Rousseau dice sì all'accordo con il 79,3%, via libera al governo giallorosso di Giuseppe Conte - QdS

Rousseau dice sì all’accordo con il 79,3%, via libera al governo giallorosso di Giuseppe Conte

redazione

Rousseau dice sì all’accordo con il 79,3%, via libera al governo giallorosso di Giuseppe Conte

martedì 03 Settembre 2019

"Dalle 9 alle 18 hanno espresso la propria preferenza 79.634 iscritti del M5s, su una base di aventi diritto che ha raggiunto il numero di 117.194 iscritti" ha annunciato l'Associazione Rousseau. On line una bozza di programma in 26 punti. I Sì sono stati 63.146 (79,3%), i No 16.488 (20,7%). Adesso il presidente del Consiglio incaricato potrà lavorare alla squadra di governo e presentare il nuovo esecutivo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Un plebiscito su Rousseau, via libera al governo giallorosso di Giuseppe Conte.

“Dalle 9 alle 18 hanno espresso la propria preferenza 79.634 iscritti, su una base di aventi diritto che, alla mezzanotte del 2 settembre 2019, ha raggiunto il numero di 117.194 iscritti” annuncia l’Associazione Rousseau. I Sì sono stati 63.146 (79,3%), i No 16.488 (20,7%).

“Io credo che dobbiamo essere molto orgogliosi che tutto il mondo ha aspettato la pronuncia di questi 80 mila cittadini italiani su una piattaforma digitale che è unicum al mondo” dice Luigi Di Maio in conferenza stampa alla Camera.

“Con la chiusura del lavoro programmatico – ha scritto su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti dopo che era stato reso noto il risultato della votazione su Rousseau – si è fatto un altro passo avanti per un Governo di svolta. Ridurre le tasse sul lavoro, sviluppo economico, green economy, rilancio di scuola, università e ricerca, modifica radicale dei decreti sicurezza. Ora andiamo a cambiare l’Italia”.

“Nelle prossime ore – ha detto Di Maio – ci dedicheremo a trovare i migliori profili le migliori energie per realizzare il programma. Nelle prossime ore conoscerete una squadra di governo guidato dal presidente Giuseppe Conte, a cui va il mio grazie, il mio saluto e a cui mi lega una grande amicizia. Con cui abbiamo lavorato bene e a cui riconoscono il ruolo di garante e super partes, che non è un modo per prendere le distanze ma è la sua funzione, il suo ruolo” . Ora la priorità è “una legge di bilancio che dovrà avere al centro i cittadini, l’ambiente. Sono molto contento del governo che verrà perché si fonda su tante idee che stavamo realizzando. Il nostro obiettivo è realizzare il programma”.

Estremamente stizzita la reazione su Twitter dell’ormai soltanto leader della Lega Nord Matteo Salvini che è passato dalla richiesta di pieni poteri a un pugno di mosche.

Con la consueta retorica ha scritto: “Il governo delle poltrone dura poco, non possono scappare dal voto per sempre. A testa alta, pronti a difendere gli Italiani e a tornare a vincere! Onore e dignità valgono più di 100 ministeri, #maicolPD”

Si è chiusa dunque con un plebiscito la giornata decisiva per la trattativa Pd-M5S sul governo.

Saltato lo schema dei due vicepremier, l’ipotesi su cui starebbero lavorando M5s e Pd in queste ore vedrebbe l’assegnazione di due ministeri di punta ai due “capi delegazione” dei partiti.

E’ quanto trapela in queste ore in ambienti Dem.

Se passasse questo schema – ma in queste ore è ancora tutto in divenire – il capo del M5s Luigi Di Maio, secondo le stesse fonti, potrebbe diventare ministro degli Esteri, andando a guidare la Farnesina. Per il Pd il capo della delegazione sarebbe invece Dario Franceschini, in conseguenza della scelta di Nicola Zingaretti di non entrare nel governo e dopo il passo indietro di Andrea Orlando, che resta al partito da vicesegretario. E’ per questo che circola con insistenza l’ipotesi che Franceschini diventi il ministro dell’Interno.

Ma per il Viminale resta in pole l’idea di un nome tecnico, come quello del prefetto di Milano Luciana Lamorgese o del capo della Polizia Franco Gabrielli.

Il vicesegretario Pd Andrea Orlando e Dario Franceschini intanto sono appena arrivati a Palazzo Chigi dove è previsto un incontro con il premier incaricato Giuseppe Conte e, presumibilmente, la delegazione M5S. Orlando e Franceschini sono arrivati a piedi a Palazzo Chigi, senza rilasciare dichiarazioni.

Nel pomeriggio Andrea Orlando avverte su Fb che lui non entrerà nella nuova compagine governativa.

“Il segretario – spiega Orlando – mi ha proposto di fare parte del nuovo governo con una delega di grande rilievo. Ho declinato per due ragioni. La prima è che, come ripeto da settimane, la nostra richiesta di discontinuità implica la necessità di una forte innovazione anche nella nostra compagine. La seconda, la più importante, è che credo che la scommessa che stiamo facendo si gioca in larga parte nella società e in questo senso sarà determinante il ruolo del nostro partito”.

Per quanto riguarda il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau i votanti sono stati “oltre73mila”, annuncia Enrica Sabatini, membro dell’Associazione Rousseau.

Sul blog M5s è stata pubblicata anche la bozza del documento di programma di governo M5s-Pd. Si tratta di 26 punti, dall’Iva al conflitto di interessi alla sicurezza. Su questo ultimo punto di prevede che: “La disciplina in materia di sicurezza dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”.

“Non credo – aveva commentato Matteo Renzi – che il M5s voglia suicidarsi e che ci siano dubbi: è un atto di responsabilità, se non si va a un governo si va a elezioni con l’aumento dell’Iva e la recessione, non solo un bagno di sangue per l’Italia ma anche per i grillini. Sono ottimista perchè facciano prevalere il buonsenso”.

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