Matteo Salvini all’Ars, pace fatta con Micciché, che al leghista dice “Ora andiamo avanti insieme” - QdS

Matteo Salvini all’Ars, pace fatta con Micciché, che al leghista dice “Ora andiamo avanti insieme”

redazione web

Matteo Salvini all’Ars, pace fatta con Micciché, che al leghista dice “Ora andiamo avanti insieme”

martedì 04 Febbraio 2020

“Gli ho chiesto ‘Hai smesso di fare lo str…?’ Mi ha risposto sì” ha detto il presidente dell'Ars riferendosi alle critiche rivolte all'allora ministro dell'Interno a Catania per aver bloccato dei migranti sulle navi. Sul caso Gregoretti Salvini dice di attentere il processo "Con gioia", ma proprio oggi, da Palermo gli arriva la tegola del Tribunale dei Ministri sulla Open Arms, il carteggio con Conte dimostrerebbe che fu il leader del Carroccio a imporre il "sequestro di persona". Battesimo per il gruppo parlamentare leghista nella Regione Siciliana - “Non siamo un autobus, non carichiamo tutti” - e l'ok al Ponte sullo Stretto, senza soldi pubblici

PALERMO – Pace fatta tra Gianfranco Micciché e Matteo Salvini, in visita al Palazzo dei Normanni.

Ad accogliere il leader del Carrocchio c’era proprio il presidente dell’Ars che nel passato non aveva lesinato critiche al Capitano.

“Gli ho detto ‘Hai smesso di fare lo str…?’ Mi ha risposto sì” ha detto il presidente dell’Ars riferendosi alle critiche rivolte all’allora ministro dell’Interno a Catania per aver bloccato dei migranti sulle navi.

A Salvini una statua di Santa Rosalia

“Ho regalato a Salvini una statua di Santa Rosalia – ha detto Micciché – lo aiuterà ad amare Palermo”.

Poi il presidente dell’Ars, in qualità di padrone di casa, ha accompagnato Salvini in una breve visita nel Palazzo dei Normanni, a cominciare dalla mostra Castrum Superius, in compagnia del direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.

Il giro è proseguito fino alla cappella Palatina.

Quindi il presidente dell’Ars e il leader del Carroccio sono rimasti a parlare nella sala cinese ed hanno affrontato alcuni temi tra cui l’immigrazione e la burocrazia.

“Vedo tutti i presupposti per poter andare avanti insieme”, ha dichiarato soddisfatto Micciché al termine dell’incontro.

Il battesimo del gruppo parlamentare della Lega Nord in Sicilia

Poco dopo, Salvini ha incontrato la stampa e ha tenuto a battesimo il gruppo parlamentare della Lega Nord della Regione Siciliana.

Il leader della Lega ha detto che farà trovare le porte sbarrate a coloro che cercheranno nella Lega “un autobus per perpetuare il suo sistema di potere, chi porta invece esperienza positiva e voglia di fare è il benvenuto”.

“Sono molti di più i ‘no’ che diciamo rispetto ai ‘si’, accogliere tutti a prescindere non va bene, non siamo il M5s”, ha affermato.

Ponte sì, ma senza soldi pubblici

La chiacchierata con i cronisti ha permesso al leader leghista di spaziare. Si è parlato di temi di carattere regionale ma anche di interesse nazionale.

Salvini ha rilanciato, tra le altre cose, il Ponte sullo Stretto, spiegando che non è alternativo ad altre opere infrastrutturali.

Purché non si spendano soldi pubblici.

“Se – ha detto – , come discutevamo con Musumeci, si può fare anche con denaro privato, bene. C’è un progetto vecchio che va attualizzato e c’è un contenzioso da chiudere”.

Sulle ex Province è stato duro: “Averle svuotate di uomini e denari è stata una sciocchezza tremenda – ha detto, ripetendo ciò che il presidente della Regione afferma da tempo – In Sicilia sedicimila chilometri di strade sono rimaste orfane delle Province e cadono a pezzi”.

La Lega in Sicilia parteciperà alle Comunali

Sul percorso della Lega in Sicilia Salvini si è detto soddisfatto e sull’incontro di ieri con Musumeci, negando di aver discusso di poltrone.

“Non abbiamo parlato di assessorati, rimpasti, accordi politici – ha ribadito -, quello dipenderà dalle scelte locali. Siamo una forza autonomista e quindi non viene Salvini a disporre. La Lega in Sicilia è totalmente autonoma nelle sue scelte. Ci saranno a breve elezioni comunali importanti, e la Lega sarà presente. Da Marsala a Enna e Agrigento”.

Il nodo dei migranti, Gregoretti e la tegola Open Arms

Sul caso Gregoretti, infine, si è detto sereno: “Penso di essere l’unico politico che aspetta il processo con gioia. Voglio vedere quel giudice che ritiene che avere difeso il mio Paese sia un crimine, a quel punto il popolo italiano farà le sue considerazioni”.

A dispetto dell’ottimismo ostentato dall’ex ministro, per lui i guai sembrano non finire più.

Proprio oggi, infatti, la Giunta delle immunità del Senato ha ricevuto proprio da Palermo gli atti del Tribunale dei Ministri che chiede l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per aver ritardato, nell’agosto scorso, quand’era ministro dell’Interno, lo sbarco di migranti dalla nave della ong Open arms.

Salvini è accusato di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio

Nella richiesta del tribunale dei ministri di Palermo, di un centinaio di pagine, si chiede di intervenire nei confronti di Salvini e del prefetto Matteo Piantedosi, in qualità di capo di Gabinetto del Viminale (per il quale è stato disposto un decreto di archiviazione) per “plurimo sequestro di persona aggravato e per il rifiuto di atti d’ufficio commesso in territorio siciliano, nelle acque antistanti l’isola di Lampedusa fino al 20 agosto 2019”.

Salvini abusò delle sue funzioni amministrative

Secondo i magistrati del Tribunale dei ministri di Palermo, l’ex ministro dell’Interno avrebbe “abusato delle funzioni amministrative attribuitegli nell’iter procedurale per la determinazione del place of safety, omettendo di indicarlo ed evitando in tal modo lo sbarco di migranti dalla Open arms che li aveva soccorsi, così determinando illegittimamente la loro permanenza a bordo della nave per alcuni giorni, in stato di costrizione della libertà personale per un tempo giuridicamente apprezzabile”.

Il Tribunale cita il suo no alla richiesta di sbarco di Conte

Nel provvedimento il Tribunale dei Ministri cita una richiesta del premier Conte che lo invitava “ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti sull’imbarcazione”. Alla richiesta Salvini rispose con una nota in cui affermava che i minori a bordo della nave spagnola “dovevano ritenersi soggetti alla giurisdizione dello Stato di bandiera anche con riferimento alla tutela dei loro diritti umani”.

“La privazione di libertà personale dei soggetti a bordo della Open Arms – scrivono i giudici palermitani – ha dunque assunto carattere di illegittimità, non solo in quanto inflitta in violazione di precise norme di rango primario, ma altresì in quanto non era consentita né imposta da alcuna ragione giuridicamente rilevante”.

“Il reato di sequestro di persona” contestato dal Tribunale dei ministri di Palermo, inoltre, “risulta aggravato dal fatto che la condotta è stata commessa da parte di pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni”. L’ex ministro dell’Interno, nell’agosto 2019, “era pienamente consapevole di come il proprio rifiuto di concedere alla Open Arms un Pos (porto sicuro ndr) sulle coste italiane incidesse, comprimendoli, sugli interessi e i diritti fondamentali delle persone soccorse”

Alla richiesta segue la cronologia dei fatti, il quadro normativo di riferimento e le accuse contestate.

Raffaella Pessina

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