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Rischio dissesto 300 Comuni siciliani, Roma valuta norma

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Rischio dissesto 300 Comuni siciliani, Roma valuta norma

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giovedì 04 Novembre 2021

I sindaci hanno spiegato a ministri e dirigenti dello Stato che "la condizione di crisi finanziaria" dei comuni "è diventata strutturale"

Senza un intervento dello Stato, a fine anno ai 100 comuni della Sicilia già in dissesto se ne potrebbero aggiungere altri 200 che non sono nelle condizioni di approvare i bilanci entro il 31 dicembre.

Un grido d’allarme quello lanciato ieri dall’Anci Sicilia che ha portato a Roma 150 sindaci e che il governo Draghi ha raccolto. “Abbiamo trovato una interlocuzione molto forte da parte del ministro Gelmini, da parte della presidente del Senato e soprattutto abbiamo avuto un incontro durato oltre due ore con la ministra Lamorgese e con tutto lo staff del ministero dell’Interno e del ministero dell’Economia – spiega il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando – Si sta studiando una ipotesi normativa che serva a far comprendere all’opinione pubblica nazionale che i comuni siciliani sono le vittime della mancata attuazione dello Statuto siciliano: quella speciale autonomia che doveva servire allo sviluppo della Sicilia ha finito per emarginare i comuni siciliani rispetto agli altri comuni d’Italia”.

I sindaci hanno spiegato a ministri e dirigenti dello Stato che “la condizione di crisi finanziaria” dei comuni “è diventata strutturale”.

“E’ una condizione inaccettabile – dice Orlando – che certamente non non può essere sopportata e che dipende dalla disattenzione del governo nazionale e di quello regionale”.

Gli amministratori siciliani
hanno chiesto interventi normativi e finanziari urgenti per superare le
criticità, con particolare riferimento al fondo crediti di dubbia esigibilità
(Fcde), all’assunzione di figure professionali qualificate all’interno degli
enti locali in deroga alle disposizioni vigenti (sono più di 15.000 i posti
vacanti nelle piante organiche dei Comuni siciliani), e al ristoro dei mancati
incassi dei crediti frutto dell’inefficienza del gesto regionale Riscossioni
Sicilia Spa”. I sindaci delle isole minori, presenti a Roma, hanno anche
parlato delle difficoltà di rappresentatività in seno all’Ancim e del disegno
di legge “Isole Minori” che giace alla Camera in attesa di
approvazione. Gli amministratori hanno incontrato anche il sottosegretario alle
Infrastrutture Giancarlo Cancelleri che si è fatto carico delle istanze già
elencata in un documento indirizzato al presidente Mario Draghi, sottoscritto
da oltre 200 sindaci e inviato il 26 ottobre scorso: Nel documento si chiede
anche lo spostamento dei termini per l’approvazione dei bilanci e la
costituzione di una Conferenza Stato-Città-Autonomie locali e di un tavolo
permanente che veda protagonisti Stato-Regione-Anci Sicilia per affrontare
quelle che sono delle criticità specifiche della Regione siciliana. (ANSA)

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