Si risveglia l'Etna, esplosione allo Stromboli: che succede in Sicilia

Si risveglia l’Etna, esplosione allo Stromboli: che succede in Sicilia tra eruzioni e maremoti

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Si risveglia l’Etna, esplosione allo Stromboli: che succede in Sicilia tra eruzioni e maremoti

Luca La Mantia  |
lunedì 05 Dicembre 2022
L'Etna in eruzione in una foto del 4 dicembre del vulcanologo Boris Behncke

L'attività dei due vulcani tiene in ansia la popolazione. Nell'isola delle Eolie oggi scuole chiuse per precauzione. Momenti di paura anche a causa del maremoto di ieri

L’Etna si è risvegliato, lo Stromboli è tornato a manifestare le sue esplosioni provocando anche un maremoto, un terremoto ha generato il panico alle Eolie e nei comuni della costa tirrenica messinese, per non parlare delle alluvioni causate dal maltempo che hanno funestato soprattutto la zona di Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. I fenomeni naturali nelle ultime ore hanno tenuto in apprensione mezza Sicilia oltre ad aver provocato disagi e alcuni danni.

Il risveglio dell’Etna

L’Etna torna a farsi sentire. I botti di fine anno, si potrebbe dire, come è già successo in altre occasioni. Una colata lavica che si è incanalata lungo la Sciara del Fuoco mentre nelle ultime ore è continuata l’attività esplosiva alle bocche dell’area craterica nord.

“Da una settimana l’Etna è di nuovo in eruzione. O meglio, eruzioncina – scrive su Facebook il vulcanologo dell’Ingv di Catania Boris Behncke -. Più piccola quasi non potrebbe essere, ma sappiamo bene che tutto può cambiare, e questa mini colatina potrebbe diventare una gran bella colatona, magari accompagnata dallo spettacolo di una bella attività stromboliana al Cratere di Sud-Est”. Il passato, del resto, insegna: “Abbiamo visto cose simili in passato, in particolare questa colatina mi fa ricordare l’attività effusiva iniziata intorno al 20 gennaio 2001 sul fianco nord-orientale del Cratere di Sud-Est, dove si trovava quella bocca che chiamavamo ‘Levantino’. Allora l’attività effusiva andava avanti per un paio di mesi in maniera molto ridotta, per poi aumentare, ma quella è un’altra storia”.

Il vulcanologo ieri, viste le ottime condizioni meteorologiche, ha fotografato la nuova attività dalla zona di Fornazzo, sul versante orientale dell’Etna. “Complici anche la luna e la neve, che hanno creato la cornice invernale per questo piccolo ma suggestivo spettacolo”, ha commentato.

Paura a Stromboli e scuole chiuse

Alle Eolie da ieri è tornata la paura: a provocare il terrore è stato prima un terremoto con epicentro in mare a tre chilometri di profondità a sud dell’isola di Vulcano, poi un’onda di tsunami di circa un metro e mezzo provocata da un distacco dalla sciara del Fuoco a Stromboli. Il vulcano ha infatti ripreso con forza l’attività, facendo scattare gli allarmi. Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ja però sottolineato che “non si sono registrati danni particolari”.

L’emissione di lava dal cratere nord del vulcano, lo stesso dal quale ieri si sono generati diversi flussi piroclastici, continua ancora oggi. Il flusso lavico, al momento, sta percorrendo il camminamento naturale della Sciara, raggiunge la linea di costa e sembra essere bene alimentato.

A Stronboli oggi le scuole sono chiuse, su ordinanza del sindaco di Lipari Riccardo Gullo, e si deciderà se bloccare, in via momentanea, anche le escursioni sul cratere. Ieri, inoltre, trenta cittadini hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per precauzione e dalla cima del vulcano si è innalzata una densa nube di fumo. La ripresa dell’attività del vulcano ha generato anche un maremoto, che per fortuna non ha avuto effetti devastanti. Il materiale che dal cratere è finito in acqua ha provocato un’onda di circa un metro e mezzo. Poche ore prima. invece, un sisma di magnitudo 4.6 era stato registrato in mare dagli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia seguito da uno sciame sismico di minore intensità. Solo paura, nessun ferito. Ma gli effetti della scossa sono tangibili a Lipari dove alcune porzioni di costone sono franati a Valle Muria, Pianogreca e Mendolita-San Nicola, mentre crolli di intonaci si sono verificati nell’ospedale e in alcune abitazioni anche a nell’isola di Vulcano.

Etna e Stromboli, la scoperta sulle eruzioni esplosive

Mentre Etna e Stromboli tornano a ruggire, c’è uno studio che svela che all’origine delle eruzioni esplosive dei due vulcani ci sono nanocristalli fino a 10mila volte più piccoli di un capello umano, che si formano nel magma quando è presente un’elevata quantità di metalli come titanio e ferro. Grazie alla loro presenza il magma diventa più denso e provoca la formazione di bolle: questi elementi favoriscono poi le eruzioni esplosive.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment ed è guidato dall’Italia, con Università di Roma Tre e Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Igag).

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