Politica

Salute e rifiuti, ecco quando la Siciliana diventa esemplare

Una premialità di quattrocento milioni di euro per la Sanità della Sicilia.

E’ quanto riconosciuto alla Regione dal Tavolo composto dai rappresentanti dei ministeri dell’Economia e della Salute, che monitora l’andamento del Piano di rientro a cui l’Isola è sottoposta.

Sono fondi che sono stati liberati in virtù degli obiettivi raggiunti nel 2019 dal governo Musumeci per il contenimento dei costi e il contestuale miglioramento nell’erogazione dei servizi sanitari.

Come spiega il ministero della Salute, infatti, i “Piani devono contenere sia le misure di riequilibrio del profilo erogativo dei Livelli essenziali di assistenza per renderle conformi con la programmazione nazionale e con il vigente decreto del presidente del Consiglio dei ministri di fissazione dei Lea, sia le misure per garantire l’equilibrio di bilancio sanitario”.

La comunicazione dell’assegnazione della premialità è avvenuta in occasione della periodica riunione di controllo del Piano a cui partecipano i delegati degli uffici ministeriali e quelli dell’assessorato regionale alla Salute.

Musumeci, un plauso all’assessore Razza

“È un risultato che premia il percorso avviato dal governo regionale – ha affermato il presidente Nello Musumeci – da un lato si prosegue con un’azione di risanamento dei conti pubblici, dall’altro si ottiene una premialità di centinaia di milioni di euro che potranno essere utilizzate per potenziare ancora di più il Sistema sanitario siciliano. Un plauso all’assessore alla Salute Ruggero Razza e ai suoi uffici per l’ottimo lavoro svolto e per il risultato raggiunto. Andiamo avanti”.

Rifiuti, differenziata al 65% in un Comune su tre

Intanto un Comune siciliano su tre ha raggiunto, nel 2019, la soglia del 65 per cento di raccolta differenziata, così come richiesto dall’Ue.

Ai 133 enti locali virtuosi si aggiunge un centinaio di enti locali, stabilmente sopra il 50 per cento, che viaggiano verso gli obiettivi di legge.

Secondo i dati aggiornati alla fine del 2019, pubblicati sul sito del dipartimento Acqua e rifiuti, la media regionale è stata del 40,19 per cento.

Continuano a crescere i Comuni virtuosi (sopra il 65 per cento): nel 2017 erano in 31 su 390; nel 2018 sono saliti a 79; nel 2019 sono diventati 133 stando agli ultimi aggiornamenti.

Arrancano le grandi città, Catania 11,6%, Palermo poco sopra 20%

Restano, invece, una quarantina gli enti sotto il 30 per cento, che presentano criticità, con le grandi città che continuano ad arrancare: Messina ha chiuso il 2019 al 23,2 per cento, ma negli ultimi mesi ha viaggiato verso il 30 per cento; a Catania, ferma all’11,6 per cento, si attende a breve la decisione sulla riproposizione della gara che consentirà di rilanciarsi; mentre Palermo, nell’ultima parte dello scorso anno, ha superato leggermente il 20 per cento, mantenendosi, tuttavia, su forti conferimenti in discarica. La bassa media delle tre grandi città (18 per cento) influisce negativamente su quella siciliana, portandola dal 50 al 40 per cento.

Tra le province è Ragusa a guidare con una media annua del 59,6 per cento, seguita da Trapani al 57,4, Enna al 52,8 e Agrigento al 52,4.

È Longi, in provincia di Messina, il Comune più riciclone, seguito dagli agrigentini Villafranca Sicula e Calamonaci. Gli uffici diretti da Salvo Cocina continuano a sollecitare i Comuni e intervengono, costantemente, per superare le emergenze, richiedendo anche l’aggiornamento dei dati mancanti dell’ultimo periodo dell’anno.

“Regione e Comuni – ha detto l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon – continuano a lavorare in sinergia e in un clima di grande collaborazione. È il momento di intensificare gli sforzi per accompagnare questa crescita progressiva e costante della differenziata, con una pianificazione attenta alle esigenze dei territori. Ho chiesto alle Srr di relazionare ogni quindici giorni su eventuali criticità per consentirci di intervenire subito ed evitare inceppi e rallentamenti”.