Sanità

Sanità Sicilia, arrivano 800 milioni e fanno gola, “Ma Razza non decida da solo”

Arrivano con i fondi del PNRR ben 800 milioni in Sicilia per quando riguarda la sanità e c’è già chi mette le mani avanti, chi quelle mani se le frega, chi intravede una grossa opportunità per la Regione e chi fa i conti.

I numeri

I numeri dicono che con con oltre 797 milioni, la Sicilia è la terza regione dopo Lombardia  (1.193 milioni) e Campania (916 milioni), prima del Lazio (681 milioni) Entro il 30 giugno va firmato il CIS (Contratto Interistituzionale di sviluppo) con il Ministero della Sanità che conterrà una prima programmazione di massima (dovrebbe rispecchiare o dettagliare poco più il contenuto del Decreto ministeriale)

Dove andranno i fondi

I fondi dovrebbero andare per 216 milioni per 146 “Case della comunità”, 16,8 milioni per “Interconnessione aziendale e devide”, 96,4 milioni per 39 ospedali di comunità (riconversione di attuali o nuovi) 139,8 milioni per Ammodernamento del parco tecnologico e digitale – Digitalizzazione, 114,6 milioni per Ammodernamento del parco tecnologico e digitale – Grandi apparecchiature, 201.1 milioni per nuovi progetti di sicurezza e sostenibilità degli ospedali, 2.9 milioni per strumenti digitali per l’interconnessione nazionale 7,5 milioni per la formazione di 11.700 operatori sanitari

La Caronia: “Ma non decida tutto Razza e da solo”

“La nostra regione entro pochi giorni riceverà quasi 800 milioni di euro del PNRR destinati al settore della sanità. Ed entro poche settimane, per l’esattezza entro la fine di giugno, dovrà sottoscrivere con il Governo nazionale il CIS, il Contratto interistituzionale di sviluppo, con cui delinerare quali saranno le linee guida per la spesa di questo “tesoretto”. Occore con urgenza insediare un tavolo tecnico-politico di programmazione della spesa, perché questo piano di investimenti, certamente il più consistente mai messo in campo, possa finalmente davvero cambiare il volto del sistema sanitario e socio-sanitari, non può decidere Razza e tutto da solo – dice Marianna Caronia -. Occorre coinvolgere certamente l’Assessorato, ma anche l’Assemblea Regionale, l’ANCI, le organizzazioni dei medici e tutti quegli attori che operano nella nostra regione e possono dare un contributo di idee e proposte. Si tratterà ovviamente di fare una programmazione che abbia delle priorità politiche: scegliere quale modello di sanità pubblica si vuole adottare, quali strutture esistenzi potenziare e quali nuove creare, in che modo costruire la nuova rete territoriale di base e il sistema di assistenza domiciliare, come costruire e rendere duraturi i percorsi di aggiornamento del personale e della dirigenza e quelli per l’ammodernamento del parco tecnologico e delle reti di raccolta, elaborazion e comunicazione dei dati dei cittadini. Occorre insomma che la politica torni ad essere tale, oltre la gestione dell’emergenza e oltre l’amministrazione dell’esistente per realizzare un sistema sanitario all’altezza delle aspettative dei cittadini e delle qualità professionali dei suoi operatori”.