Revisionismo, l'Assessora canta "Faccetta nera" alla radio - QdS

Revisionismo, l’Assessora canta “Faccetta nera” alla radio

redazione web

Revisionismo, l’Assessora canta “Faccetta nera” alla radio

lunedì 11 Gennaio 2021

Esponente di FdI nella giunta veneta è stata invitata da Zaia a scusarsi. La condanna della Comunità ebraica e la chiusura del suo profilo Fb. Migliaia di firme sulla petizione per chiederne le dimissioni

Bufera sull’assessore all’istruzione della Regione veneto, Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia, che ha intonato “Faccetta nera” durante la trasmissione radiofonica “La zanzara”.

Persino il governatore leghista del Veneto Luca Zaia ha preso le distanze dopo le generali accuse di revisionismo.

“Faccetta nera – ha detto Zaia – riprende un periodo storico buio nella nostra storia, di colonialismo e di condizione difficile per le donne in quel periodo. Penso che da parte dell’assessore Donazzan siano doverose delle scuse”.

Ma la Donazzan ha parlato invece di “Un periodo da consegnare definitivamente alla storia per ottenere una reale ed effettiva pacificazione nazionale assicurando dignità di memoria a tutti coloro hanno sacrificato la propria vita durante la guerra civile tra il 1943 ed il 1945”.

“Se a sinistra – ha aggiunto – tra i pochi che condividono questa necessità, qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso. A tutti quelli, invece, che non vedono l’ora di sfruttare certe strumentalizzazioni per ribadire odio e livore non ho nulla da dire. Ora ho cose molto più importanti di cui occuparmi”.

Dopo le dichiarazioni il profilo dell’assessore non appare più su Facebook, Instagram e Twitter.

Uccisa da Fb and Co – ha commentato -. Si chiama pulizia etnica del pensiero”.

La condanna della comunità ebraica

Ma durissima è stata la condanna di Elena Donazzan da parte della Comunità ebraica: “Chi siede nelle istituzioni deve avere consapevolezza dei propri gesti”

Ucei e Comunità Ebraica di Venezia hanno sottolineato come la canzone “riecheggia un triste e ignobile passato: queste note facevano rabbrividire per la leggerezza e piacevolezza con cui sono state condivise” con comportamenti “che appaiono chiaramente elogiativi della dittatura fascista“.

E rivolgendosi al governatore leghista Zaia hanno affermato: è evidentemente necessaria una formale condanna dell’accaduto.

Intanto il popolo del web si è mobilitato attivando una petizione online su change org in cui si chiedono le sue dimissioni per apologia di fascismo.

In pochissimo tempo sono state raccolte diverse migliaia di adesioni.

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