SIRACUSA – Anche nella provincia di Siracusa si registra “Un forte interesse da parte della criminalità organizzata per il traffico di stupefacenti e per le attività estorsive”.
È quanto emerge dalla “Relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia” (DIA) per il periodo gennaio-giugno 2019. “Nel territorio siracusano – prosegue la Relazione – si conferma anche la generale tendenza, tipica della Sicilia centro-orientale, alla coesistenza di operatività di diverse organizzazioni mafiose: i Bottaro-Attanasio e i Santa Panagia con i primi che si rapportano stabilmente al clan etneo dei Cappello, mentre i secondi rappresentano un’articolazione della compagine dei Nardo-Aparo-Trigila, a sua volta vicina a Cosa nostra catanese, in particolare alla famiglia dei Santapaola”.
Il territorio provinciale di Siracusa “Appare suddiviso in zone di influenza delle diverse consorterie secondo ripartizioni consolidate. La zona Nord, in particolare i comuni di Lentini, Carlentini, Francofonte ed Augusta, vede la presenza della famiglia Nardo, il cui boss è attualmente detenuto e che è stata raggiunta, nel semestre in esame, da un sequestro di beni a carico di un affiliato. La zona Sud, riferita agli abitati di Noto, Avola, Pachino, Rosolini ed altri, è da tempo sotto il controllo dei Trigila. Infine la zona pedemontana della provincia, ove ricadono i comuni di Floridia, Solarino e Sortino, risente invece dell’influenza criminale degli Aparo”.
Nella frazione aretusea di Cassibile è attivo il sodalizio dei Linguanti, articolazione dei Trigila, mentre il territorio del comune di Pachino vede l’egemonia del clan Giuliano, del quale sono stati accertati radicati legami con i Cappello di Catania. Alcune indagini hanno rivelato il condizionamento delle attività economiche del territorio di Pachino da parte del sodalizio Giuliano, con intimidazioni nei confronti di produttori e commercianti locali.
La criminalità organizzata è anche interessata “All’indebita acquisizione di fondi erogati per lo sviluppo, così come ad orientare la gestione della Pubblica Amministrazione a vantaggio di interessi privati. Tali condotte, tuttavia, non sono sempre ascrivibili a contesti mafiosi. Forme di ingerenza della criminalità organizzata, tali da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’attività, sono però emerse nel corso delle verifiche eseguite, su disposizione del Prefetto, presso gli uffici dell’Amministrazione comunale di Pachino, poi sciolta nel febbraio 2019.
Anche nelle procedure di assegnazione dei cosiddetti “buoni lavoro” è stata riscontrata un’ampia divergenza tra i nominativi presenti nell’elenco consegnato alla Commissione di accesso e quelli ricompresi nelle liste allegate ai provvedimenti che avevano disposto le erogazioni”.
Per quanto riguarda le misure patrimoniali eseguite dalla DIA nel primo semestre del 2019, si evidenzia un sequestro di beni a carico di un soggetto contiguo alla famiglia Nardo e un analogo provvedimento nei confronti di un sodale del clan Bottaro – Attanasio (il primo effettuato ad Augusta il 21 febbraio 2019 per un valore di 300 mila euro ed il secondo a Siracusa il 22 maggio 2019 per 500 mila euro). Infine nel semestre in oggetto, per la provincia di Siracusa, sono state emesse dal Prefetto ben sette informazioni antimafia interdittive riguardanti esercizi di ristorazione ed un allevamento zootecnico.