Sea Watch: Anm, le parole Salvini delegittimano la magistratura - QdS

Sea Watch: Anm, le parole Salvini delegittimano la magistratura

redazione

Sea Watch: Anm, le parole Salvini delegittimano la magistratura

martedì 21 Maggio 2019

Dura nota firmata dalla Giunta esecutiva centrale e da quella di Palermo, "Frasi intimidatorie. Si allude a decisioni politiche". Ma il presidente Grasso invita al dialogo

Le recenti dichiarazioni del ministro dell’interno “delegittimano la magistratura, alludendo a decisioni assunte in base ad orientamenti politici, e sembrano approvarne o meno l’operato a seconda del contenuto”.

Lo affermano la Giunta esecutiva centrale e quella di Palermo dell’Anm, facendo implicito riferimento al caso Sea Watch, in una nota in cui aggiungono che le frasi “hanno inoltre innegabile carattere intimidatorio rischiando di suscitare un clima di avversione nei confronti dei singoli magistrati e della Istituzione tutta”.

“La legittimazione della magistratura trova fondamento nella Costituzione”, ricorda l’Anm, sottolineando che i magistrati hanno “l’obbligo di accertare i fatti e giudicare applicando le leggi dell’ordinamento, uguali per tutti, in nome del Popolo Italiano”. L’Associazione nazionale magistrati esprime quindi “solidale vicinanza ai colleghi, certi che nulla condizionerà il loro lavoro”.

Ieri, comunque, il presidente dell’Anm Pasquale Grasso a margine della cerimonia organizzata a Palermo in occasione di quello che sarebbe stato l’ottantesimo compleanno di Giovanni Falcone di cui giovedì prossimo ricorre il 27esimo anniversario della uccisione, ha detto: “Se giovedì il ministro dell’Interno verrà a Palermo e avrà interesse a parlare, sicuramente sono a disposizione come con ogni rappresentante istituzionale”.

“Quando saremo chiamati – ha aggiunto – prospetteremo le ragioni e gli interessi della magistratura che, ci tengo a sottolinearlo, non sono gli interessi di una parte ma gli interessi dello Stato”.

“La magistratura – ha concluso – non deve essere vista e propagandata come un apparato diverso dello Stato. Perché noi pronunciamo le nostre decisioni in nome del popolo italiano. Le contrapposizioni tra popolo, politica, stato, magistratura e cittadini dobbiamo lasciarcele alle spalle”.

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