Sanificazione, strumento per circoscrivere il contagio da Covid - QdS

Sanificazione, strumento per circoscrivere il contagio da Covid

redazione

Sanificazione, strumento per circoscrivere il contagio da Covid

mercoledì 06 Maggio 2020

In situazioni come quella che stiamo vivendo l’intervento, ad opera di professionisti qualificati, va ripetuto ciclicamente

Lo strumento fondamentale per circoscrivere il contagio da covid19, riconosciuto dal Ministero della Salute è la sanificazione.

Questo trattamento – dice Monica Marchese di Siderat (www.siderat.it) – come ho avuto modo di dire in diverse occasioni e nell’ultimo articolo pubblicato sul Quotidiano di Sicilia del 7 aprile, si è trasformato da Cenerentola a Principessa: da pratica misconosciuta e sottovalutata a panacea di (quasi) tutti mali.

Il rischio è che adesso la Principessa sta per trasformarsi di nuovo, e stavolta in Strega cattiva: essendo diventato uno strumento praticamente obbligatorio, per il quale è previsto anche il credito di imposta del 50%, ci si sono gettati a capofitto tutti, creando di fatto un mercato altamente perturbato.

Ecco che mi sembra corretto, onde evitare effetti collaterali non attentamente valutati (non dimentichiamo che vengono impiegate sostanze soggette a frasi di rischio e quindi potenzialmente pericolose per le persone e per l’ambiente se utilizzate in maniera impropria), cercare di dare qualche elemento guida nella scelta dell’azienda giusta per effettuare in sicurezza questo tipo di trattamenti.

Il consiglio è quindi di valutare attentamente la coesistenza di tutti questi elementi in capo al vostro interlocutore. Non fatevi fuorviare dalla sirena ammaliante del prezzo basso: ora più che mai la guardia deve essere alta e chiedere adeguate garanzie è fondamentale.

In via preliminare diciamo che abilitate all’esecuzione di questi servizi sono tutte le aziende che a norma Legge 82/1994 sono iscritte alla Camera di Commercio con il codice ATECO 81.2. Questo significa che già una prima scrematura è possibile farla semplicemente richiedendo una visura camerale. No piastrellisti, no muratori, no impiantisti, lavagisti, restauratori, manutentori di piscine, decoratori torte, estetisti e parrucchieri. E anche se nella visura camerale il codice ateco dovesse essere presente come codice secondario, rifatevi ai criteri della COERENZA e della CREDIBILITA’: se fino all’altro ieri tali attività non venivano svolte, guardate oltre. Le competenze non si inventano dall’oggi al domani: sono frutto di pratica e di esperienza.

Posta questa premessa, che si è resa necessaria per il fiorire dell’abusivismo, vediamo quali altri criteri valutare nel momento in cui scegliamo il nostro fornitore.

1) REPUTAZIONE e STORICITA’: da quanti anni l’azienda opera nel settore? che reputazione ha? Quanto è in grado di rispondere con competenza alle domande e alle richieste di informazioni? E’ in grado di offrire le schede tecniche dei prodotti utilizzati? Sa consigliare la giusta soluzione e procede con le modalità operative adeguate? Ha certificazioni che possano attestare il buon operato? L’offerta è accompagnata da una analisi preliminare e da una relazione circa i metodi utilizzati, i prodotti impiegati e le avvertenze necessarie?

2) SOPRALLUOGO (o in alternativa soluzione sartorializzata). Ogni situazione è un caso a sè. Nel nostro lavoro le soluzioni standardizzate non sono l’ideale. Possono essere date delle indicazioni di massima per settore merceologico, con l’avvertenza che dovranno essere valutati attentamente altri elementi nella formulazione dell’offerta, come ad esempio l’allestimento dei locali.

3) Formazione del PERSONALE. Maneggiando sostanze potenzialmente pericolose, è necessario che il personale impiegato sia adeguatamente formato e si attenga scrupolosamente alle disposizioni in materia di sicurezza e di valutazione del rischio. Ovviamente, deve essere regolarmente assunto per la mansione rivestita.

4) Giusto PREZZO. Diffidare di prezzi eccessivamente bassi. Un prezzo eccessivamente basso può significare utilizzo di prodotti in diluizione eccessiva (quando non assenti), poca preparazione del personale, mezzi insufficienti o cattiva esecuzione. Inutile disperdere risorse in interventi di fatto inutili o mal eseguiti.

5) Utilizzo dei DPI e attezzature adeguate. Il personale impiegato deve essere in possesso di dispositivi di protezione individuale : tuta, maschera, guanti. Le attrezzature devono essere adeguate all’uso indicato nell’offerta.

Ricordo che la sanificazione non ha effetto residuale: se correttamente eseguita, abbatte la carica patogena presente in un dato ambiente, ma gli effetti non sono duraturi. Occorre ripeterla periodicamente, con cadenze differenziate in base al grado di rischio dell’attività svolta nei locali.

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