Pescherecci sequestrati, massimo impegno del Ministero - QdS

Pescherecci sequestrati, massimo impegno del Ministero

redazione web

Pescherecci sequestrati, massimo impegno del Ministero

martedì 15 Settembre 2020

Di Maio sente gli Emirati e Mosca per fare pressing sulla Libia al fine di ottenere il rilascio degli equipaggi. Videoconferenza stamattina tra il ministro, le famiglie dei marittimi e il sindaco di Mazara del Vallo, Quinci

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito le famiglie dell’equipaggio dei pescherecci sequestrati in Libia, il sindaco di Mazara del Vallo e gli armatori, ai quali ha assicurato il massimo impegno del governo Conte per una risoluzione positiva della vicenda.

Lo si apprende da fonti diplomatiche.

Il pressing della Farnesina, sempre secondo quanto si apprende, è senza sosta: ieri Di Maio ha sentito prima il suo omologo emiratino e oggi sentirà il ministro russo Lavrov.

Sia gli Emirati che Mosca sono due attori molto influenti nei confronti di Bengasi.

L’azione per il rilascio dev’essere corale

Di Maio, oltre a ribadire tutta la disponibilità e il supporto del Ministero degli esteri ai familiari dell’equipaggio dei pescherecci sequestrati in Libia e al sindaco di Mazara, ha anche tenuto a chiarire il grado di complessità della situazione e dei tempi.

A tal proposito, Di Maio ha comunicato ai familiari che sarà convocato un vertice di governo sulla questione, perché “l’azione deve essere corale”.

Il sindaco di Mazara, apprezziamo gli sforzi

“Ministro, la ringrazio per la sua presenza e disponibilità, apprezziamo molto lo sforzo che sta compiendo la Farnesina per il rilascio dei pescherecci” sequestrati in Libia.

Lo ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, al ministro Luigi Di Maio durante il collegamento di stamattina in videoconferenza.

La Farnesina e le raccomandazioni alle marinerie

Si ricorda, infine, che la Farnesina da anni sconsiglia le marinerie italiane di pescare nelle acque dove si è verificato il sequestro dei pescherecci.

Sul sito viaggiaresicuri.it, infatti, si legge: “La Libia ha unilateralmente dichiarato, a partire dal 2005, la sussistenza di diritti esclusivi di pesca su un’area di mare estesa fino a 74 miglia dalla propria costa e dalla linea che chiude idealmente il golfo della Sirte. Sebbene tale atto si ponga in contrasto con le norme pattizie (Unclos del 1982, di cui la Libia non è parte) e consuetudinarie internazionali che regolano il diritto del mare, e non sia mai stato riconosciuto da Paesi terzi, le autorità libiche applicano in maniera rigida misure sanzionatorie nei confronti delle imbarcazioni straniere intente a pescare in detta area di mare”.

L’applicazione di tali misure si concretizza, frequentemente, “nell’intercettazione, sequestro e detenzione dei pescherecci stranieri e dei loro equipaggi da parte delle autorità libiche e delle milizie locali. Sono state parimenti applicate consistenti sanzioni pecuniarie, oltre a provvedimenti di confisca delle attrezzature di pesca e dell’eventuale pescato. Nel 2017 la Libia ha inoltre dichiarato la propria area Sar (Search and Rescue) di ricerca e salvataggio dei migranti, adottando un’interpretazione rigida della Sar e dissuadendo l’intervento altrui in quell’area”.

Qui il ink: http://www.viaggiaresicuri.it/country/LBY

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