Messina

Sanità pubblica messinese tra carenze e “assalti”

MESSINA – L’assistenza sanitaria nel territorio è sempre più un tema che andrà affrontato a livello istituzionale e con interventi strutturali. Lo dimostrano le continue segnalazioni di criticità, fatte da comitati di utenti, sindacati, operatori ma anche amministratori locali che reclamano presidi sanitari efficienti per i loro cittadini, sia che risiedano su un’isola o in uno dei paesini sui Nebrodi. La grande partecipazione al sit-in di sabato davanti all’ospedale di Sant’Agata Militello, organizzato da Cgil e Uil ma alla quale hanno aderito anche Fials, Nursind e Nursing Up, è il segnale di una esasperazione che cerca inutilmente risposte.

Auspichiamo in tempi brevissimi una convocazione da parte dell’assessore regionale alla salute Giovanna Volo, in assenza di un incontro e di risposte da parte della Regione siamo pronti ad andare a Palermo insieme alla popolazione dei comuni dei Nebrodi”, è quello che hanno dichiarato i segretari generali di Cgil e Uil, Pietro Patti e Ivan Tripodi, a conclusione della manifestazione. I sindacati respingono i disegni di privatizzazione e chiedono un confronto per la tutela e il potenziamento della struttura attraverso, l’assunzione di personale medico ed infermieristico necessario a garantire i Lea nelle varie Unità operative. E’ inoltre indispensabile, dicono, l’attivazione dei posti letto Utic previsti dalla dotazione organica e la riapertura del Punto Nascita.

Cgil e Uil ribadiscono come l’ospedale di Sant’Agata sia fondamentale per tutto il comprensorio dei Nebrodi e come sia necessario e urgente lavorare per il suo rilancio. Altro nosocomio su cui sono puntati i riflettori è quello di Barcellona Pozzo di Gotto. Il Comitato sorto in difesa del nosocomio presieduto da Enzo Correnti chiede la riattivazione dei reparti soppressi o trasferiti, l’attuazione del Piano aziendale che prevede un presidio ospedaliero di 110 posti letto suddivisi tra medicina interna, ortopedia e traumatologia, chirurgia generale, urologia, oncologia, neurologia, geriatria, lungodegenza, malattie infettive e riabilitazione funzionale, e la riapertura del Pronto Soccorso.

Nei mesi scorsi sono state tante le sollecitazioni fatte anche dalle organizzazioni sindacali soprattutto per la riapertura del punto di emergenza, però “solo promesse e parole vuote” dice il segretario della Uil Ivan Tripodi. I residenti delle isole Eolie sono altri cittadini che in questi anni si sono sentiti penalizzati, sono nati comitati e associazioni del terzo settore per difendere l’ospedale di Lipari, che serve una popolazione di circa quindicimila abitanti, e il loro diritto alla salute violato.

Molti i tentativi da parte dell’Asp di colmare le carenze ma anche qui forse va rivisto l’approccio del sistema normativo. In una interrogazione al Governo regionale il deputato di Sicilia Vera Alessandro De Leo rileva che “le iniziative riguardo alla carenza di personale medico, attuate dall’Asp di Messina non sembrano essere state risolutive perché più indirizzate al mantenimento di un pronto soccorso che a integrare i servizi di un ospedale davvero in grado di assolvere alle esigenze di una comunità spesso isolata”.

De Leo parla anche di altre criticità, dalla difficoltà nella prenotazione di prestazioni specialistiche presso il poliambulatorio locale alla chiusura dai primi di gennaio, per mancanza di personale, dell’ufficio ticket dell’Ospedale di Lipari. Neppure l’Ospedale di Milazzo sembra distinguersi per efficienza. E’ di alcuni giorni fa la lettera inviata al presidente Renato Schifani da alcuni consiglieri comunali in cui rilevano la drammatica situazione del Pronto soccorso dove “operano appena due medici a fronte di oltre 30 mila prestazioni annue in un comprensorio di oltre 100 mila abitanti che è sede di un Polo industriale e riferimento delle Isole Eolie.

Di carenza di personale e criticità strutturali soffrono anche le aziende ospedaliere della città. Al Policlinico Universitario gli infermieri del Nursind hanno annunciato uno sciopero per il prossimo 21 marzo. Denunciano la mancanza di personale che li costringe a turni massacranti. Ma di carenza di medici, specie nei pronto soccorso, e infermieri soffre anche l’Ospedale Papardo.