Rifiuti, a Siracusa quattro arresti della Finanza per truffa - QdS

Rifiuti, a Siracusa quattro arresti della Finanza per truffa

redazione web

Rifiuti, a Siracusa quattro arresti della Finanza per truffa

giovedì 25 Giugno 2020

Le Fiamme gialle hanno portato in carcere tre imprenditori della Ecomac smaltimenti e un dirigente del libero consorzio comunale di Siracusa accusati di illecita intermediazione, sfruttamento di manodopera, indebiti finanziamenti. Il funzionario accusato anche di corruzione

La Guardia di Finanza di Siracusa ha arrestato tre imprenditori e un dirigente del libero consorzio comunale di Siracusa accusati a vario titolo di illecita intermediazione, sfruttamento del lavoro e truffa aggravata in concorso.

Al dirigente pubblico è contestato il reato di corruzione per l’esercizio della funzione.

Sono stati rinchiusi nel carcere di contrada Cavadonna Angelo Aloschi, Gianfranco Consiglio, e Salvatore Montagno Grillo, e il dirigente pubblico Domenico Morello.

Secondo l’indagine – condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza aretusea e cordinata dal procuratore di Siracusa Sabrina Gambino con l’aggiunto Fabio Scavone e i pm Salvatore Grillo e Tommaso Pagano – i tre imprenditori avrebbero dolosamente violato le norme del contratto collettivo di categoria in materia di retribuzione e riposi e le disposizioni di salute sicurezza sul lavoro dei dipendenti beneficiando di un indebito vantaggio e realizzando un risparmio di spesa.

La società Ecomac smaltimenti, che opera nel trattamento e smaltimento rifiuti, avrebbe sottoposto i dipendenti a condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno.

I dipendenti sarebbero stati pagati con una tariffa oraria che corrisponde alla metà di quella prevista dai contratti di lavoro.

Inoltre la società avrebbe indebitamente ottenuto dalla Regione siciliana un finanziamento a fondo perduto di ottocentomila euro per la costruzione ad Augusta di una nuova piattaforma per lo stoccaggio il trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi.

Gli indagati avrebbero però dichiarato falsamente, secondo le Fiamme gialle, di osservare gli obblighi dei contratti nazionali e rispettare le norme sui riposi.

Secondo la Guardia Di Finanza la società non avrebbe avuto i requisiti di ammissibilità ai contributi pubblici.

Per attivare l’impianto è stata chiesta un’autorizzazione al libero consorzio comunale rilasciata dal dirigente Morello “una volta raccolto l’impegno che i gestori avrebbero remunerato con l’assunzione di due soggetti” da lui segnalati.

Disposto anche il sequestro della somma di 318.620 euro percepite indebitamente in danno della Regione Siciliana.

La Procuratore di Siracusa, così si bara sulle regole

“E’ una risposta chiara a questo territorio. Un’operazione che tocca la criticità del bisogno di lavoro e del trattamento dei lavoratori ai fini di un mero guadagno delle imprese”.

Lo ha detto la procuratore capo di Siracusa Sabrina Gambino commentando l’operazione.

“Fino ad arrivare – ha aggiunto – all’ennesima strumentalizzazione del ruolo di controllo. Assunzioni di soggetti al funzionario ma il vantaggio era strumentale perché funzionale al successo elettorale. E questo vuole dire barare sulle regole elettorali”.

“Un intervento deciso ed efficace sul territorio che mostra in un settore come quello dei rifiuti che mostra una serie di criticità” lo ha definito il comandante provinciale delle Fiamme gialle Luca De Simone.

L’inchiesta partita dalla denuncia di un lavoratore

“Purtroppo – ha aggiunto il procuratore aggiunto Fabio Scavone – se gli organi competenti a controllare fiancheggiano simili situazioni diventa un reato impossibile da accertare. Ma ringraziamo le Fiamme gialle che hanno cambiato mentalità e approccio riuscendo in questi ultimi mesi a mettere a segno operazioni decisive”.

“Nella serie di operazioni – ha spiegato il tenente colonnello Antonino Scaibarrà – emerge un degrado dell’etica della responsabilità. Le indagini sono scattate dopo la denuncia di un lavoratore sul mancato rispetto delle norme previste nel contratto nazionale di lavoro: percepiva una paga oraria di quattro euro, ben al disotto da quella prevista per legge e senza il rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Abbiamo iniziato intercettazioni telefoniche e riprese video e ascoltato altri lavoratori ed accertato alla fine le diverse violazioni di legge”.

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