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Rifiuti, Procura Palermo chiede il commissariamento dell’Amap

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Rifiuti, Procura Palermo chiede il commissariamento dell’Amap

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giovedì 13 Maggio 2021

L'audizione rientra nell'ambito dell'inchiesta sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia. I fanghi, anziché essere smaltiti in appositi impianti, sono finiti spesso in mare

La Procura di Palermo ha chiesto al gip il commissariamento dell’Amap, l’ex municipalizzata che gestisce il servizio idrico a Palermo. L’istanza è al vaglio del giudice.

La circostanza è stata riferita alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, dal Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, audito con i procuratori aggiunti Marzia Sabella e Sergio De Montis.

Nel corso dell’audizione sono emerse criticità nella gestione di diversi impianti di depurazione che avrebbero determinato inquinamento del mare in numerosi tratti.

Dopo la richiesta di commissariamento, Amap avrebbe cercato di migliorare gli impianti e modificato lo statuto stabilendo che tutti gli utili siano destinati alla manutenzione e ammodernamento dei depuratori.

L’indagine della Procura di Palermo su cui i magistrati hanno riferito ha riguardato diversi impianti di depurazione di Amap, accertando gravi situazioni di inquinamento del Mar Tirreno, del golfo di Castellammare e del fiume Nocella.

Altre criticità riguardano il depuratore di Acqua dei Corsari di Palermo: i magistrati hanno riferito che rispetto a una produzione di circa 44 mila tonnellate di fanghi, dal 2015 al 2017 l’impianto ha prodotto una quantità di circa 2mila tonnellate annue, scesa nel 2018 a sole 28 tonnellate.

Il resto, secondo quanto riferito dai pm, sarebbe stato scaricato in mare.

Nell’impianto sono stati conferiti, secondo quanto accertato dalla Procura, anche il percolato proveniente dalla discarica di Bellolampo che, come i fanghi, sarebbe stato sversato in mare. A settembre 2020 la Commissione aveva effettuato un sopralluogo al depuratore di Balestrate riscontrando numerose criticità, nonostante l’impianto risultasse formalmente in regola. Tali criticità erano state evidenziate dalla Commissione in una apposita relazione depositata il giorno successivo presso la Procura di Palermo.

“L’inchiesta della Commissione sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia sta portando alla luce situazioni davvero surreali. Il depuratore di Acqua dei corsari a Palermo è un esempio eclatante: in mare non avrebbe scaricato solo fanghi, ma anche il percolato di Bellolampo. E, altra assurdità, l’impianto pretendeva di depurare il percolato della discarica e rimandare poi nel sito i propri fanghi con una procedura di emergenza”, dice il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.

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