Un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per denunciare le “inquietanti criticità” presenti nel progetto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. A presentarlo un comitato di liberi cittadini con firmatari provenienti da Sicilia e Calabria. Tra questi, oltre a molti espropriandi o soggetti i cui terreni saranno asserviti, anche alcuni appartenenti ai gruppi dei comitati no ponte.
Il documento contesta “inquietanti criticità” nell’ambito degli aspetti normativi, burocratici, economico-finanziari e paesaggistico-ambientali. C’è questo e molto altro nell’esposto depositato lo scorso 9 aprile alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria avverso “il percorso di riesumazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto di Messina, considerato dal Ministero delle Infrastrutture come opera prioritaria e di preminente interesse nazionale e tutta l’attività “accelerata”, che ha già portato alla pubblicazione dell’elenco dei cosiddetti espropriandi”.
Una protesta, quella di chi dovrà vedere distrutta la propria abitazione, che passa adesso nelle stanze della Procura. L’esposto in Procura rappresenta per tutti gli espropriandi la volontà di portare a conoscenza l’autorità giudiziaria delle incongruenze presenti nel progetto definitivo approvato dalla Stretto di Messina Spa. L’atto segue quello presentato presso la Procura della Repubblica di Roma da parte del deputato di Avs Angelo Bonelli in seguito alle 68 criticità rilevate dalla commissione scientifica sul progetto stesso.
La notizia è emersa in seguito a un incontro avvenuto a Villa San Giovanni tra i comitati no ponte attivi nell’area dello Stretto. Diversi i punti presenti nell’esposto, che prendono in considerazione il progetto del 2011, di fatto ampliato in quello definitivo presentato lo scorso febbraio. “Nel momento in cui si era interrotto l’iter (nel 2012 su richiesta del governo Monti, ndr), il progetto di Eurolink non aveva avuto le verifiche richieste dal governo Monti e non era stata dimostrata la fattibilità del Ponte”, scrivono nell’esposto i cittadini che lo hanno presentato.
Oltre agli aspetti ambientali, che verrebbero gravemente intaccati dalla possibile realizzazione dell’opera, i cittadini denunciano tutte le criticità emerse in corso di progettazione e che “non erano state superate neppure dal gruppo di lavoro nominato dal Mit, che aveva evidenziato come il progetto ad unica campata non aveva avuto un giudizio positivo di Valutazione Impatto Ambientale e un parere negativo di valutazione di incidenza per le ricadute che avrebbe avuto sui siti della Rete Natura 2000, tutelati dall’Europa”.