Regolarizzazione, si va verso un accordo su permessi da tre mesi - QdS

Regolarizzazione, si va verso un accordo su permessi da tre mesi

redazione web

Regolarizzazione, si va verso un accordo su permessi da tre mesi

giovedì 07 Maggio 2020

Per lavoratori con contratto scaduto, che sono circa trecentomila. Ora serve l'ok politico, ma Crimi la pensa come Salvini e Meloni. Differente la situazione in Sicilia con Angela Foti. Dai produttori "pieno appoggio alla ministro Bellanova"

Una proroga di tre mesi del permesso di soggiorno per i braccianti cui è scaduto il contratto come lavoratori stagionali. Questo al momento – si apprende – il punto di caduta delle lunghe trattative sulla regolarizzazione che hanno impegnato anche oggi i ministri di Politiche agricole, Interno, Lavoro e Sud.

La misura riguarderà il settore agricolo e anche il lavoro domestico. Gli uffici legislativi dei ministeri stanno limando un testo.

Toccherà poi ai capi delegazione nel Governo valutare se inserirlo nel decreto maggio che andrà nel cdm di domani.

L’ipotesi di partenza – sulla quale spingevano Teresa Bellanova e Giuseppe Provenzano e che aveva l’ok di Luciana Lamorgese – prevedeva una proroga di sei mesi del permesso di soggiorno per i lavoratori cui era scaduto il contratto di lavoro.

In tanti hanno perso il lavoro durante l’emergenza Coronavirus.

Ma Nunzia Catalfo del M5s si è opposta per via del no del capo politico grillino Vito Crimi, contrario alla regolarizzazione con argomentazioni piuttosto confuse: oggi ha dichiarato “Noi siamo per l’emersione del lavoro nero, quello dei migranti o meno. Su quel fronte siamo disponibili”

Alla fine sarebbe passata l’ipotesi di compromesso dei tre mesi, per evitare che l’Italia rimanga senza cibo.

La misura punta a regolarizzare anche attraverso la richiesta del datore di lavoro, che dovrà versare un contributo allo Stato.

Ma questa emersione riguarderà soltanto i lavoratori che si trovano già da tempo in Italia.

Secondo le stime circolate nelle discussioni tra i ministri la platea degli interessati dalla misura potrebbe essere intorno alle trecentomila persone. Non è però possibile prevedere quanti datori di lavoro vorranno assumersi l’onere di regolarizzare un dipendente.

Ora gli uffici legislativi dei ministeri stanno mettendo a punto un testo che in giornata dovrà essere valutato dai capidelegazione per avere il via libera finale.

Le aziende del pomodoro, pieno appoggio a Bellanova

Intanto, l’Organizzazione interprofessionale del Pomodoro da Industria del Bacino del Centro Sud Italia ha scritto alla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per manifestare il pieno appoggio alla sua presa di posizione in merito alla regolarizzazione dei lavoratori di origine straniera che non hanno permessi di soggiorno regolare per permanere nel nostro Paese, e che “rappresentano una risorsa fondamentale per il settore agricolo”.

Il raggruppamento rappresenta 18 organizzazioni di produzione agricola e 51 aziende di trasformazione, che nel complesso realizzano più del 50% della produzione nazionale.

“Per la nuova stagione il settore agricolo avrà bisogno di migliaia di lavoratori, 25.000 lavoratori stagionali solo per il comparto del pomodoro, ed è fondamentale che siano tutte persone regolari.

Le preoccupazioni in relazione al nesso causa-effetto tra assenza di regolarizzazione dei lavoratori e crescita del caporalato, che come filiera ci siamo impegnati a contrastare in maniera ferma, è evidente, e trova in un’iniziativa di regolarizzazione dei lavoratori un elemento risolutivo di sistema” dichiara Guglielmo Vaccaro Presidente dell’OI del Pomodoro da Industria del Bacino del Centro Sud Italia.

“È urgente che si proceda in questa direzione perché la stagione si avvicina ed è già caratterizzata da elementi di incertezza per il contesto sanitario nel quale ci troveremo ad operare, per cui deve poter essere una certezza per le nostre aziende contare su lavoro regolare, contrastando così il caporalato”.

L’ira di Salvini e Meloni, ma loro fecero lo stesso

Intanto Giorgia Meloni, leader di FdI ha scritt su twitter “Regolarizzare 600mila clandestini vuol dire premiare chi è arrivato in Italia violando le leggi e penalizzare gli stranieri che non sono arrivati aspettando di poterlo fare a norma di legge attraverso il decreto flussi. È un pessimo segnale. Non è ciò che fa uno Stato serio”.

E il capo della Lega Nord Matteo Salvini ha aggiunto “se ci sarà una sanatoria di centinaia di migliaia di abusivi protesteremo a nome degli italiani sia nelle aule del parlamento che fuori dalle aule del parlamento”.

Entrambi non ricordano che due governi di centrodestra comprendenti la Lega firmarono simili sanatorie.

Foti (M5s), quali misure di contrasto adotta la Sicilia?

E a dimostrare come tra i grillini le idee sull’argomento regolarizzazione siano piuttosto confuse la deputata regionale siciliana del Movimento, Angela Foti, ha presentato un’interrogazione al governo Musumeci in cui afferma: “In Sicilia il cinquanta per cento dei braccianti agricoli lavora in nero e spesso in condizioni disumane. Quale è il livello di attuazione dei protocolli siglati dalla Regione per contrastare il caporalato?”.

“Il 13 giugno 2019 – ricorda Angela Foti – il presidente della Regione ha deliberato di destinare risorse per realizzare interventi (in base a un protocollo stipulato nell’aprile 2018, con il ministero dell’Interno, nell’ambito di un programma del Pon Legalità 2014/2020) per rafforzare strumenti di presidio e controllo del territorio in aree strategiche per lo sviluppo, anche contro il caporalato. Era prevista una rete di infrastrutture per la videosorveglianza e la rilevazione ambientale delle attività criminose con interventi pilota da realizzare in numerosi comuni del Catanese e del Ragusano. Facile infatti immaginare come nel silenzio generale dello sfruttamento di queste persone si sia incuneata anche la malavita “.

“Sfruttamento per centinaia di braccianti agricoli africani”

“Sono comunque diverse le situazioni nell’Isola – prosegue Foti – e secondo quanto riferito in audizione alla Camera dei deputati l’anno scorso da rappresentanti sindacali siciliani, una delle più importanti è a Cassibile, frazione rurale a pochi chilometri da Siracusa, dove in particolare tra i mesi di febbraio e giugno centinaia di braccianti agricoli africani subiscono una grave condizione di sfruttamento e vivono in baracche di cellophane all’interno di un campo agricolo in condizione di schiavitù . E questo è solo un esempio. Abbiamo quindi bisogno di sapere, dal governo regionale, qual è lo stato dell’arte specie alla luce del dibattito nazionale in cui la nostra regione non può fare trapelare incertezze sulla precisa volontà di umanizzazione nei confronti di chi di fatto è una risorsa per l’agricoltura”, conclude la deputata.

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