Riforma rifiuti, Musumeci tradito dalla sua coalizione - QdS

Riforma rifiuti, Musumeci tradito dalla sua coalizione

Raffaella Pessina

Riforma rifiuti, Musumeci tradito dalla sua coalizione

giovedì 07 Novembre 2019

Il governo è caduto sotto i colpi del voto segreto all'Ars. Musumeci infuriato con le opposizioni che ne chiedono le dimissioni. Stamattina prosegue il muro contro muro. La seduta di ieri minuto per minuto

PALERMO – La legge di riforma dei rifiuti bloccata sul nascere.

Il governo Musumeci è caduto sotto i colpi del voto segreto all’Ars e la riforma dei rifiuti rischia il naufragio: non solo l’aula ha bocciato l’articolo 1, l’architrave del disegno di legge, ma anche su altre norme l’opposizione è riuscita a far passare emendamenti.

Il voto ha mandato su tutte le furie il governatore Nello Musumeci, che ha detto, tra l’altro: “La legge sui rifiuti che deve mettere ordine e contrastare la criminalità organizzata non si può fare con un Parlamento che si nasconde dietro il voto segreto“.

“Musumeci – ha risposto il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo – prenda atto che senza una maggioranza non si può governare la Sicilia, si dimetta e convochi le elezioni“.

“Questa – ha aggiunto il capogruppo M5s Francesco Cappello – è la pietra tombale sul governo Musumeci, un esecutivo dall’encefalogramma piatto che, a due anni dal suo insediamento non è riuscito a cavare un solo ragno dal buco, se non per i cavalli della sua Militello e le riforme strombazzate in campagna elettorale vengono bocciate dalla sua stessa maggioranza“.

“Con questo disegno di legge – ha aggiunto Lupo entrando nel merito della riforma – il governo Musumeci scarica i debiti sui comuni mandandoli in dissesto e facendo pagare il conto ai siciliani e abbiamo votato contro l’articolo 1, così come anticipato perché non tiene conto delle nuove direttive europee sull’economia circolare

“Dopo un anno – ha ribattuto Musumeci – dalla presentazione del disegno di legge sulla riforma da parte del governo e ventinove sedute di Commissione, una parte dell’Assemblea regionale ha deciso di bloccare tutto. Qualcuno, fuori dal Palazzo, brinda e ringrazia“.

A rispondergli a tono è stato Claudio Fava: “chi brinda e ringrazia sono i padroni delle discariche private, in assenza di un Piano sui rifiuti che con il disegno di legge presentato dal governo non c’entra un fico secco“.

“Il governo regionale – ha aggiunto il presidente dell’Antimafia -, scelta la strada dello scontro in aula, è stato sconfitto dalla propria debolezza mista a supponenza: il ddl era confusionario e inadeguato, come dimostra la lunga teoria di emendamenti presentati dallo stesso esecutivo, e soprattutto non affronta nessuno dei temi strutturali sul tema della gestione dei rifiuti. Ma davanti alla manifesta mancanza di tenuta della sua maggioranza, Musumeci, invece di interrogarsi sui propri errori, pensa di inveire contro le opposizioni, le stesse che da settimane chiedevano di poter affrontare una discussione in Commissione, che proprio il governo ha impedito”.

Anche stamattina è muro contro muro

“Noi vogliamo andare avanti con lealtà e con grande coerenza” ha detto oggi Musumeci, dopo che ieri a tarda sera in un vertice di maggioranza è stato deciso di proseguire con l’esame del testo martedì prossimo presentando emendamenti di riscrittura.

Gli uffici dell’Ars spiegano infatti che il testo rimane in aula e che l’art.1 bocciato non inficia il resto del ddl, perché si trattava di norme di principio.

In vista della prossima seduta, alcuni pontieri della maggioranza cercheranno un dialogo con le opposizioni, che non è semplice.

Il muro contro muro, insomma, continua.

“Abbiamo già chiesto – ha detto il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo – il rinvio in Commissione, perché quel testo non sta in piedi, fa acqua da tutte le parti; se il governo ritiene di andare avanti noi faremo la nostra parte, proseguendo la battaglia”.

Anche il M5s tiene il punto: “il ddl – ha ribadito Giampiero Trizzino – in aula non può rimanere, torni in commissione e si discutano gli emendamenti. Prima del voto finale è passato l’emendamento che scardinava la distribuzione degli ambiti per provincia anche coi voti della maggioranza è evidente che l’impianto di Musumeci non piace neppure ai suoi compagni di partito”.

Disdetta dunque la seduta della Commissione Ambiente dell’Ars che si sarebbe dovuta riunire stamani per un approfondimento del disegno di legge sui rifiuti: la bocciatura dell’art.1, ha fatto venire meno l’accordo sulla gestione dei lavori.

Cosa è accaduto ieri in aula

Nella seduta di ieri dell’Assemblea regionale siciliana dove il Partito democratico ha dato battaglia con i suoi emendamenti, per contrastare i disegno di legge governativo che inutilmente aveva cercato di rinviare in commissione di merito nella seduta precedente, non avendo i numeri per far approvare la richiesta a Sala D’Ercole.

In particolare, martedì scorso il Presidente della Regione, Nello Musumeci intervenendo in Aula con la relazione al disegno di legge sui rifiuti, si era mostrato disponibile ad un confronto con i capigruppo assembleari. E di fatto, alcuni articoli del ddl, particolarmente importanti e suscettibili di lunghe discussioni sono stati rinviati in commissione per una riscrittura.

Il nodo del debito della gestione degli Ato

L’accordo raggiunto, data anche l’importanza di approvare una legge di riforma tra le più necessarie in Sicilia. È stato quello di portare in Aula solo i primi cinque articoli della legge, che a detta della maggioranza, stabilisce le linee generali. Ma il Partito democratico non è stato d’accordo fin dall’inizio e nei loro interventi, sia il capogruppo Giuseppe Lupo che il dem Antonello Cracolici hanno rilevato che il Governo fin dall’inizio deve dire chiaramente come si farà a ripianare il debito di un miliardo e 780 milioni circa generatosi con la gestione degli Ato in precedenza, in materia di rifiuti.

Con fatica la serata a Sala D’Ercole, guidata dal vice presidente, Roberto Di Mauro, ha cominciato ad esaminare tutti gli emendamenti all’articolo uno. Un articolo che dichiara semplicemente che la legge di riforma è conforme ai principi contenuti nelle direttive dell’Ue, ad alcune leggi nazionali in materia di ambiente.

La richiesta di voto segreto

In Aula ieri sera il Presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore regionale al ramo, Alberto Pierobon. L’esame degli emendamenti si è trascinato tra una richiesta di voto segreto, un’altra richiesta di numero legale e di un intervento sull’ordine dei lavori. Una melina snervante che ha messo a dura prova la pazienza del presidente di turno dell’Aula.

Il M5s, “Ridiscutere anche i primi cinque articoli”

Anche i Cinquestelle si sono dati da fare: Giampiero Trizzino ha sostenuto la tesi del Pd sulla necessità di ridiscutere anche i primi cinque articoli del ddl perché in questi “sono comprese le linee generali di norme che verranno distribuite negli articoli successivi”.

Insomma, nonostante la volontà dichiarata di tutti i partiti di giungere ad una approvazione veloce della legge sui rifiuti che risolva definitivamente i problemi del settore, le opposizioni stanno combattendo in Aula per ottenere delle modifiche sostanziali.

Articolo 1 non approvato per un solo voto

Al punto che l’articolo 1 per un voto non è stato approvato, creando così un problema politico.
Ed infatti, senza esitazione, il vicepresidente dell’Ars, ha deciso di rinviare la seduta di Aula a martedì prossimo.

Raccolta differenziata al 40%

Intanto, in una nota diffusa stamattina, l’Assessorato regionale ha sottolineato che “La raccolta differenziata in Sicilia riferita al primo semestre del 2019, secondo gli ultimi dati del dipartimento Acqua e rifiuti, si attesta sul 40%”.

“Nel 2017 – sottolinea l’Assessorato – era, invece, al 22%. In un anno e mezzo, quindi, la percentuale è quasi raddoppiata, grazie alla squadra messa in campo dalla Regione Siciliana e fatta dai sindaci, dai tecnici, dalle associazioni ambientalistiche e di categoria”.

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