Ponte sullo stretto, Uggè, "opera indispensabile, occasione per potenziamento del Sud" - QdS

Ponte sullo stretto, Uggè, “opera indispensabile, occasione per potenziamento del Sud”

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Ponte sullo stretto, Uggè, “opera indispensabile, occasione per potenziamento del Sud”

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domenica 01 Agosto 2021

Il presidente di Concommercio-Conftrasporto, in una intervista per Qds, parla della necessità di far viaggiare celermente le merci dalla terraferma all’Isola per incentivare nuovi investimenti al Sud

“Il Ponte sullo Stretto era un’opera cofinanziata a livello europeo, già approvata anche a livello nazionale, ed era parte dei dieci interventi infrastrutturali che il Consiglio europeo aveva ipotizzato e approvato”.

Lo ha detto Paolo Uggè, presidente nazionale di Concommercio-Conftrasporto, appoggiando le dichiarazioni del governatore della Sicilia, Nello Musumeci, sulla necessità di far viaggiare celermente le merci dalla terraferma all’Isola per incentivare nuovi investimenti al Sud.

“La mancata realizzazione del Ponte – ha aggiunto – sarebbe un autogoal incomprensibile, anche perché rischia di lasciare ai margini di uno sviluppo previsto per l’intera area mediterranea una realtà in cui vivono più di cinque milioni di cittadini italiani”.

Sull’argomento abbiamo intervistato lo stesso
Uggè.

Presidente, secondo lei quali dovrebbero
essere i primi passi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto?

“Semplicemente ripartire dalle decisioni già
deliberate e riassegnando l’avvio dei lavori a quella impresa che ha vinto il
bando. E’ tutto pronto”.

Conftrasporto ha in programma iniziative per
supportare la Regione Siciliana per questo importante passo avanti?

“Quello che può fare Conftrasporto, e che ha già fatto, è sostenere con dichiarazioni e comunicati stampa l’utilità dell’infrastruttura, partecipare ad iniziative che abbiano il medesimo obiettivo, offrire la propria copertura politica a iniziative che gli operatori e il popolo siciliano volessero intraprendere per ottenere la realizzazione di un’opera europea necessaria all’economia siciliana, italiana ed europea, non dimentichiamo mai che l’opera fu immaginata da un commissario europeo, Karel Van Miert, portata avanti dalla Loyola De Palacyo, altra commissaria, e sostenuta dall’ex Ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi e dallo stesso Presidente della Commissione Romano Prodi. Stiamo parlando di un periodo che parte dagli anni ’80 del Novecento.

Un’opera riconosciuta essenziale per le reti europee, e inserita, approvata e in parte finanziata, nei 4 corridoi europei che interessano il nostro Paese”.

Oltre al Ponte sullo Stretto, cosa servirebbe
a suo parere alla Sicilia e a tutto il meridione d’Italia per “spiccare il
volo”?

“La risposta è semplice: le infrastrutture, i trasporti e la logistica sono condizioni di sviluppo per l’economia di un Paese.

In Italia e nel Mezzogiorno, in tutti questi anni (e sono tanti) non si sono portati avanti i progetti che erano contenuti nella “Legge Obiettivo”, che avevano come finalità il potenziamento del Sud, che andava e va reso accessibile con un collegamento efficace come quello del Ponte sullo Stretto di Messina.

Attualmente questo collegamento rapido manca, e la conseguenza è che la Sicilia e tutto il Mezzogiorno continuano a rimanere per molti versi isolati.

Solo con la realizzazione di quest’opera il Mezzogiorno potrebbe avere finalmente un’occasione di sviluppo all’altezza delle sue potenzialità, e aprire un fronte occupazionale più ampio grazie all’interscambio anche con la terraferma: se pensiamo alla Sicilia, ad esempio, l’opera consentirebbe a più di 5 milioni di cittadini di essere collegati al resto del Paese anche via terra.

I presupposti per lo sviluppo del Mezzogiorno non mancano, e vanno dall’appeal dei paesaggi costieri a quello delle città d’arte, con il turismo che potrebbe diventare un’ancor più formidabile risorsa, se solo i collegamenti fossero adeguati.

Per non parlare della portualità che, con la realizzazione del Ponte, potrebbe intercettare le merci che transitano nel Mediterraneo, lavorarle e farle giungere nei mercati europei”.  

Roberto Pelos

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