Le Regioni di centrodestra si coalizzano contro il Rdc - QdS

Le Regioni di centrodestra si coalizzano contro il Rdc

Raffaella Pessina

Le Regioni di centrodestra si coalizzano contro il Rdc

sabato 13 Novembre 2021

“Fallimento annunciato”: dalla Sicilia al Veneto, nota congiunta degli assessori. “Erogate somme senza prima attrezzare i centri per l’Impiego”

ROMA – Unanime condanna da parte degli assessori regionali al lavoro delle Regioni italiane, che in una nota congiunta hanno voluto esprimere il proprio dissenso sul provvedimento del reddito di cittadinanza. “Che il reddito di cittadinanza non avrebbe funzionato nella sua duplice finalità di contrastare l’indigenza e di promuovere la ricollocazione lavorativa dei suoi beneficiari, era prevedibile fin dall’inizio”.

Tra i firmatari anche l’assessore regionale della Sicilia al ramo Antonio Scavone. “L’architettura complessa, la numerosità degli attori coinvolti, le responsabilità diffuse e sovrapposte ci hanno fatto assistere alla cronaca di un fallimento annunciato, fino alle ultime notizie di veri e propri illeciti”, spiegano gli assessori.

“Del resto, questo fallimento era già implicitamente prefigurato da chi ne ha costruito l’impianto, con il coinvolgimento dei Navigators a supporto dei percettori di reddito di cittadinanza nel loro percorso di reinserimento nel mercato del lavoro”. Gli assessori salutano quindi con soddisfazione la revisione di questo provvedimento: “Indubbio quindi – proseguono – che l’impianto originario andasse rivisto, come si appresta a fare il Governo. Non a caso, è stata proprio l’ex Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo – prima firmataria del primo disegno di legge sul reddito di cittadinanza – a nominare il Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza, presieduto dalla Professoressa Saraceno”.

Nella nota vengono sottolineati i rilievi del Comitato che ha evidenziato il disallineamento tra il sostegno monetario e le iniziative di attivazione, situazione ulteriormente peggiorata dalla pandemia. “Lo stesso Comitato ha rilevato altre criticità del reddito di cittadinanza – ricordano ancora gli assessori- nella sua declinazione di politica attiva del lavoro in particolare : la definizione di offerta congrua, gli incentivi al lavoro. Non addita le Regioni per gli insuccessi del RdC le cui difficoltà attuative potrebbero persino ripetersi nella realizzazione del nuovo programma di politica attiva denominato Gol, previsto dal Pnrr quale linea di intervento nell’ambito della Riforma delle Politiche attive del lavoro e formazione”. “Il progetto GOL – concludono i responsabili regionali – è un’altra occasione che non può essere sprecata e che richiede l’impiego delle migliori energie del Paese, oltre che la leale e soprattutto vera collaborazione istituzionale tra Stato e Regioni. L’auspicio è che queste energie siano spese unicamente per dotare i nostri mercati territoriali del lavoro di efficaci sistemi di politiche attive per il lavoro, piuttosto che per precostituirsi alibi di altri fallimenti”.

Non si fa attendere la replica di Mario Perantoni, deputato del Movimento Cinque Stelle e presidente della commissione Giustizia della Camera: “Secondo questi signori – ha scritto – il reddito di cittadinanza sarebbe, in sostanza, solo un furto e non una misura di indispensabile giustizia sociale. Non gli viene in mente che gli abusi criminali devono essere perseguiti senza eliminare una necessaria norma di civiltà”. Replica a sua volta Raffaele Speranzon, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Veneto. “Siamo lieti che anche molti presidenti di Regione concordino con Fratelli d’Italia nel bocciare il reddito di cittadinanza, uno strumento inutile per il rilancio dell’economia e dell’occupazione e che si è rivelato solo uno spreco di denaro pubblico”.

Condanna anche da parte del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sull’RdC: “Sul reddito di cittadinanza la nostra posizione è chiara: così come è strutturato il reddito di cittadinanza non dà quelle risposte che si prefiggeva, necessarie al contrasto della povertà. E’ diventato un disincentivo a cercare lavoro. Ed è stato fallimentare sulle politiche attive del lavoro. Si mettono 4 miliardi sui centri per l’impiego che sono stati un fallimento, evidentemente si vuole fare un fallimento più costoso”.

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Un commento

  1. Rai Kom ha detto:

    A questi geni non viene in mente il fatto che il lavoro in Italia non c’è?

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