Pa poco trasparente, 4 procedimenti su 10 al Sud - QdS

Pa poco trasparente, 4 procedimenti su 10 al Sud

redazione

Pa poco trasparente, 4 procedimenti su 10 al Sud

sabato 13 Marzo 2021

Report dell’Anac sul triennio 2017-19: il 75% scaturisce da segnalazioni di cittadini. La proposta del Presidente Busia: “Dati dispersi in migliaia di siti, Portale Unico Trasparenza vera rivoluzione"

ROMA – Sono 423 i procedimenti di vigilanza sulla trasparenza attivati dall’Anac nel triennio 2017-2019.
È quanto emerge nel report dell’Autorità nazionale anticorruzione sul monitoraggio sui procedimenti di vigilanza in materia di trasparenza.

Dal rapporto emerge che nel triennio preso in esame, e con i dati consolidati 2020, circa il 75% dei procedimenti di vigilanza sulla trasparenza presi in esame deriva da segnalazioni, l’11% da vigilanze di ufficio e il 14% da ispezioni. 1/3 dei procedimenti origina da segnalazioni di cittadini, 1/5 da esposti di `rappresentanti politici’. Quelli originati da ‘whistleblowing’ sono passati da 3 per il 2017 e 3 del 2018, a 31 del 2019.
Il 40% dei procedimenti riguarda i Comuni, soprattutto quelli con meno di 15.000 abitanti (65% dei comuni). I procedimenti hanno riguardato per il 26% organizzazioni del nord, 36% del Centro, 38% del Sud e Isole. Il 42% dei procedimenti presi in considerazione si riferisce prevalentemente a generiche carenze in materia di trasparenza. Contenuti della sezione Amministrazione Trasparente su cui maggiormente sono stati focalizzati i procedimenti: ‘organizzazione’, circa 20%, ‘consulenti e collaboratori’, circa 19%, ‘bandi di gara e contratti’, circa 13%, ‘personale’, circa 10%.

“La trasparenza – ha commentato il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia – è entrata a far parte dei bisogni della collettività anche come strumento di controllo e partecipazione civica alla vita democratica. Per questo occorre una piccola rivoluzione copernicana con la creazione di un Portale unico della Trasparenza, gestito dall’Anac, che raccolga tutti i dati previsti dalle norme”.
“Vogliamo offrire a tutti gli enti oggi tenuti a pubblicare i dati, la possibilità di farlo in maniera semplice, caricandoli direttamente sul nostro portale, evitando che anche gli enti di piccole dimensioni debbano sostenere costi e altri oneri per adattare volta per volta i propri siti web”, ha spiegato.

“Tutto questo accresce enormemente il grado di trasparenza: se i dati non sono dispersi in migliaia di siti, ma confluiscono in un unico portale, diventano confrontabili quindi consentono di comprendere immediatamente quando qualcosa funziona o non funziona. Inoltre, il portale potrà essere utilizzato dalle stesse amministrazioni per scambiarsi migliori pratiche e migliorare la propria azione al servizio dei cittadini: su di esso potremo infatti costruire dei servizi per aiutare i funzionari pubblici a svolgere in maniera più efficace il proprio ruolo: pensiamo a moduli standard per i diversi adempimenti o software utilizzabili per aiutare a svolgere on line procedure oggi particolarmente onerose”, ha aggiunto Busia sottolineando che dovrebbe essere inserito “nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per semplificare i procedimenti amministrativi in maniera ‘chirurgica’”.

Con il Portale unico della Trasparenza si aggiungerebbe un tassello fondamentale al processo di digitalizzazione del nostro Paese. Saremo in grado di chiedere meno dati agli amministratori pubblici ma avremo più informazioni, grazie alla immediata confrontabilità dei dati di tutte le amministrazioni, consentendo una effettiva riduzione di oneri economici e amministrativi a carico delle PA e una maggiore fruibilità di dati e contenuti per i portatori di interesse”, ha detto ancora Busia.

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