Economia

Debiti delle pubbliche amministrazioni, l’enorme peso delle norme anticovid

Sono momenti difficili per le amministrazioni pubbliche siciliane (Regione, enti locali e loro enti e società strumentali, enti del servizio sanitario), che negli ultimi anni hanno accumulato non pochi ritardi al momento di onorare i propri debiti commerciali.

Secondo i dati contenuti in un report redatto dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, la Regione avrebbe accumulato circa 100 milioni di debiti con le imprese soltanto nel quarto trimestre del 2021.

Anche le aziende sanitarie, i consorzi tra enti territoriali e gli organismi di natura pubblica creati per la gestione di servizi affidati alle imprese private (es. fornitura d’acqua) hanno cumulato consistenti ritardi ed ingenti debiti nei confronti del sistema produttivo.

Anche le imprese siciliane registrano una ingente mole di crediti fiscali, che si sono sinora rivelati di difficile monetizzazione a causa dei tempi lunghi di rimborso, dei consistenti ritardi nella compensazione con i debiti tributari e contributivi, e delle difficoltà di cessione al sistema bancario, che riesce ad assorbirne percentuali estremamente ridotte.

Le norme anticovid non hanno funzionato

Per far fronte alla drammatica situazione, negli scorsi anni sono stati adottati diversi decreti “sblocca debiti” e la legge di bilancio 2020 ha previsto la possibilità per regioni ed enti locali di ottenere anticipazioni di liquidità da destinare al pagamento dei debiti maturati entro il 2019.

E l’attivazione di questo meccanismo è stata, peraltro, subordinata alla discrezionalità delle amministrazioni debitrici, che hanno richiesto meno di due miliardi, sufficienti per il pagamento di circa il 10 per cento delle fatture.

Il timore di incorrere in responsabilità per violazione delle complesse e numerose regole procedurali, l’alluvionale disciplina anti-Covid che ha introdotto una innumerevole mole di norme e adempimenti a carico delle amministrazioni pubbliche, le difficoltà organizzative connesse alla gestione dello smartworking e delle procedure di sicurezza sul lavoro, l’assenza di sanzioni o penalizzazioni per il prolungato inadempimento delle obbligazioni verso le imprese e per la mancata adesione alle anticipazioni di liquidità spiegano la scarsa adesione degli enti morosi a uno strumento che avrebbe consentito loro di ripianare i debiti e fornire un consistente aiuto ai sistema produttivi territoriali senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

Nelle prossime ore su QdS.it seguiranno ulteriori approfondimenti per meglio analizzare la delicata situazione delle amministrazioni pubbliche siciliane.

Testi di Dario Immordino e Gabriele D’Amico