Lo chiede l'avvocato della vittima, un barista picchiato ad Acireale, bollando come "schizofrenica" la decisione della Procura generale di Catania di rinunciare all'appello
L’avvocato Giuseppe Lipera ha presentato una domanda affinché la Procura generale di Catania non riununci all’appello nel procedimento contro gli agenti della Polizia di Stato Giovanni Brischetto e Aurelio Paratore accusati di lesioni nei confronti di Paolo Rino Torre titolare di un bar pasticceria ad Acireale.
Il 12 febbraio scorso, nella prima udienza dinanzi la corte di Appello di Catania, la sostituto procuratore generale, Iole Boscarino aveva “preannunciato” in udienza che intendeva rinunciare all’atto di appello.
L’avvocato Lipera afferma che “Il 18 febbraio 2012 i due poliziotti si sono resi responsabili di gravissimi episodi di abusi e violenze ai danni di Torre, il quale è stato prima falsamente accusato di aver minacciato, insultato, opposto resistenza e aggredito un agente della Polizia di Stato e poco dopo è stato vittima di un vile pestaggio mentre si trovava ingiustamente trattenuto nel commissariato di Acireale, riportando lesioni per le quali i medici del pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania diagnosticavano dieci giorni di prognosi con proposta di ricovero”.
La vicenda, ha raccontato Lipera, è nata dopo che per errore, la cassiera del bar “Gran Caffè Torre” di Acireale aveva fatto pagare al poliziotto Rosario Rapisarda venti centesimi di euro in più un caffè.
L’errore era stato subito corretto, dopo la segnalazione alla cassiera da parte di un’amica di Rapisarda, con un nuovo scontrino e la restituzione dei venti centesimi. Ma Rapisarda dopo è tornato nel bar qualificandosi come poliziotto e chiedendo a Torre i documenti. Al rifiuto del barista l’agente ha chiamato i colleghi denunciando ingiurie e un’aggressione.
I poliziotti hanno portato Torre nel commissariato di Acireale, ha detto l’avvocato, dove è stato picchiato con pugni e calci.
“Fortunatamente per Torre – ha sottolineato Lipera – la presunta aggressione denunciata dal poliziotto Rapisarda è stata integralmente ripresa dalle telecamere di videosorveglianza del suo bar: l’uomo è stato scagionato da qualsiasi accusa mentre il poliziotto è stato condannato in primo grado a 2 e mezzo di reclusione per calunnia e falso. Gli altri due agenti accusati di lesioni nei confronti di Torre sono stati assolti perché il Tribunale di Catania non ha ritenuto formata la prova della loro responsabilità”.
Contro l’assoluzione dei due poliziotti, la Procura Generale di Catania, aveva proposto appello, evidenziando “tanto le lacune dell’iter motivazionale della sentenza quanto le tante, troppe, prove che conducono inequivocabilmente a fondamento delle dichiarazioni di Torre”.
Lipera definisce dunque “schizofrenica” la scelta di non ricorrere in appello da parte della Procura Generale di Catania, “e si pensa che la stessa ha promosso l’azione penale contro i tre poliziotti, avendo avocato a sé il procedimento che la Procura voleva archiviare. Senza contare che l’immensa mole di lavoro svolto dall’allora procuratore generale Sabrina Gambino risulterebbe del tutto vanificato”.