Sea Watch verso Lampedusa. L'Ue, "Ora sbarcateli" - QdS

Sea Watch verso Lampedusa. L’Ue, “Ora sbarcateli”

Pietro Crisafulli

Sea Watch verso Lampedusa. L’Ue, “Ora sbarcateli”

giovedì 27 Giugno 2019

Attraccata dopo un primo tentativo bloccato. Poi, "La situazione si sta sbloccando". Esposto della ong alla Procura di Agrigento. Conte, "inaudita" la decisione della Capitano. Attacco in Senato al M5s "Siete politicisti"

La Sea Watch 3 verso Lampedusa, dopo esser stata “respinta” una prima volta.

“Stamattina – ha raccontato la portavoce della ong, Giorgia Linardi – la nave aveva comunicato con le autorità informandole che erano trascorse ormai 24 ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che la ha costretta all’ingresso nelle acque territoriali. Alle 14.16, non avendo ricevuto nessuna comunicazione o assistenza, ha proceduto verso il porto. Ma a circa un miglio le è stato intimato di spegnere i motori”.

“La situazione si sta sbloccando”

Poi però su twitter è stato postato un filmato sull’incontro a bordo con esponenti della Guardia di finanza e della Guardia costiera: “Probabilmente la situazione si sta sbloccando”.

https://twitter.com/SeaWatchItaly/status/1144258389809278976

Nel breve filmato si vedono tre militari della Guardia di finanza che entrano nella cabina di comando della nave; uno di loro si rivolge a Rackete: “i nostri superiori ci hanno detto di pazientare da parte vostra perchè probabilmente si sta sbloccando la situazione”.

“Ok”, risponde la Comandante.

“Non si gioca con la vita delle persone”

“Non si gioca con la vita delle persone, questi naufraghi hanno bisogno di un porto sicuro, di sbarcare. Vedremo cosa succede, ma ci hanno promesso una soluzione rapida” ha confermato Carola Rackete, parlando con i giornalisti giunti a bordo della nave su un gommone.

“La situazione a bordo – ha aggiunto – è peggiorata, abbiamo gente che ha detto che si vuole buttare a mare, dobbiamo entrare in porto per prevenire i problemi. Abbiamo aspettato che il Governo si prendesse le sue responsabilità, ma finora hanno guardato i documenti senza darci risposte”.

I parlamentari, “Restiamo a bordo fino alla soluzione”

Poco dopo gli uomini della capitaneria di porto, hanno fatto allontanare dal molo due grossi pescherecci per liberare il punto di ormeggio.

A bordo era una delegazione di parlamentari – Graziano Delrio, Matteo Orfini e Davide Faraone del Pd, Riccardo Magi dei Radicali e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana – giunta per incontrare i volontari della ong e avere un quadro più chiaro della situazione.

“Rimaniamo a bordo della Sea Watch – hanno detto i parlamentari – finché non sarà dato l’ordine di sbarco. Va posta fine a questa inutile crudeltà, hanno diritto di sbarcare”.

“È intollerabile – ha poi affermato Delrio -, il governo sta agendo al di là delle regole, è disumano tenere in ostaggio 42 persone, tra cui dei minori, in mezzo al mare sotto un sole cocente. Il presidente del consiglio ha il dovere di intervenire immediatamente per porre fine a questa assurda situazione che sta minando la credibilità e il prestigio del nostro paese nel mondo”.

Sulla nave ci sono ancora uomini della Guardia di Finanza per altre verifiche.

La Sicilia si mobilita. “Fateli scendere”

In ogni caso, la Sicilia si sta mobilitando al grido di “Fateli scendere”: oltre al presidio di Lampedusa nuove manifestazioni a sostegno dei migranti imbarcati sulla Sea Watch sono state organizzate in Sicilia.

Nella piazza Bellini di Palermo la Rete Sprar ha promosso per questa sera un presidio al quale hanno aderito varie associazioni. Un altro presidio con larga partecipazione era stato già organizzato l’altra sera davanti alla cattedrale.

Anche a Catania la manifestazione si è tenuta in piazza Duomo. Brunilde Zisa, coordinatrice cittadina di Emergency, ha detto che “la chiusura dei porti non serve a nulla perché sono state già trovate altre modalità per sbarcare”.

Alfonso Di Stefano, della Rete antirazzista catanese, ha detto che le Ong, con i loro interventi, hanno finora “salvato diecimila persone in mare”.

L’Ue e la possibile soluzione

L’Ue non sarebbe estranea alla possibile soluzione per i 42 sventurati tenuti a bordo della nave dell’Ong mentre le lance degli scafisti hanno continuato imperterrite a sbarcare sulle coste italiane settecento migranti solo nel mese di giugno.

“La soluzione per le persone a bordo della Sea Watch è possibile solo una volta sbarcate” aveva detto il commissario europeo Dimitris Avramopoulos, spiegando che Bruxelles “è coinvolta da vicino nel coordinarsi con gli Stati membri per ricollocare i migranti” quando saranno a terra.

“Rivolgo – afferma Avramopoulos – un appello agli Stati membri a mostrare solidarietà. Continueremo a restare al fianco dell’Italia e a tutti gli Stati sotto pressione”.

Salvini, propaganda continua

Ma il capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva continuato con la sua propaganda e con la bufala dei “porti chiusi” e anche il premier Giuseppe Conte, da Osaka, si era assunto la responsabilità politica – di quello che da molti viene considerato un respingimento collettivo – definendo “di una gravità inaudita” il comportamento della comandante Carola Rackete entrando in acque italiane.

L’ong presenta un esposto alla Procura

Così gli avvocati di Sea Watch hanno presentato un esposto ai magistrati della Procura della Repubblica di Agrigento affinchè si valutino “eventuali condotte di rilevanza penale” da parte delle “autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso”.

E per chiedere anche che venga valutata “l’adozione di tutte le misure necessarie” per consentire lo sbarco dei migranti “e porre fine alla situazione di gravissimo disagio” a cui sono sottoposti.

Salvini minaccia di violare la legge

E a proposito di violazione delle leggi, riguardo alla minaccia lanciata ieri da Salvini di non registrare chi sbarca nella banca dati europea, da Bruxelles segnalano che “la legge europea prescrive che tutti i nuovi arrivati sul territorio europeo devono essere registrati e devono essere prese le loro impronte digitali, non ci sono eccezioni a queste regole e le conseguenze sono le procedure di infrazioni, ma non siamo a questo stadio”.

Le minacce al procuratore Patronaggio
Ricordiamo che il procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio ha recentemente ricevuto un proiettile con minacce a lui e ai suoi figli semplicemente per aver applicato la legge riguardo ai migranti.

Attacco al M5s in Senato

Dopo le prese di posizione di Conte e, ieri, di Di Maio, un attacco frontale al Movimento cinque stelle è giunto dal senatore di Leu Vasco Errani, che, intervendo in aula, ha detto: “I profughi della Sea Watch sono stati bloccati lì per settimane, mentre altri immigrati raggiungevano le coste italiane solo in omaggio alla campagna elettorale del ‘ministro di tutto’ Salvini. Voi dell’M5S accettate tutto questo in nome del fatto che non si può far altro perché, se si andasse a votare, il rischio per voi sarebbe alto. Il Governo del cambiamento ha prodotto la malattia di sempre della vecchia politica: si diventa politicisti, si prescinde dai contenuti, si abbandonano le cose che si sono dette con grande certezza e si subisce il fascino del potere per esercitare potere e per fare nomine”.

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