Spampinato, Cimo Sicilia: “Sistema alla canna del gas, Regioni costrette a soluzioni d’emergenza” - QdS

Spampinato, Cimo Sicilia: “Sistema alla canna del gas, Regioni costrette a soluzioni d’emergenza”

Spampinato, Cimo Sicilia: “Sistema alla canna del gas, Regioni costrette a soluzioni d’emergenza”

Patrizia Penna e Vittorio Sangiorgi  |
giovedì 26 Gennaio 2023

“Spendiamo per ogni cittadino circa 100 € in meno della media europea”

Dall’analisi della Corte dei conti, lo abbiamo visto, emergono dati preoccupanti sul nostro sistema sanitario che devono far riflettere e che impongono l’urgenza un’inversione di rotta ormai non più rinviabile. Per approfondire la questione e per conoscere le possibili soluzioni, il QdS ha interpellato Riccardo Spampinato, presidente regionale della federazione Cimo-Fesmed.

Presidente, la Corte dei conti analizzando la spesa sanitaria nel 2020-21 parla di “investimenti e personale sacrificati” come inizio del declino della sanità italiana. Condivide la lettura della magistratura contabile?
“L’analisi della Corte dei Conti non sorprende certamente chi come noi ha lanciato l’allarme almeno dal 2010 se non prima. Il definanziamento della sanità pubblica è stato costante e inesorabile, con personale sottodimensionato e mal pagato. Questo ha portato molti medici a scegliere negli ultimi anni di aderire alle forme di prepensionamento o alla fuga nel privato. Ci sono poi molti medici che scelgono di andare a lavorare all’estero, in altri Paesi europei dove lo stipendio arriva anche a tre volte quello dei medici pubblici italiani. Se non si inverte prontamente questo trend sarà la fine del sistema sanitario pubblico a esclusivo vantaggio del privato ma solo per chi potrà permetterselo”.

Il ministro Schillaci ha promesso provvedimenti urgenti su questi temi (in particolare sui “medici a gettone”). È stata avviata effettivamente un’interlocuzione?
“Le soluzioni strutturali andavano prese quando i sindacati come Cimo hanno lanciato l’allarme e cioè almeno dieci anni fa. Oggi abbiamo visto che l’aumento delle borse di studio per le scuole di specializzazione non risolvono il problema e così sarà fino a quando ci sarà un numero chiuso alla facoltà di Medicina che ‘crea’ un numero di medici sottostimato rispetto alle reali necessità. Ma anche se facessimo delle modifiche strutturali oggi i risultati si vedrebbero tra 10 anni, mentre la crisi, profonda, è già oggi. Le Regioni quindi stanno procedendo con soluzioni d’emergenza, come il ricorso alle cooperative, ai medici cubani, argentini o albanesi oppure ai medici a gettone. Soluzioni dettate dalla disperazione in un SSN alla canna del gas.

Spendiamo di più rispetto al passato, ma sempre meno di altri paesi: è una buona notizia o non ci deve consolare?
“È una notizia che non ci consola per niente. Inevitabilmente nel triennio 2020–2022, anni della pandemia, la spesa sanitaria è aumentata anche in Italia che tuttavia, secondo un recente rapporto Ocse, rimane ultima nella classifica europea come spesa sanitaria pro capite a parità di potere d’acquisto. La spesa media pro capite europea è di 2.572 € mentre in Italia è pari 2.473 €. Quindi per ogni cittadino spendiamo circa 100€ in meno della media europea. Germania e Francia spendono per la sanità rispettivamente l’11% e il 10% del Pil, mentre l’Italia, nonostante l’incremento degli ultimi anni, continua a spendere l’8,7% del Pil. Significa miliardi di euro in meno destinati alla sanità sia pubblica che privata. C’è da sottolineare che mentre in Italia il 25% circa della spesa complessiva va alla sanità privata, in Germania e Francia la quota destinata al privato è di circa il 10%.Una bella differenza”.

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