Economia

Pil, shock senza precedenti per l’economia nel 2020

ROMA – “Ci attendono tempi difficili”: è quanto si legge, nero su bianco, nel rapporto di Congiuntura Ref, che in tal senso, lascia ben poco all’immaginazione.

Nel documento viene quantificata per il 2020 una perdita in termini di ricchezza prodotta del 9,2%. Una previsione considerata tra l’altro più “ottimistica”, quanto meno “rispetto alle stime indicate nei giorni scorsi negli scenari dei maggiori organismi internazionali, e più vicina alle indicazioni delle istituzioni italiane”.

“In alcuni settori – si legge ancora nel rapporto – la ripresa in corso è però solo parziale, e gli effetti di questa crisi non rientreranno in tempi brevi. Dopo le conseguenze dirette del lockdown, nei prossimi mesi emergeranno gli effetti di second round legati alle perdite di posti di lavoro e al clima di incertezza, che peserà sulle decisioni di spesa di famiglie e imprese ancora a lungo”.

Lo scenario tracciato da Congiuntura Ref tiene conto anche di un altro aspetto non meno importante della crisi, che è quello legato alle disparità sociali e delle disuguaglianze che la crisi economica tenderà ad acuire: “La crisi del Covid-19 – recita il rapporto – esaspera le contraddizioni maturate dal nostro paese in un ventennio di mancata crescita, accelera lo sgretolamento della nostra struttura produttiva, aumenta le disparità sociali, annuncia nuove fasi di instabilità politica”. Un 2020 funesto, dunque. Non vengono in mente altri termini per definire l’anno che ha visto le nostre vite sconvolte dalla pandemia da Covid-19.

Superata la fase dell’emergenza sanitaria, siamo entrati in quella, altrettanto dolorosa, della conta dei danni economici prodotti dal lockdown e che per il Sud e soprattutto per la Sicilia si preannuncia ancora più drammatica.

Nel Defr 2021-23, di recente approvazione da parte del governo regionale guidato da Nello Musumeci, si prevede per il 2020 un calo del Pil siciliano del 7,8% che si tradurrà in una perdita significativa di 6,7 miliardi. Oltre ai miliardi, ad andare in fumo in questi giorni è stata anche la speranza di vedere realizzato il Ponte sullo Stretto. L’amarissima consapevolezza è che mance e assistenzialismo non ci porteranno lontano. Senza un piano di massicci investimenti in infrastrutture, la forbice Nord-Sud si allargherà inesorabilmente e recuperare il terreno perduto sarà pressoché impossibile.