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Genitori di Renzi a processo, padre Tiziano ricoverato, le accuse

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Genitori di Renzi a processo, padre Tiziano ricoverato, le accuse

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giovedì 16 Dicembre 2021

Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono accusati di emissione di fatture false e sono già stati condannati in primo grado nel 2019.

Al via questa mattina a Firenze il processo in Corte d’appello che vede imputati Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, accusati di emissione di fatture false, reato per il quale in primo grado erano stati condannati, il 7 ottobre del 2019, a un anno e nove mesi, insieme all’imprenditore Luigi Dagostino, condannato a due anni.

Il rinvio dell’udienza

In apertura d’udienza i difensori di Tiziano Renzi hanno chiesto il rinvio per legittimo impedimento in quanto il padre dell’ex premier ieri sera è stato ricoverato in ospedale. I giudici si sono ritirati in camera di consiglio per decidere sull’istanza presentata e sulla possibilità di stralciare la posizione di Renzi e celebrare il processo a carico degli altri due imputati, Laura Bovoli e l’imprenditore Luigi Dagostino.

Le accuse

fatti al centro del processo risalgono al 2015, quando l’imprenditore Luigi Dagostino era amministratore delegato della Tramor, società di gestione dell’outlet The Mall di Leccio di Reggello (Firenze), e avrebbe incaricato le società Party ed Eventi 6, entrambe facenti capo ai Renzi, di studi di fattibilità per lavori all’outlet. Le fatture considerate false e oggetto del processo, perché secondo l’accusa non corrisponderebbero a prestazioni realmente effettuate, sono due: una da 20mila e l’altra da 140mila euro più Iva. Le fatture vennero pagate alla società Party srl (quella da 20mila euro) e alla Eventi 6 srl (quella da 140mila euro) nel luglio 2015.

Nelle loro arringhe difensive nel corso del processo di primo grado, i legali di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, confutando punto per punto le accuse, avevano chiesto l’assoluzione dei loro assistiti “perché il fatto non costituisce reato”, mentre la difesa di Dagostino aveva chiesto di assolvere l’imprenditore “perché il fatto non sussiste”.

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