Pubblica amministrazione anello debole della ripresa economica - QdS

Pubblica amministrazione anello debole della ripresa economica

Raffaella Pessina

Pubblica amministrazione anello debole della ripresa economica

mercoledì 17 Novembre 2021

Secondo il vicepresidente della Camera Rampelli (FdI) va rafforzata perché "La crescita del Paese dipende dal Sud”. Competenze e produttività: la politica colpevole perché è rimasta a guardare

PALERMO – La politica ha compreso, forse troppo tardi, che uno dei grossi freni alla piena ripresa del nostro Paese è dovuto ad una pubblica amministrazione carente di figure professionali adeguate e ad una burocrazia elefantiaca.

Viene evidenziata ormai da più parti la necessità di una riforma del settore, potenziando gli uffici e velocizzando i provvedimenti, soprattutto al Sud, per non perdere le preziose risorse che potranno arrivare dall’Unione Europea con il Pnrr.

Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sottolinea questo bisogno: “C’è bisogno di un vero e proprio esercito di professionisti, altro che una ‘cabina di regia’ – dice Rampelli – Lo Stato deve fare un’azione costante e metodica di affiancamento e tutoraggio nei confronti di Regioni e Comuni, troppo spesso privi di professionalità e competenze, con buchi di personale figli di politiche sbagliate. Basti considerare – ha sottolineato – che tutte le statistiche vedono l’Italia agli ultimi posti in classifica nel rapporto tra numero di abitanti e dipendenti pubblici, perché invece di valorizzare e responsabilizzare figure indispensabili per far crescere il sistema Italia, si è colpevolizzato un settore intero con il blocco delle assunzioni, producendo un risparmio ridicolo prima e dannoso oggi.

Ed è sulla necessità di sviluppo del Mezzogiorno che Rampelli pone l’accento: “Non c’era bisogno di aspettare il Pnrr per capire che la possibilità di crescita del Pil in Italia dipende dalla nostra capacità di infrastrutturare e sviluppare il Sud. Nelle previsioni di crescita ci sono 7 punti di vantaggio sul Nord, con il 40% dei fondi stanziati, semplicemente perché il Nord è già in buona parte strutturato e infrastrutturato e quindi ha un margine di crescita inferiore. Hai voglia a dirlo in questi anni e non solo: la ricchezza oggi transita per il Mediterraneo ed è un altro aspetto duro da far comprendere . Il problema non è tagliare, ma motivare e controllare – conclude Rampelli – Il piano straordinario per il Sud, come Fdi ha sempre dichiarato, serve all’Italia più che al Sud”.

La riforma del P.A è un tema ormai molto sentito e a questo proposito oggi continua la rassegna di eventi dal titolo ‘Le sfide e le opportunità per gli enti locali’, patrocinata dalle Regioni Lazio, Piemonte, Toscana e Assemblea Regionale Siciliana. L’evento dal titolo ‘La riforma della Pa: semplificazione e investimento sul capitale umano per rispondere alle sfide poste dal Pnrr’, ha come obiettivo quello di analizzare come la riforma della Pa possa favorire l’attuazione del Next Generation Eu. Viene rilevato come la P.A. dovrà investire sul capitale umano spingendo verso la semplificazione e la digitalizzazione. A tal fine è necessario far leva, sia sulla formazione e riqualificazione della forza lavoro attualmente in servizio, sia sulla capacità di programmazione dei nuovi fabbisogni da individuare tramite politiche di reclutamento mirate a focalizzare l’attenzione sull’acquisizione di competenze professionali adeguate ai fini della concreta attuazione delle azioni strategiche connesse al raggiungimento di questo obiettivo. Il Decreto Reclutamento (D.l. n. 80/2021) pone l’attenzione sul superamento del paradigma delle assunzioni basato sulla mera logica sostituiva del turnover a favore di un modello teso alla ricerca di nuove professionalità e competenze maggiormente adeguate alla sfida di modernizzazione della Pa.

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