Servizi alla persona, gli italiani dicono sì alla gestione pubblica - QdS

Servizi alla persona, gli italiani dicono sì alla gestione pubblica

redazione

Servizi alla persona, gli italiani dicono sì alla gestione pubblica

giovedì 03 Dicembre 2020

All’indomani della crisi sanitaria, gli italiani si pronunciano in larghissima maggioranza a favore di un intervento diretto del pubblico nella gestione dei servizi alla persona e alle famiglie e, in caso di affidamento a soggetti privati, esprimono una chiara preferenza per le imprese che mettono al centro la persona e i suoi bisogni anziché il profitto, con un’indicazione specifica per le cooperative in determinate attività.

È quanto emerge da un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’Area Studi dell’associazione insieme con il partner di ricerca Ipsos per osservare l’evolvere degli andamenti e delle percezioni dell’opinione pubblica italiana su alcuni fenomeni economici e sociali di interesse per la cooperazione, e per sondare il gradimento delle misure e dei provvedimenti in fase di ideazione, realizzazione e proposta.

I settori per i quali è più forte la richiesta di una gestione dei servizi prevalentemente realizzata da aziende pubbliche sono la scuola e la sanità (indicate dall’89% degli intervistati, con punte del 94% al Centro Nord), seguite dalla distribuzione dell’acqua (85%), dalla gestione ambientale (80%), dalla cultura (77%), dalla costruzione e gestione di case popolari (74%), dai trasporti locali (70%), dall’assistenza domiciliare (70%), dalla distribuzione di gas ed energia elettrica (64%) e dalle mense scolastiche (60%, con una punta del 71% al Centro Nord).

Agli intervistati è stato poi chiesto di esprimere una indicazione sulla tipologia di imprese alle quali potrebbe essere prioritariamente affidata la gestione dei servizi pubblici. Il 45% ha detto di preferire le imprese che non mettono al centro il profitto e la divisione degli utili, ma la persona e i suoi bisogni (indicazione preponderante tra gli over 50, nel Centro Nord e nel ceto popolare), il 28% qualunque soggetto privato purché fornisca il servizio ed il 24% le imprese che investono nel welfare per i propri dipendenti (preferenza maggioritaria nel Sud e isole). Significativa la percentuale (33%, con incidenza maggioritaria nel Nord Ovest) di chi affiderebbe comunque la gestione dei servizi solo ad aziende pubbliche.

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