Dagli exit poll la conferma della riforma degli articoli della Costituzione che riducono senatori e deputati, ma in Sardegna (23,41%) e nella nostra Isola (24,78%) l'affluenza è la più bassa d'Italia. Il fronte del Sì era formato da M5s e Pd. Il nostro giornale impegnato per il taglio
A giudicare dagli exit poll che danno i sì ben oltre il sessantacinque per cento, si va verso la concretizzazione di una vittoria spinta da M5s e Pd e sostenuta anche dal nostro giornale.
Di certo, però, il referendum è stato, in Sicilia, un flop per via della bassissima affluenza alle urne.
Il quesito referendario
Con la vittoria del fronte del Sì viene confermata la riforma costituzionale degli articoli 56, 57 e 59 con il taglio di 115 senatori e 230 deputati con la conseguente modifica della rappresentanza democratica.
Se, invece, avesse vinto il No, il Parlamento non avrebbe subuto alcuna modifica.
Un referendum senza quorum
Quello sul taglio dei parlamentari è un referendum senza quorum, significa che è valido a prescindere dalla percentuale di elettori che si recheranno alle urne. Vince il fronte che ottiene anche un solo voto in più.
La bassissima affluenza alle urne in Sicilia
Nell’Isola alle dodici di ieri solo poco più del sei per cento dei votanti si era recato alle urne, precisamente il 6,41, il dato più basso in Italia.
Anche alle 19 alla Sicilia è toccato il record italiano in negativo: 16,9 per cento.
L’Isola ha lasciato l’ultimo posto della classifica nazionale soltanto alle 23, quando l’affluenza ha fatto toccare il 24,78%, meglio del 23,41% della Sardegna ma ben lontano dal 36,96% della Basilicata, terz’ultima in classifica.
Uno dei motivi potrebbe essere da ricercare nel fatto che in Sicilia non ci sono elezioni amministrative, che si svolgeranno in ottobre.
I seggi, poi, sono rimasti aperti fino a oggi alle 15 e subito dopo è cominciato lo spoglio e sono stati diffusi gli exit poll.