Pescatori in Libia, Luigi Di Maio e l'ombra dei trafficanti d'uomini - QdS

Pescatori in Libia, Luigi Di Maio e l’ombra dei trafficanti d’uomini

redazione web

Pescatori in Libia, Luigi Di Maio e l’ombra dei trafficanti d’uomini

lunedì 14 Dicembre 2020

Il ministro degli Esteri, "Lavoriamo ma niente ricatti: è inaccettabile che il generale Haftar si dica disposto a far tornare in patria i nostri connazionali solo se gli restituiremo quattro scafisti". Attacco di Gasparri, "Riferisca in Parlamento"

“Stiamo lavorando per riaverli ma senza cedere ai ricatti”.

La dichiarazione rilanciata dal ministro degli Esteri italiano, il pentastellato Luigi Di Maio, proietta un’ombra scura sulla vicenda dei diciotto marinai di due motopescherecci di Mazara del Vallo da tre mesi trattenuti in Libia.

Nel corso di un’Agorà digitale su Zoom, incontro al quale hanno partecipato circa duecento persone, Di Maio è infatti sbottato: “E’ inaccettabile che Haftar dica che ce li ridà se noi gli restituiamo quattro scafisti”.

Una rivelazione che proietta l’ombra scura dei legami tra gli esponenti in lotta tra loro per la conquista del potere in una Libia in piena guerra civile e i trafficanti di esseri umani che portano ogni anno diecine di migliaia di persone.

Non si tratterebbe dunque di pagare un riscatto, come banalizzato dalle forze d’opposizione di destra, ma di andare proprio nella direzione che partiti come la Lega di Salvini o Fratelli d’Italia o certe frange di Forza Italia come quella guidata da Maurizio Gasparri, non vorrebbero.

Un bel rompicapo, insomma. E, in questi casi, la tensione, come le manifestazioni dei giorni scorsi persino sotto la casa di Mazara del Vallo degli anziani genitori del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, di certo non fanno bene.

Eppure c’è chi continua a voler cercare la polemica politica a ogni costo su questa vicenda.

Ma, come ha sottolineato Di Maio durante l’incontro, c’è anche un altro problema.

Ossia quello che i due motopescherecci “sono andati in acque che noi in Italia da dieci anni sconsigliamo e sono finiti nelle mani di un autoproclamato governo e un’autoproclamata milizia”.

Ossia quella del generale libico Haftar, “che dice che hanno violato la zona militare e ora sono in stato di fermo”.

E Di Maio ha sottolineato di dirlo “non per loro ma per i prossimi, perché è un’abitudine andare a pescare lì ed è un problema”.

Gasparri, Di Maio riferisca in Parlamento

Un attacco piuttosto greve a Di Maio è venuta dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha affermato “Sono più di cento giorni che i nostri pescatori di Mazara del Vallo sono sequestrati in Libia e il nostro ridicolo e incapace Ministro degli Esteri, si fa per dire, Di Maio, non ha mosso un dito per riportarli a casa. La sua inconsistenza è tale che nessuno gli dà retta nel contesto internazionale”.

“Chiediamo – ha aggiunto Gasparri – che venga subito in Parlamento a dire che cosa ha fatto. Di Maio invade 90º minuto, ma ha paura di difendere i pescatori italiani. Un personaggio vergognoso. Se ne deve andare dalla Farnesina per tornare nel nulla da dove viene. È rimasto inerte, impotente e inascoltato. Soltanto grazie all’emendamento Giammanco di Forza Italia, sono stati stanziati dei fondi per le famiglie degli armatori e dei pescatori siciliani vittime dell’aggressione nel Mediterraneo”.

In realtà i fondi per le famiglie degli armatori sono stati stanziati grazie a un emendamento con primo firmatario il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone.

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