Regione, ok della Giunta a bilancio e legge di stabilità - QdS

Regione, ok della Giunta a bilancio e legge di stabilità

redazione web

Regione, ok della Giunta a bilancio e legge di stabilità

martedì 18 Febbraio 2020

I testi elaborati nella riunione del Governo Musumeci svoltasi domenica scorsa a Pergusa saranno trasmessi oggi stesso all'Ars. La relazione della Corte dei Conti in Commissione Bilancio tra critiche al Def e rapporto pil-coronavirus

Saranno trasmessi oggi all’Ars, secondo quanto si apprende, bilancio e legge di stabilità approvati dalla giunta Musumeci dopo la riunione che si è tenuta domenica scorsa a Pergusa.

Intanto in mattinata in Commissione Bilancio si è svolta l’audizione del presidente delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana in merito alle previsioni del Documento di economia e finanza regionale (Defr) per gli anni 2020-2022 e della nota di aggiornamento.

La Corte dei conti sul Def Regione, mancano elementi sostanziali

“Il Defr 2020-2022 risulta ben lontano dal modello tracciato dal legislatore mancando anche quest’anno di elementi sostanziali per poter espletare pienamente le proprie funzioni nel processo di programmazione di bilancio”.

Lo si legge nella relazione che la sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti ha approvato ieri e che i magistrati contabili hanno esposto nell’audizione davanti alla Commissione Bilancio dell’Ars.

Per la Corte “permane la difficoltà di raccordare gli obiettivi di politica economica definiti quantitativamente in termini di Pil programmatico alle politiche di governo regionale”. Inoltre, “non appare adeguatamente sviluppata la sezione dedicata all’analisi della situazione finanziaria della Regione, che manca di quattro elementi essenziali prescritti dai principi contabili”.

In particolare, per i giudici, manca la costruzione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli enti regionali sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente; manca la manovra correttiva; manca l’indicazione dell’articolazione della manovra necessaria per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica accompagnata anche da una indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi e mancano gli obiettivi programmatici pluriennali di riduzione del debito e del rientro dell’eventuale disavanzo.

Infine, si legge nella relazione della Corte, “il paragrafo dedicato alla copertura del disavanzo risulta comprensibilmente datato rispetto ai recenti sviluppi conseguenti alla parifica del rendiconto 2018”.

I magistrati contabili, Musumeci acceleri i negoziati con lo Stato

Per la Corte dei conti “è compito del governo imprimere una forte accelerazione” ai negoziati con lo Stato “per addivenire a una compiuta revisione degli assetti finanziari della Regione”, che rappresenta “un obiettivo prioritario per assicurare un coacervo di risorse adeguate per il pieno svolgimento di tutte le funzioni” assegnate dallo Statuto.

Per i giudici “solo alcuni aspetti a tutt’oggi sono stati affrontati e risolti”, come la riduzione del concorso alla finanza pubblica e l’eliminazione dell’obbligo di riduzione della spesa corrente del 3%. E, nella relazione della Corte alla nota di aggiornamento al Defr, si legge che “appare improcrastinabile che la Regione ottenga l’accesso alle principali banche dati dello Stato in materia finanziaria e tributaria, tanto al fine di poter disporre di strumenti più efficaci e aggiornati per monitorare l’andamento del gettito dei tributi e formulare previsioni più attendibili, quanto per potere esercitare un controllo effettivo sulla quantificazione del gettito erariale che si stima spettante, senza dover dipendere dalle comunicazioni del Mef nell’ottica di una reale leale collaborazione istituzionale”.

Def, per la Corte quadro macroeconomico non realistico

Per i magistrati contabili, inoltre, il quadro macroeconomico della Sicilia tracciato dal governo Musumeci nella nota di aggiornamento del Defr non appare “realistico” almeno per il biennio 2020-2021 alla luce “delle recenti stime della Commissione europea sulle previsioni di crescita dell’economia italiana e delle perturbazioni allo scenario globale legato all’andamento dell’economia cinese”.

Nella nota di aggiornamento il governo stima una crescita del Pil regionale programmatico in +0,6% per il 2020, +0,8% per il 2021 e +0,9% per il 2022.

“Si tratta di stime – si legge nella relazione dei giudici contabili – che la Sezione reputa ottimistiche alla luce delle serie storiche disponibili, delle più recenti previsioni sull’economia italiana, delle politiche pubbliche prospettate e dello scenario internazionale”.

I giudici segnalano che nel Defr è evidenziato “efficacemente” come “l’economia siciliana abbia sofferto di più durante il lungo periodo di recessione cominciato nel 2008 e abbia recuperato meno rispetto al resto del Paese nella breve fase di inversione del ciclo economico a partire dal 2015”.

Inoltre, “la variazione cumulata reale del Pil Sicilia tra il 2008 e il 2014 è stimata pari a -15,4% contro un dato meridionale del -13,5% e un dato nazionale del -8,7%; di contro nel periodo 2015-2019 le stime più recenti indicano una variazione cumulata per la Sicilia dello +0,9%, per il Mezzogiorno del +2,5% e per l’Italia del 4,7% con dati particolarmente preoccupanti per l’economia regionale per il 2018 (-0,3%) e il 2019 (-0,3%) che appaiono segno di una nuova fase recessiva”. E ancora: la Corte segnala che “nel quinquennio 2014-2018 il divario tra Pil realizzato e Pil programmato si attesta a -6,7%”.

“Gli unici elementi positivi a livello regionale registrati nel 2019 – si legge nella relazione – risultano la sostanziale stabilità dell’occupazione e del numero di imprese attive”.

La Corte chiede una riforma delle assunzioni dei dirigenti regionali

Nonostante sia venuto meno il blocco delle assunzioni con la legge regionale 14 del 2019, per la Corte dei conti “l’avvio di un ricambio generazionale” del personale della Regione “anche per le figure dirigenziali non può prescindere da una compiuta riforma della dirigenza regionale, mai realizzata e non più procrastinabile”.

I giudici ritengono “critica” la previsione normativa rivolta al reclutamento di nuove figure dirigenziali, “seppur con percentuali di spesa inferiori rispetto a quella derivante dai risparmi delle retribuzioni del personale collocato in quiescenza comparata con quella programmata per il reclutamento di figure non dirigenziali e non soltanto per il numero considerevole di unità dirigenziali operanti in seno all’amministrazione regionale”.

“Appare infatti assai problematico – scrivono i giudici nella relazione al Defr – avviare assunzioni di nuovo personale dirigenziale senza aver prima proceduto al superamento della terza fascia dirigenziale”.

Per i giudici “in assenza di un adeguamento dell’ordinamento della dirigenza a quella statale, tale condizioni metterebbe in luce tutte le sue storture in caso di immissione in servizio di figure dirigenziali a tempo indeterminato, con il paradosso di unità dirigenziali neo assunte, inquadrate direttamente in seconda fascia, in posizione teoricamente prioritaria nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali nei confronti della totalità dei dirigenti in servizio, collocati in terza fascia, molti dei quali titolari da anni di incarichi dirigenziali generali o di strutture dirigenziali intermedie”.

Pil della Sicilia, gli effetti del coronavirus non prevedibili

Nel corso dell’audizione, l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, ha risposto alle cirtiche su Pil e coronavirus sottolineando come la nota di aggiornamento del Defr sia stata approvata a fine ottobre dell’anno scorso dal governo Musumeci e non può ovviamente tenere conto di fattori in quei tempi non ancora noti.

Il Def, inoltre, ha sottolineato Armao, non poteva tenere conto neppure della parifica del rendiconto 2018 avvenuta a dicembre, due mesi dopo l’approvazione della nota di aggiornamento.

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