Sea Watch, Europa contro Italia, "Salvare vite non è reato, illegale chiudere i porti" - QdS

Sea Watch, Europa contro Italia, “Salvare vite non è reato, illegale chiudere i porti”

redazione

Sea Watch, Europa contro Italia, “Salvare vite non è reato, illegale chiudere i porti”

domenica 30 Giugno 2019

Unanime la condanna per la politica migratoria del governo pentaleghista, che rischia di diventare un caso diplomatico nel momento meno opportuno, ossia mentre si stanno sciogliendo i nodi economici con l'Ue. Ma Salvini continua con la consueta spocchia, "Non accettiamo lezioni". Un docente della Sapienza, migranti "linfa vitale per la propaganda" e per distrarre l'attenzione dai disastri economici del governo. Nuove rivelazioni sull'attracco

Francia e Germania contro l’Italia sull’arresto della capitana tedesca della Sea Watch, che ora rischia di diventare un caso diplomatico nel momento meno opportuno per il governo italiano, ossia mentre si stanno sciogliendo i nodi economici con l’Ue.

Con un comunicato durissimo firmato dal ministro dell’Interno Christophe Castaner, fedelissimo di Macron, Parigi ha puntato il dito contro Roma sostenendo che chiudere i porti viola la legge del mare. Mentre Berlino, attraverso il capo della diplomazia Heiko Maas, ha avvertito che “soccorrere vite in mare non può essere criminalizzato”.

Il capo della Lega Nord e ministro dell’interno Matteo Salvini, ha risposto con i soliti slogan propagandistici: “Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L’Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare”.

Confini nazionali e leggi internazionali

Su twitter – ma le affermazioni sono state riportati anche da testate giornalistiche come il Sole 24 ore – il prof. Fabio Sabatini, docente di politica economica della Sapienza di Roma, “per fare chiarezza oltre gli slogan della propaganda”, spiega però che
“La convenzione di Amburgo del 1979 alla quale l’Italia ha aderito nel 1989, prevede l’obbligo di prestare soccorso ai naufraghi e farli sbarcare nel primo porto sicuro sia per prossimità geografica al luogo del salvataggio sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”, ossia Lampedusa.

E cita il testo della lettera inviata dall’Onu al governo pentaleghista “Il diritto alla vita e il principio di non respingimento prevalgono sulla legislazione nazionale”. Ecco perché l’approccio del cosiddetto Decreto sicurezza bis “E’ fuorviante e non in linea con il diritto internazionale generale e i diritti umani”.

Per Sea Watch Lampedusa scelta obbligata

Il docente spiega che la scelta della Capitano della Sea Watch era obbligata. Non poteva, contrariamente a quanto sostenuto da Salvini, dirigere in Libia, “Paese in guerra in cui i migranti sono detenuti illegalmente e in condizioni disumane, ridotti in schiavitù e sistematicamente opggetto di stupro e delle torture più atroci”.

Ma non poteva neanche far rotta verso la Tunisia che “non è attrezzata a garantire i bisogni dei migranti”, così come Malta, che, come la Tunisia, non in grado di “gestire le richieste di protezione internazionale dei naufraghi”. E non scordiamo che la superficie dell’intera isola è un quarto di quella della sola città di Roma.

Non restava che Lampedusa: “Se la Sea Watch avesse deciso di andare in un altro porto avrebbe violato le leggi internazionali sulla navigazione e il soccorso: dirigersi verso Lampedusa era la scelta più ovvia e con meno conseguenze legali e penali”.

Migranti per distrarre dai danni del governo

Insomma, per il prof. Sabatini occorre “rivedere il regolamento di Dublino”, ma c’è il paradosso che nel 2018 Lega Nord e M5s hanno disertato tutte le riunioni del Parlamento europeo dedicate a questo tema e alla gestione degli arrivi.

E questo perché, secondo il docente, l’allarme creato ad arte attorno alla questione migranti “è linfa vitale per la propaganda e una formidabile arma di distrazione della massa dai disastri economici che il governo sta provocando”.

Cinque Paesi disponibili a ospitare migranti

Il fatto che si sarebbe potuto trovare un accordo in sede europea se solo il governo pentaleghista avesse voluto, risulta dalla disponibilità data da cinque Paesi ad accogliere i migranti.

Salvini non sa proporre che scontri e, dopo le scintille con il governo olandese dei giorni scorsi, non poteva non aspettarsi le accuse di oggi, che tra l’altro arrivano da due Paesi che hanno già annunciato la loro disponibilità a ospitare i migranti.

In particolare, nei giorni scorsi la Germania aveva confermato che cinquanta Comuni tedeschi erano pronti a dare accoglienza, pur auspicando una soluzione europea della situazione. Mentre la Francia è disposta ad accogliere dieci persone “bisognose di protezione” tra quelle sbarcate dalla nave.

Salvare vite non è reato

“Salvare vite è un dovere umanitario. Soccorrere persone in mare non può essere criminalizzato. Tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Maas riferendosi alla misura decisa nei confronti della sua connazionale che aveva il comando della nave.

Un appello analogo, con la richiesta di liberare subito Carola Rackete, lo ha lanciato via social il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn, secondo cui “salvare vite è un dovere e non può mai essere un reato o un crimine. Non farlo, al contrario, lo è”.

La presa di posizione più dura è stata comunque quella della Francia.

Castaner ha rivendicato che il suo Paese “si è preso le sue responsabilità nel Mediterraneo centrale” e ha poi denunciato che “è falso dire che l’Ue non si è mostrata solidale con l’Italia in questo contesto”.

La Francia contro le “soluzioni non concertate”

Poi la bordata: “L’attuale governo italiano – ha accusato il ministro dell’Interno di Macron – opta per soluzioni non concertate con i suoi partner europei, denunciando poi una mancanza di solidarietà dell’Europa e dei suoi Stati membri. Roma ha infatti annunciato una chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare, anche se gli sbarchi di persone soccorse in mare sul suo territorio continuano, sia da parte di navi delle Ong che della Guardia costiera italiana. In questo contesto l’Italia continua ad aver bisogno di questa solidarietà europea di cui tuttavia denuncia l’assenza”.

I verdi tedeschi contro le “sparate” salviniane

In Germania infine, al netto delle parole di Maas, la vicenda ha destato anche altre reazioni, tutte di condanna nei confronti dell’Italia, a partire da quella del leader dei Verdi.

Robert Habeck ha sostenuto che l’arresto della capitana Rackete dimostra la “spietatezza del governo italiano” e rivela “il dilemma della politica europea dei rifugiati”.

E ha attaccato Salvini: “Accusare la signora Rackete di sostenere i trafficanti e la pirateria, come ha fatto il ministro dell’Interno italiano, è una sparata di proporzioni orwelliane”.

“Triste ed arrabbiato” si è detto poi il presidente del Consiglio delle chiese protestanti tedesche Heinrich Bedford-Strohm, che ha osservato: “Una giovane donna viene arrestata in un paese europeo perché ha salvato vite e vuole portare le persone salvate in sicurezza a terra. Una vergogna per l’Europa!”.

Nuove rivelazioni sull’attracco

La vicenda della Sea Watch ha finito anche per compattare il centrosinistra che, sulla questione, intendono proporre delle soluzioni.

“Dobbiamo provare a spiegare ai cittadini – ha detto il deputato di +Europa Riccardo magi, che era sulla Sea Watch – come sia assurdo far diventare le navi delle Ong luoghi di costrizione e detenzione anomali e non formali”.

E, sulla sulla dinamica dell’attracco a Lampedusa, dopo aver sottolineato l’importanzae “che la Comandante abbia chiesto scusa alla Gdf”, rivela che “Rivedendo le immagini escludo che ci sia stata l’ipotesi di tentato naufragio, visto che non c’era una volontà di speronare la motovedetta della Gdf, ma, semmai, una manovra lentissima da parte della Sea Watch, e mentre questa stava avvenendo la motovedetta si è accostata lei alla banchina facendo avanti e indietro”.

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