Caso Rackete-Salvini, udienza a maggio, ecco le accuse contestate - QdS

Caso Rackete-Salvini, udienza a maggio, ecco le accuse contestate

Ivana Zimbone

Caso Rackete-Salvini, udienza a maggio, ecco le accuse contestate

venerdì 09 Aprile 2021

Il leader del Carroccio ha pubblicamente definito la volontaria "sbruffoncella", "fuorilegge", "delinquente", responsabile di tentato omicidio, "complice dei trafficanti di esseri umani".

E’ stata fissata per il 13 maggio l’udienza per la discussione sulla richiesta di archiviazione, formulata dalla Procura di Milano, per l’accusa di istigazione a delinquere che era stata contestata a Matteo Salvini a seguito della denuncia di Carola Rackete, la nota ex comandante della Sea Watch3. Denuncia presentata nell’estate del 2019 e relativa ad alcune esternazioni del leader della Lega sui suoi profili social, con le quali attaccava l’attivista tedesca.

Salvini, l’accusa: istigazione a delinquere e diffamazione

Dalla stessa querela, invece, è scaturito un processo a carico del segretario leghista per il reato di diffamazione, dopo la citazione diretta a giudizio firmata dal pm Giancarla Serafini. Nel frattempo, il legale di Rackete, l’avvocato Alessandro Gamberini, aveva depositato istanza di opposizione all’archiviazione per il reato di istigazione a delinquere e l’ufficio gip ha fissato udienza per la discussione a maggio. Poi, arriverà la decisione.

Le gravi affermazioni sui social del leader leghista

La denuncia per entrambi i reati, diffamazione e istigazione a delinquere, era stata depositata il 12 luglio 2019 alla Procura di Roma e gli atti erano poi stati trasmessi a Milano, dove risiede l’ex ministro dell’Interno. Nella querela Rackete lamentava di essere stata definita, tra l’altro, “sbruffoncella”, “fuorilegge” e “delinquente”. Rackete, attraverso il suo legale, aveva parlato nell’atto di “puro strumento propagandistico e istigatorio di un ‘discorso dell’odio’, che travolge ogni richiamo alla funzione istituzionale”. Per la Procura, però, nelle affermazioni di Salvini non si ravvisano profili di istigazione a delinquere. Il processo per diffamazione, con al centro quelle frasi sui social, deve ancora iniziare (udienza non fissata).

La giovane nella querela aveva spiegato che le esternazioni di Salvini sul caso Sea Watch, “lungi dall’essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica, sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti”. Rackete da Salvini era stata anche definita autrice di un atto “criminale”, responsabile di un tentato omicidio in quanto, si legge nella denuncia, “avrei provato a ammazzare cinque militari italiani” e pure “complice dei trafficanti di esseri umani”. Affermazioni che “non solo hanno leso gravemente il mio onore e la mia reputazione – ha scritto la giovane – ma mettono a rischio la mia incolumità, finendo per istigare il pubblico dei suoi lettori a commettere ulteriori reati nei miei confronti”.

La Procura, però, ha ravvisato in quelle frasi profili di diffamazione ma non di istigazione a delinquere. Nel procedimento il leader leghista è difeso dal legale Claudia Eccher.

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