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La visita di Macron a Roma per il “Trattato del Quirinale”

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La visita di Macron a Roma per il “Trattato del Quirinale”

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giovedì 25 Novembre 2021

Un’intesa della quale si sa pochissimo, se non che interesserà diversi temi, dalla difesa alla politica estera ed europea, dalla questione migratoria a quella economica, e anche di altri affari

Il presidente francese Emmanuel
Macron è arrivato al Quirinale, accolto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il Presidente della Repubblica riceve il suo omologo nell’ambito della visita a
Roma per la firma del “Trattato per una cooperazione bilaterale
rafforzata”.

“La firma del Trattato per
una cooperazione bilaterale rafforzata è un risultato importante, un testo di
ampio respiro.

È un Trattato che unisce due
Paesi fondatori dell’Unione europea che condividono l’impegno per la
costruzione del grande progetto europeo.

Un rapporto più forte tra Italia
e Francia contribuisce a costruire un’Ue più forte, tanto più necessaria oggi
di fronte a sfide che solo un’Europa più integrata può affrontare, come la
crisi pandemica ha messo in luce”. Lo ha detto il presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella

“La rafforzata cooperazione
tra Italia e Francia – ha aggiunto Mattarella – deve avere l’obiettivo di
portare all’interno dell’Ue la necessaria ambizione. La dimensione europea è
l’elemento chiave in una fase in cui siamo chiamati a superare la crisi legata
alla pandemia e a ripartire con rinnovato slancio per affrontare con successo
le grandi sfide della transizione ecologica e digitale. Le molte misure
previste per rafforzare il dialogo e la cooperazione e stimolare iniziative
comuni sono un investimento nel comune futuro di Italia e Francia”.

Il premier Mario Draghi ha
accolto il presidente francese Emmanuel Macron a Palazzo Chigi, sotto una
pioggia battente, per un incontro bilaterale in vista della firma, domani, del
Trattato del Quirinale. I due leader si vedranno prima in un faccia a faccia,
poi l’incontro si allargherà a ministri e delegazioni. Macron è accompagnato a
Roma dai ministri degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, dell’Economia Brune Le
Maire, della Difesa Florence Parly, dell’Interno Gérald Darmanin e dal
segretario di Stato agli affari europei Clément Beaune. Proprio a causa della
pioggia battente, Draghi ha ricevuto Macron sotto il porticato di Palazzo
Chigi, e non in cortile come di consueto, da dove hanno ascoltato i due inni
nazionali, prima di salire nella sala dei Galeoni per un’altra stretta di mano
in favore delle telecamere.

Alle 18:15 Macron ha avuto un colloquio con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi: un tete-à-tete di 45 minuti, poi un incontro allargato a ministri e delegazioni.

Alle 19:30 il presidente francese tornerà al Quirinale per una cena ufficiale offerta dal presidente della Repubblica. E domattina si celebrerà la cerimonia vera e propria della firma del Trattato.

Il trattato del Quirinale

Nessun “atteggiamento predatorio” della Francia nei confronti dell’economia italiana, ma la volontà comune di rafforzare con “reciproco vantaggio” le relazioni bilaterali nei campi più disparati, dalla politica internazionale a quella europea, dalla cooperazione transfrontaliera tra le due polizie alla cultura, dall’economia appunto alla difesa. Fonti dell’Eliseo precisano gli obiettivi francesi dell’accordo e respingono “quanto letto sulla stampa italiana” in merito alle mire di Parigi su fette di economia italiana come “completamente falso”.

“Quello che vorremmo creare – sottolineano – non è timore, ma una vera cooperazione reciprocamente vantaggiosa. E questo è lo scenario che il Trattato del Quirinale proporrà”.

Del resto, i tempi sono più che
maturi per portare termine l’iniziativa bilaterale, lanciata nel 2017, che da
allora ha visto “diversi rallentamenti” fino alla ripresa dei
negoziati quest’anno: la crisi tra Roma e Parigi è ormai “alle nostre
spalle” e oggi la qualità delle relazioni tra Italia e Francia è
“eccezionale”, affermano ancora all’Eliseo. Tra i due Paesi c’è
“un allineamento di pianeti favorevole”, aggiungono le fonti, per non
dire una luna di miele, dovuto anche alla “vicinanza tra Macron e
Draghi”, che si traduce in un rapporto di “fiducia e rispetto
reciproci”.

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