Il commissario più amato d’Italia torna su Raiuno (lunedì 9 marzo in prima serata), orfano del suo autore Andrea Camilleri, del regista Alberto Sironi e dello scenografo Luciano Ricceri, quest’ultimo responsabile della scelta quanto mai azzeccata di girare Montalbano in quei posti della Sicilia che, osserva Luca Zingaretti, “sono diventati un luogo dell’anima”.
Due i nuovi film, intitolati “Salvo amato, Livia mia” e “La rete di protezione”, che a causa della scomparsa di Sironi sono stati diretti da Zingaretti: “L’inizio dell’estate è stato un trauma per tutti noi ma grazie alla generosità di Luca e di tutti gli altri, siamo riusciti a portare a termine tutto”, racconta il produttore della Palomar Carlo Degli Esposti.
Zingaretti spiega: “Alberto ha trasformato il materiale eccezionale di Andrea Camilleri in qualcosa di unico nel panorama televisivo. Lui aveva tanti difetti, era un gran casinaro ma, soprattutto, un uomo buono, incapace di provare rancore. E ha una buona parte dei meriti di questa cavalcata meravigliosa”.
I numeri del Commissario Montalbano fanno impressione: 34 episodi (36 con i prossimi due) con punte di ascolto superiore ai 12 milioni e il 44% di share, trasmessi in oltre 65 Paesi del mondo, inclusi Stati Uniti, Gran Bretagna e Iran. Un successo che fa dire al direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta: “Montalbano è il testimonial principe non solo della fiction della Rai ma, anche, della Rai come tale, per la durata, per il successo e, dunque, per le qualità intrinseche del personaggio e del progetto complessivo che ha a monte la penna di Camilleri e la sua storia legata da sempre a quella della Rai.
L’appuntamento con i nuovi episodi di Montalbano torna da più di vent’anni e ogni volta è un evento, una festa popolare che si celebra. Con Montalbano torna il personaggio che il pubblico attende più di ogni altro. Torna un amico che si ha il bisogno e il piacere di incontrare”.
Zingaretti riprende: “Mi fa strano che questi tre se ne siano andati ma si sono goduti la vita. Vorrei che li festeggiassimo in tanti come loro vorrebbero, da dove si trovano parteciperanno con un buon bicchiere di vino rosso”. Sull’esperienza dietro la macchina da presa di Montalbano, l’attore spiega: “Ho detto a tutti: ragazzi, se non mi aiutate voi non ce la faccio. E non c’è stato giorno che io non mi sia chiesto: cosa direbbe Alberto di questa scena? Io non ho fatto la mia regia, quando subentri non puoi che fare quello che ha fatto chi ti ha preceduto.
Di mio c’è una malinconica dolcezza o, se preferite, una dolce malinconia perché in quel momento Andrea era già in ospedale e Alberto sapevamo che non sarebbe tornato. E’ stata un’impresa ciclopica ma mi piace pensare che ad Alberto sarebbero piaciute queste due puntate”.
Nonostante la malinconia, Luca Zingaretti non rinuncia a una battuta: “Da regista penso che Zingaretti sia un attore poco più che straordinario e da attore penso che Zingaretti sia un regista poco più che straordinario”.
Al momento sul futuro di Montalbano regna un po’ di incertezza: “Voglio vedere che succede: prima celebrare con questi due film e, poi, sedersi e far sedimentare questa nuova situazione. E riflettere se finire in bellezza con l’ultimo romanzo che è chiuso nella cassaforte della Sellerio. Ne abbiamo già anche un altro, “Il cuoco dell’Alcyone”, che è uscito mentre eravamo sul set. Voglio elaborare questo lutto e digerire questo dolore, poi vedremo”.
Più determinato Carlo Degli Esposti: “Sono convinto che Montalbano sarà eterno”. Nei confronti di Montalbano, raccontava ancora Camilleri, “ho una sorta di distacco. Lo guardo come uno spettatore qualsiasi perché la trasposizione visiva è così buona che lo rende quasi un’altra cosa e io non sono quasi più l’autore ma divento uno spettatore qualsiasi”. Il commissario Montalbano è prodotto da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti per Palomar con la partecipazione di Rai Fiction. Con Luca Zingaretti ci sono, tra gli altri, Cesare Bocci (Mimi’ Augello), Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella) e Sonia Bergamasco (Livia).