Stupefacenti, Catania al centro del traffico internazionale - QdS

Stupefacenti, Catania al centro del traffico internazionale

redazione web

Stupefacenti, Catania al centro del traffico internazionale

venerdì 07 Febbraio 2020

Al termine di un'inchiesta coordinata dalla Dda anche in Colombia, Messico e Spagna, blitz della Guardia di finanza con numerosi arresti e il sequestro di cocaina per venti milioni di euro. La droga, spedita via aereo come se fossero libri, era destinata al nord Europa. La collaborazione internazionale tra forze di polizia

Un’operazione, coordinata dalla Dda di Catania, contro narcotrafficanti che importavano ingenti quantitativi di cocaina nel nostro Paese è stata condotta tra Italia, Spagna, Messico e Colombia.

Sono sette le misure restrittive, un fermo per due indagati e un ordine di arresto internazionale per altri cinque, in corso di esecuzione da parte della Guardia di Finanza del comando Provinciale di Catania, con il supporto e la collaborazione della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico).

Sono state fermate due persone in Italia ed eseguiti, in Spagna, due dei cinque arresti internazionali.

Sono stati sequestrati ben 406 chili di cocaina oggetto anche di una consegna controllata da Bogotá a Catania, dopo una rogatoria della Procura Distrettuale etnea all’autorità della Colombia.

Sequestrata cocaina per venti milioni di euro

E’ stato stimato in venti milioni di euro il valore della cocaina sequestrata a Catania durante un’operazione della Guardia di finanza, con il supporto e la collaborazione della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico), coordinata dalla Dda di Catania, contro narcotrafficanti dalla Colombia.

L’operazione, denominata “Halcon”, ha portato a sette misure restrittive, un fermo per due indagati e un ordine di arresto internazionale per altre cinque persone.

La droga – hanno spiegato gli investigatori durante una conferenza stampa – non era destinata ad essere spacciata in Sicilia ma il capoluogo etneo era stato scelto come base logistica: la cocaina sarebbe stata spacchettata per raggiungere il Nord Italia e l’Europa.

Quasi quattrocento chili di cocaina in aereo come carico di libri

Il carico di cocaina è arrivato a Catania in aereo l’11 gennaio scorso nell’aeroporto Fontanarossa ufficialmente come un carico di libri ed è stato conservato in un locale nel capoluogo etneo in attesa di essere smistato in nord Italia ed in Europa. Gli investigatori non hanno reso noto altri particolari sulle indagini.

L’operazione è stata caratterizzata, tra l’altro, dall’esecuzione di operazioni speciali come consegne controllate e differimento di sequestri e arresti, intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno documentato l’operatività degli indagati tra Catania, Roma, Milano, Genova e Verona.

I Finanzieri del Gico hanno mantenuto con la Polizia nazionale colombiana un costante collegamento investigativo che ha consentito di ricostruire un’intera catena di fornitura della cocaina gestita dal cartello messicano di Sinaloa dalla zona di produzione della Colombia fino a Catania.

Il carico di cocaina che si doveva far arrivare a Catania sarebbe stato concentrato a Bogotá in tre distinte fasi dai narcos messicani, avvalendosi dei due guatemaltechi fermati e di un intermediario, Hernandez.

A Catania, secondo quanto accertato, sono giunti “Tito” e “Felix che, in costante collegamento con il loro capo avrebbero organizzato l’avvio di consegne prova dello stupefacente. Una prima partita di tre chili sarebbe stata spedita dai due a Verona, dove sarebbe stata proposta ad acquirenti italiani. Successivamente sarebbero giunti a Verona dal Messico Chavez, Da Fiume e Garcia Riera.

I tre, destinatari della droga, ad Affi avrebbero incontrato Tito e Felix, ai quali avrebbero dato 35.000 euro in contanti a parziale pagamento della droga, denaro che è stato sequestrato.

Il pagamento sarebbe stato il preludio dell’invio di un quantitativo di cocaina maggiore. Oltre ai 386 chili di cocaina, il gruppo messicano avrebbe organizzato la spedizione di 18 panetti di cocaina, che è giunta nel porto di Vado Ligure (Savona) l’11 novembre del 2019 a bordo di un container carico di frutta imbarcato su una motonave partita dal porto colombiano di Turbo.

Mandato d’arresto per “El flaco” il collettore della droga in Colombia

C’è anche il messicano Jose Angel Rivera Zazueta, di 33 anni, noto con il nome di “El flaco”, considerato dagli investigatori un collettore di sostanze stupefacenti in Colombia per poi smistarla all’estero tra i destinatari di un mandato di arresto europeo nell’ambito dell’operazione che ha permesso alla Guardia di finanza di sequestrare un carico di 386 chilogrammi di di cocaina giunta a Catania in aereo.

Gli investigatori hanno sottolineato come l’Italia sia stata la prima nazione a raccogliere elementi di prova utili a poter emettere il provvedimento nei suoi confronti.

L’uomo è ritenuto molto vicino al capo cartello di Sinaloa ed operante su tutto il territorio mondiale.

Le altre due persone, non rintracciate in Europa, nei confronti delle quali è stato emesso un mandato di arresto internazionale sono Luis Fernando Morales, Hernandez, di 33 anni, anch’egli guatemalteco, e il messicano Salvador Ascencio Chavez, di 53 anni.

Altre due persone, Mauro Da Fiume, un italiano di 46 anni nativo di Sanremo ed emigrato in Spagna, e Sergio Garcia Riera, uno spagnolo di 42, sono state arrestate dalla polizia spagnola.

I fermati sono due guatemaltechi considerati diretta diramazione del cartello messicano di Sinaloa: Daniel Esteban Ortega Ubeda, detto ‘Tito’, di 35 anni, e Felix Ruben Villagran Lopez, detto ‘Felix’, di 48.

I due, fermati ad Affi (Verona), nei pressi del lago di Garda, sarebbero stati chiamati a eseguire in Italia gli ordini impartiti da Jose Angel Rivera Zazueta.

La Polizia della Colombia aperta alla collaborazione

La Colombia è “aperta alla collaborazione internazionale” contro il narcotraffico e la polizia colombiana è “disposta a collaborare per poter ottenere tanti successi come questo”.

Per le autorità del Paese sudamericano “è importante continuare e portare fino alle ultime conseguenze questa operazione perché c’è ancora lavoro da fare”.

Lo hanno sottolineato esponenti della polizia colombiana intervenuti in videoconferenza, insieme con i colleghi spagnoli, alla conferenza stampa.

Le autorità colombiane si sono dette “liete di aver partecipato all’operazione” e sottolineato come l’intervento delle autorità italiane e spagnole si stato “fondamentale”.

“E’ stata un’operazione molto difficile e c’è voluto tanto tempo – hanno detto – ma grazie agli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione è stata possibile”.

“Siamo consapevoli – hanno aggiunto – che nel nostro territorio ci sono i laboratori e sappiamo che dalla Colombia arriva droga che copre il mercato internazionale e influisce anche sulla nostra economia. Grazie alla collaborazione internazionale si riescono ad avere piccoli ma molto importanti successi anche a livello internazionale”.

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