Il legale, un avolese di 67 anni, è stato posto ai domiciliari. Insieme con la compagna del detenuto avrebbe fatto arrivare hashish in cella nascosto in vasetti per uso cosmetico. Altre sei persone sono indagate
Un avvocato di 67 anni, del quale non è stato reso noto il nome, e una donna di 30 sono stati raggiunti da provvedimenti cautelari, eseguiti dalla Guardia di finanza e dalla Polizia penitenziaria: avrebbero consentito a un detenuto del reparto alta sicurezza del carcere Cavadonna di approvvigionarsi, a più riprese, di hashish.
Il legale, di Avola, è stato posto agli arresti domiciliari; alla donna, compagna del detenuto, è stata applicata la misura dell’obbligo di soggiorno.
Altre sei persone sono indagate per l’approvvigionamento della droga. Durante i colloqui in carcere, l’avvocato avrebbe consegnato al suo assistito diversi quantitativi di droga che veniva poi “condivisa” con altri detenuti dello stesso reparto.
I parenti del detenuto, la ex moglie e le figlie di primo letto, procuravano il “fumo” e lo consegnavano all’attuale compagna del recluso, che lo nascondeva in vasetti di crema per uso cosmetico e lo affidava al legale per il recapito in carcere.
Dalle indagini – coordinate dalla procura aretusea – è emerso che il detenuto ha illegalmente avuto in uso telefoni cellulari attraverso i quali chiedeva la droga ai propri familiari.
Le intercettazione telefoniche e i riscontri investigativi hanno consentito di ricostruire, nel periodo tra la fine di novembre dello scorso anno e i primi giorni di febbraio, sei distinte consegne di sostanze stupefacenti eseguite dall’avvocato.
Durante l’indagine sono stati eseguiti due sequestri di droga al detenuto, in dicembre e in febbraio.