Prescrizione "Riforma sciagurata", anche in Sicilia scioperano i penalisti - QdS

Prescrizione “Riforma sciagurata”, anche in Sicilia scioperano i penalisti

Pietro Crisafulli

Prescrizione “Riforma sciagurata”, anche in Sicilia scioperano i penalisti

domenica 20 Ottobre 2019

Il presidente dell'Unione Camere penali italiane Caiazzo, "domani presenteremo alla stampa, per contrapporlo alla forza violenta e furiosa delle fake news, uno schema completo dei tempi di prescrizione dei reati aggiornato alla riforma Orlando". Il vicepresidente della Camera penale di Catania Tamburino, "in gioco il diritto di imputati e parti offese a non rimanere a tempo indeterminato in balia della Giustizia penale. Occorrono processi più celeri che mettano l'Umanità al centro del 'Sistema Giustizia', su cui occorre investire". Eurispes, in Italia a sentenza solo un quinto dei processi penali

Gli avvocati penalisti, anche in Sicilia e a Catania, scioperano da domani contro una legge che ritengono assolutamente ingiusta e che dovrebbe entrare in vigore dal gennaio del 2020.

“Come è stato affermato – ha spiegato al Qds.it Tommaso Tamburino, vicepresidente della Camera Penale di Catania – nel corso del congresso straordinario dell’Unione delle Camere penali svoltosi nei giorni scorsi a Taormina e dal titolo significativo, ‘Imputato per sempre – Il processo senza prescrizione’, qui è in gioco il diritto di imputati e parti offese a non rimanere a tempo indeterminato in balia della Giustizia penale”.

“L’abolizione della prescrizione – ha aggiunto – a partire dalla emissione della sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione o di condanna, comporterà la impossibilità di ottenere una sentenza in tempi ragionevoli. E questo diventa gravissimo se pensiamo a come queste vicende condizionino pesantemente la vita delle persone sottoposte a processo e delle loro famiglie. Ma, nonostante le opinioni contrarie espresse da tutti i maggiori giuristi italiani, questa legge dovrebbe essere applicata già tra qualche mese”.

Caiazza a Taormina, “Una riforma sciagurata”

Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane, parlando al congresso di Taormina, che aveva come sottotitolo “Le vere cause dell’irragionevole durata dei processi in Italia”, ha detto: “Ciò che pensiamo sulla riforma della prescrizione inserita alla bell’e meglio nella Spazzacorrotti, è espresso con chiarezza dalla titolazione stessa di questo nostro congresso straordinario”.

“I sostenitori di quella sciagurata riforma – aveva aggiunto Caiazza – mestano nel torbido: accorciamo i tempi del processo penale, dicono, anche perché gli effetti della nuova norma si avranno non prima di sei o sette anni, ed il problema non c’è più”.

Il presidente dell’Unione Camere penali ha però rivelato che gli avvocati hanno predisposto “uno schema completo dei tempi di prescrizione dei reati aggiornato alla riforma Orlando” che sarà presentato domani alla stampa.

“La nostra arma – ha concluso – è la verità dei fatti nudi e crudi, che dobbiamo riuscire a contrapporre alla forza violenta e furiosa delle fake news, della comunicazione emotiva, allusiva, viscerale, che vive solo a condizione che la verità non sia narrata e perciò conosciuta”.

Tamburino, avvocati e magistrati sulla stessa linea

Tra l’altro, sull’argomento prescrizione, anche molti magistrati la pensano, per una volta, come gli avvocati.

“E’ proprio così – ha confermato Tamburino -, perché questa legge ha avuto la capacità di mettere d’accordo avvocatura e magistratura, spesso in disaccordo sulle norme emanate dal legislatore. Anche l’Associazione nazionale magistrati, infatti, ha espresso forti dubbi sulla norma che dovrebbe entrare in vigore”.

Quello che tutti si chiedono è come mai non si riescano a rendere i processi più celeri.

“La maniera esiste, certamente – ha detto il vicepresidente della Camera penale di Catania – e prescinde dall’abolizione di quella prescrizione che costituisce invece un principio di civiltà giuridica. In particolare, secondo noi avvocati, è necessario un investimento corposo in quello che potremmo definire ‘Sistema Giustizia”, in termini di aumento di magistrati, cancellieri e altro personale che possa consentire alla macchina giustizia di procedere speditamente”.

La necessità anche di un cambiamento culturale

Secondo Tamburino “Occorre però anche, occorre dirlo, un cambiamento culturale”.

“Dobbiamo – ha concluso – mettere l’Uomo, e dunque l’umanità, al centro di una Giustizia che a volte sembra essere diventata un parafulmine delle tensioni sociali”.

Eurispes, in Italia a sentenza solo un quinto dei processi penali

Soltanto un quinto dei processi penali in Italia arriva a sentenza, secondo la seconda indagine sul processo penale realizzata da Eurispes e presentata al convegno straordinario organizzato dall’Unione delle Camere Penali, che ha collaborato alla stesura del documento.

A undici anni di distanza dalla prima edizione dell’indagine, sono stati presi in esame 32 tribunali su tutto il territorio nazionale (Catania, Caltanissetta e Palermo, ma anche Bari, Bologna, Brescia, Catanzaro, Firenze, Genova, Lucca, Macerata, Milano, Monza, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Perugia, Pescara, Piacenza, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Tempio Pausania, Torino, Trani, Trento, Trieste, Venezia, Viterbo), arrivando a monitorare 13.755 processi.

Rispetto al 2008 – data della prima edizione – la ricerca evidenzia un aumento della percentuale dei rinvii ad altra udienza (+9,6%: nel 2008 la quota era del 69,3%).

L’incidenza delle sentenze è scesa dal 29,5% al 20,5%.

Per quanto concerne i procedimenti terminati in sentenza, le assoluzioni rappresentano poco meno del 30%: di questi, il 4% è rappresentato da assoluzioni ex art. 131 bis del codice penale (non punibilità per particolare tenuità del fatto). Le condanne incidono per il 43,7% delle sentenze; percentuale nettamente più bassa di quella rilevata nel 2008 (60,6%).

Al contrario, risulta molto più elevata la quota relativa all’estinzione del reato: 26,5%, a fronte del 14,9% del 2008.

La prescrizione è un motivo di estinzione del reato che incide per il 10% sui procedimenti arrivati a sentenza e rappresenta poco più del 2% del totale dei processi monitorati.

Peggiorata la situazione anche per quanto riguarda i tempi di rinvio a giudizio che risultano ulteriormente allungati rispetto al 2008: 154 giorni per i procedimenti in Aula monocratica (nel 2008 erano 139) e 129 giorni per quelli davanti al Tribunale collegiale (nel 2008 erano 117).

Al contrario, sempre più breve è la durata dei procedimenti (poiché spesso si tratta di procedimenti inconcludenti): solo 14 minuti in Aula Monocratica (18 nel 2008), 39 minuti davanti al Tribunale collegiale (52 nel 2008).

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