Sciopero statali tra le polemiche, i sindacati, "Protesta giusta" - QdS

Sciopero statali tra le polemiche, i sindacati, “Protesta giusta”

Patrizia Penna

Sciopero statali tra le polemiche, i sindacati, “Protesta giusta”

mercoledì 09 Dicembre 2020

Anche in Sicilia alta l'adesione per lo sciopero del pubblico impiego. Mazzetti (Fi): "Scelta imbarazzante e senza senso". I sindacati respingono le accuse al mittente e parlano di "protesta giusta".

Alta l’adesione in Sicilia per lo sciopero del pubblico impiego. Lo rendono noto in sindacati. “Migliaia di persone – si legge in una nota – oggi in strada, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, davanti alle prefetture di tutta la Sicilia, in occasione dello sciopero nazionale del pubblico impiego indetto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa. Più risorse per i contratti e la riclassificazione del personale, un piano di assunzioni straordinario per fronteggiare le strutturali carenze di organico di molti comparti, la stabilizzazione dei precari (in Sicilia ci sono lavoratori che sono in attesa anche da oltre 30 anni); più sicurezza sui luoghi di lavoro: queste le richieste dei sindacati, che hanno confermato lo sciopero anche dopo la convocazione arrivata dalla ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, considerata ‘tardiva’ visto che la mobilitazione era stata annunciata già a fine ottobre”.

Uno sciopero, quello di oggi, che ha fatto discutere anche la politica. “Ci sono migliaia di autonomi – ha scritto in una nota Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia – che stanno morendo economicamente e purtroppo in alcuni casi anche fisicamente, dipendenti privati che se va bene percepiscono una cassa integrazione tardiva e misera ed i sindacati si permettono adesso addirittura di incitare i dipendenti pubblici allo sciopero. Una vera follia che deve finire”.

“Quello odierno – prosegue Mazzetti – è uno sciopero a dir poco imbarazzante e senza senso. Come si può pensare in un momento di emergenza nazionale per tutti, di creare altri disagi alla popolazione? Adesso c’è l’esigenza quotidiana di fornire servizi certi agli Italiani e non regalare un giorno in più di ‘festa’ ai dipendenti pubblici dopo l’8 dicembre. Credo opportuno, come già detto nelle scorse settimane all’annuncio di questo folle sciopero, che la politica faccia chiarezza e realizzi un’inchiesta sulla reale produttività in questi mesi dello smart working del settore pubblico. La priorità deve essere quella di realizzare un programma che controlli e verifichi la produttività degli impiegati della pubblica amministrazione. Il Parlamento lavori in modo da equiparare i diritti e doveri dei dipendenti pubblici a quelli privati ed a tutti gli autonomi. Non ci devono essere differenze fra lavoratori di serie A e B”.

I sindacati non ci stanno e respingono al mittente al mittente “le accuse di chi ha etichettato questa giornata come ‘inopportuna’ in quanto non siamo qui a protestare per stipendi più alti ma per chiedere al governo un impegno importante e straordinario, in questa difficile fase, per rilanciare davvero la pubblica amministrazione”, dicono i segretari generali regionali fi Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango.
Slogan della manifestazione “Rinnoviamo la PA”: “Servono maggiori risorse per rinnovare davvero e concretamente una pubblica amministrazione vecchia, obsoleta, non digitalizzata. In parole povere, inadatta a svolgere il ruolo che le compete per il rilancio del Paese e per gestire le prossime sfide, come il Recovery Fund e Next Generation”, aggiungono i sindacalisti.

A Palermo, i rappresentanti dei lavoratori, invitati all’interno della Prefettura, hanno spiegato le motivazioni della protesta e consegnato alcuni documenti utili per comprenderne l’importanza, tra cui anche una lettera rivolta a tutti i parlamentari per sensibilizzarli sul tema in vista della discussione della prossima Legge di Bilancio.
In Sicilia, i lavoratori potenzialmente coinvolti erano più di 100 mila, tra statali, regionali e operatori sanitari, ma è difficile quantificare l’adesione reale allo sciopero, fanno sapere i sindacati. “La percentuale è altissima, ma difficile da indicare con esattezza perché – spiegano i sindacati – moltissimi dipendenti pubblici hanno aderito alla protesta restando al lavoro ma indossando un adesivo sui vestiti e sulle divise con su scritto ‘Non mi fermo ma protesto’. Questo per garantire anche oggi ai cittadini i servizi essenziali. Una dimostrazione del grande senso di responsabilità che ci contraddistingue”.

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