione, di vedere come recuperare risorse rapinate alla Sicilia da decenni, porti avanti una sorta di distrazione di massa parlando d’altro”.

“Noi invece – ha sottolineato
Villari – vogliamo parlare delle risorse che la Sicilia ha perso e che devono
essere recuperate per rilanciare l’economia, per rimettere insieme sviluppo ed
equità. Troppi miliardi rapinati al Sud che saranno indispensabili per poter,
finalmente, cambiare passo in Sicilia”. 

Per
la Sicilia le risorse che merita

“Il ministro Provenzano – ha
concluso – sta cominciando per così dire a risarcire la Sicilia mettendo in
campo per l’Isola le risorse che merita. Ecco, noi dobbiamo andare avanti così:
è indispensabile che questa battaglia sia ferma e continua”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017