Rosacea e Covid, l'importanza di non interrompere i controlli - QdS

Rosacea e Covid, l’importanza di non interrompere i controlli

Rosacea e Covid, l’importanza di non interrompere i controlli

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giovedì 22 Aprile 2021

Aprile è il mese internazionale della rosacea, malattia cronica della pelle che può suscitare imbarazzo a causa delle manifestazioni cliniche visibili sul volto. I consigli dei medici specialisti.

Aprile è il mese internazionale della rosacea, malattia cronica della pelle che può suscitare imbarazzo a causa delle manifestazioni cliniche visibili sul volto.

Colpisce circa 415 milioni di persone in tutto il mondo e oltre 3 milioni di persone in Italia, ovvero circa il 7-8% della popolazione adulta. La rosacea, come ogni malattia cronica, necessita di controlli periodici, i quali però nell’ultimo anno, a causa del Covid-19, hanno subito forti rallentamenti. In particolare, come dimostrato in un’indagine condotta in Canada e Germania da Galderma, da inizio pandemia solo il 33% delle persone con rosacea si è recata dal proprio medico o dermatologo e solo l’8% ha ricevuto un video-consulto.

Analogamente, anche in Italia l’epidemia da Covid-19 ha sommerso tutta la sanità, come ha evidenziato il report «Equità di accesso alle cure e Covid-19» dell’associazione Salutequità; rispetto al 2019, nel periodo marzo-maggio 2020 si è avuta una riduzione di circa il 58% del numero di ricette per prestazioni di specialistica erogate e nel periodo gennaio-giugno 2020 la riduzione è stata pari a 13,3 milioni di prestazioni di accertamenti diagnostici e a 9,6 milioni di visite specialistiche.

“L’emergenza sanitaria ha colpito duramente la popolazione, il sistema sanitario e i pazienti affetti da patologie croniche. I malati di rosacea purtroppo rientrano in questa categoria ed è importante sottolineare quanto sia essenziale non interrompere i controlli periodici dermatologici per la riuscita del trattamento”, spiega Giuseppe Micali, Direttore della Sezione di Dermatologia e Venereologia, Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Università di Catania. “Non bisogna dimenticare che la rosacea ha un forte impatto anche sull’aspetto psicologico del paziente, in quanto le sue manifestazioni cliniche possono rappresentare motivo di imbarazzo. Ecco perché una corretta aderenza terapeutica risulta ancor più necessaria”.

La rosacea è una malattia infiammatoria cronica della pelle. Si tratta di una condizione visibile, spesso caratterizzata da sintomi quali arrossamento transitorio o persistente e/o manifestazioni infiammatorie quali papule e/o pustole. Questi sintomi se trascurati, possono aggravarsi diventando persistenti. Per questo motivo è stata creata una guida personalizzata per la visita con il dermatologo che i pazienti possono compilare e scaricare sul sito www.facciaafacciaconlarosacea.it realizzato da Galderma.

Il sito Web guida gli utenti con una serie di domande relative ai propri segni e sintomi, all’impatto emotivo della rosacea e ai trattamenti utilizzati. Una volta completato il questionario viene generata una guida per la visita dermatologica personalizzata in grado di facilitare un dialogo aperto medico-paziente.

Un recente studio multicentrico italiano, pubblicato su Dermatologic Therapy Journal, ha analizzato l’impatto dell’uso della mascherina, indossata per almeno 6 ore al giorno, nei pazienti con rosacea e acne non in trattamento. In entrambi i casi, è stato rilevato che l’uso prolungato del dispositivo aveva peggiorato i sintomi della malattia, influendo in modo significativo sulla qualità di vita dei pazienti. In particolare, per la rosacea, è stato riscontrato dopo 6 settimane un peggioramento della malattia, rilevato sia dal clinico sia dall’autovalutazione del paziente, con una diminuzione statisticamente significativa nella qualità di vita.

“Questo studio ha evidenziato come la mascherina mantenuta aderente sul viso per tutta la giornata, protettiva per il SARS-CoV-2, è però dannosa per le dermatosi infiammatorie del viso, come la rosacea”, commenta Giovanni Damiani, Assegnista di Ricerca presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore dello Young Dermatologists Italian Network (YDIN).

“Lo studio ha seguito 36 pazienti con rosacea durante il primo lockdown ed ha monitorato l’andamento della patologia valutandoli al tempo 0 e dopo 6 settimane. I risultati sono stati inaspettati in quanto la mascherina andava a peggiorare la gravità della rosacea aumentando il numero di pustole e l’intensità dell’eritema. In altre parole, la mascherina amplificava l’infiammazione della pelle dei pazienti esaminati. Risulta, perciò, cruciale consultare il proprio specialista anche in pandemia per un monitoraggio stretto della rosacea, sia questo in persona o in teledermatologia”.

La rosacea
La rosacea è una comune malattia infiammatoria della pelle che presenta caratteristiche cliniche variabili, e che riguarda per lo più le aree centrali del viso, come guance e naso. Riguarda sia maschi sia femmine adulti, spesso dopo i 30 anni. Tra i sintomi più comuni ci sono arrossamento transitorio o persistente, lesioni infiammatorie, oltre a pizzicore, bruciore e aumentata sensibilità della pelle. Spesso possono essere colpiti anche gli occhi, che presentano arrossamento accompagnato da sensazione di secchezza e prurito.

Le cause della rosacea sono ancora dibattute, ma sono noti diversi fattori scatenanti, tra i quali il consumo di cibi piccanti o bevande alcoliche, stress emotivo, esposizione solare, bagni caldi. Sulla pelle delle persone affette da rosacea, anche gli acari del genere Demodex, generalmente innocui, possono essere individuati in quantità elevate.

La rosacea può peggiorare se non trattata e le persone che sospettano di soffrirne devono consultare il proprio dermatologo per una diagnosi precoce e per discuterne il trattamento.

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