Economia

Pensioni, ufficiale il tasso di rivalutazione: ecco i nuovi importi dal 1° gennaio 2025

È stato appena ufficializzato dal ministero dell’Economia il tasso di rivalutazione che si applica sulle pensioni a decorrere da gennaio 2025. Il decreto del 15 novembre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 278 del 27 novembre.

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La cattiva notizia è che la percentuale di rivalutazione, che segue al tasso dell’8,1% applicato nel 2023 e a quello del 5,4% per il 2024, è persino più basso rispetto a quelle che erano le stime in legge di Bilancio 2025, pari all’1% e la metà esatta di quanto invece era stato previsto nel Def. La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2024, che quindi si applica sugli importi a decorrere dall’1 gennaio prossimo, è infatti pari allo 0,8%.

A questo punto nasce anche un problema per il governo Meloni, visto che con un tale tasso di rivalutazione l’aumento previsto in Manovra 2025 garantirà persino meno dei 3 euro annunciati. Sarà quindi necessario rivederla, con la percentuale del tasso di rivalutazione straordinario per le pensioni il cui importo non supera la soglia del trattamento minimo che dovrebbe salire dal 2,2% al 2,7% come richiesto da Forza Italia.

Vediamo, dunque, come cambiano le pensioni dall’1 gennaio prossimo a seguito della rivalutazione.

Pensioni 2025, come funziona la rivalutazione

Per aggiornare le pensioni verrà utilizzato il meccanismo originariamente previsto dalla legge n. 448 del 1998. Questo sistema prevede solo tre fasce con relative percentuali di rivalutazione, con la differenza che il tasso ridotto si applica solo sulla parte dell’assegno che supera la soglia prevista.

Con la legge di Bilancio 2025 il governo aveva stimato un tasso di rivalutazione dell’1%, confermando la rivalutazione straordinaria già applicata nel 2024. Questa però è stata portata dal 2,7% al 2,2%. Di fatto, le pensioni minime sarebbero così salite da 614,77 euro a 617,89 euro, un incremento di 3 euro molto criticato.

Pensioni minime, invalidità e assegno sociale

Con la rivalutazione dello 0,8% però il governo sarà obbligato a fare un altro sforzo. Alle condizioni attuali, infatti, si passerebbe da una pensione minima di 598,61 euro a una di 603,39 euro. Per effetto della rivalutazione straordinaria del 2,2% ci sarebbe un ulteriore incremento a 616,67 euro. Sarebbero quindi meno di 2 euro in più rispetto allo scorso anno, una cifra davvero povera per chi invece puntava a 1.000 euro di aumento.

Ricordiamo che la rivalutazione si applica anche a pensioni di invalidità civile e Assegno sociale. Per le prime si passerà da 333,33 euro mensili a 336 euro circa. Per quanto riguarda, invece, la cosiddetta “pensione” sociale l’importo sale da 534,41 a 538,68 euro.