Reinserimento sociale di persone con schizofrenia grazie ai risultati ottenuti dal progetto Triathlon - QdS

Reinserimento sociale di persone con schizofrenia grazie ai risultati ottenuti dal progetto Triathlon

redazione

Reinserimento sociale di persone con schizofrenia grazie ai risultati ottenuti dal progetto Triathlon

mercoledì 06 Novembre 2019

L’iniziativa è stata ideata con l’obiettivo di far fronte alle difficoltà assistenziali delle persone colpite da psicosi

in collaborazione con ITALPRESS

LATINA – In Italia, si stima che la schizofrenia colpisca tra 250 a 500 mila persone. Questa malattia si manifesta con una serie di sintomi quali deliri, allucinazioni, linguaggio e comportamento disorganizzato, che compromettono il rapporto dell’individuo con la realtà e la sua capacità di stabilire relazioni interpersonali.

“L’attività di Onda – ha spiegato Francesca Merzagora, presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, in occasione della presentazione dei primi risultati del progetto Triathlon, svoltasi presso la Asl di Latina – è da tempo orientata alla promozione della salute mentale e di una conoscenza attiva dei disturbi psichici per combattere lo stigma e favorire un reinserimento delle persone colpite da queste malattie. Per questo abbiamo aderito a Triathlon nella sua fase formativa, convinti che sia un utile strumento per il reinserimento sociale”.

Il progetto, nato con l’obiettivo di far fronte alle difficoltà assistenziali delle persone colpite da psicosi per favorirne il recupero e il reinserimento sociale e lavorativo, ha introdotto nel 2016 un percorso formativo che offre la possibilità a queste persone di conseguire la Patente europea del computer (Ecdl), allo scopo di promuovere l’avvicinamento al mondo del lavoro, la socializzazione e l’impegno nel raggiungimento di un obiettivo. Dopo questa prima fase, che ha visto il coinvolgimento di 37 Dipartimenti di salute mentale di tutta Italia, l’iniziativa è proseguita nel corso del 2019 dando l’opportunità ad altri cinquanta pazienti di partecipare all’iniziativa.

“Grazie al progetto Triathlon – ha aggiunto Merzagora – in questi anni, abbiamo dato la possibilità a molti ragazzi che soffrono di psicosi di affrontare un percorso formativo che, al di là delle competenze tecniche acquisite, è stato importante come esperienza umana per l’impegno richiesto, per la possibilità di socializzare e di affrontare queste prove insieme ad altri. Dall’inizio del progetto sono stati coinvolti oltre ottanta ragazzi in tutta Italia che hanno completato tutte o alcune fasi della formazione; 14 di loro, lo scorso anno hanno raggiunto il traguardo e hanno conseguito la Patente europea del computer. Quest’anno, facendo tesoro dell’esperienza, abbiamo deciso di offrire questa opportunità ad altri cinquanta ragazzi: è stato semplificato il percorso rendendolo più interattivo e integrando teoria e pratica. Ci auguriamo di poterli vedere tutti al traguardo”.

“La schizofrenia – ha commentato Claudio Mencacci, presidente Comitato tecnico-scientifico di Onda e direttore Dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Milano – in quanto disturbo psichico grave e dall’andamento complesso rappresenta una condizione cronica che si riflette sul piano personale, lavorativo, sociale e familiare. Sul piano sociale persistono ancora oggi la discriminazione e lo stigma nei confronti dei soggetti affetti da schizofrenia, spesso dovuti a una scarsa conoscenza della malattia, che si ripercuotono inevitabilmente sul percorso terapeutico. Infatti, lo stigma percepito dal paziente influisce sfavorevolmente sulla sua autostima, suscitando sentimenti negativi e ostacolando l’obiettivo della recovery. Iniziative e opportunità come quelle offerte dal progetto Triathlon consentono al paziente di tentare di andare oltre l’‘etichetta’ di malattia per appropriarsi di un’identità personale, valorizzando le proprie risorse”.

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