“Sud, fondi Ue per emergenza”, polemica su proposta Provenzano - QdS

“Sud, fondi Ue per emergenza”, polemica su proposta Provenzano

Raffaella Pessina

“Sud, fondi Ue per emergenza”, polemica su proposta Provenzano

giovedì 26 Marzo 2020

M5s: “Scippo per la Sicilia, proposta inaccettabile”, anche gli alleati di governo insorgono. Romanio (Eurispes): “Su liquidità intervengano piuttosto banche e fisco. Servono interventi adeguati su tasse ed agevolazioni”

PALERMO – Non è piaciuta al Movimento Cinquestelle l’idea del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano di riprogrammare i fondi europei per reperire risorse e parla di proposta irricevibile.
Il deputato regionale pentastellato Luigi Sunseri tuona contro il ministro definendolo un “ministro del Nord, altro che per il Sud”. “Non capisco- si chiede Sunseri – Provenzano è ancora il ministro per il Sud? Come può chiedere di attingere ai fondi europei delle regioni del Mezzogiorno, e in particolar modo della Sicilia, per finanziare gli interventi dell’emergenza in corso?”.
Sunseri ha detto che la proposta del ministro di riprogrammare i fondi europei (Por e Pon) non spesi è “inaccettabile, un vero scippo alla Sicilia, un’iniziativa che potrebbe costare cara a tutto il Sud”, e propone una ricetta diversa. “la Sicilia ha estremo bisogno di investimenti pubblici, la Regione Siciliana si deve attivare per riprogrammare e spendere il prima possibile le risorse, perché domani è già tardi”.
Ma il deputato regionale non si è fermato alle dichiarazioni, ha scritto una lettera proprio a Provenzano “per fargli meglio comprendere la situazione della Sicilia nella gestione dei fondi comunitari. La Commissione europea, nelle sue ultime note, è chiarissima: si possono già riprogrammare le risorse, assegnate e non spese, reindirizzandole verso gli investimenti necessari al sistema sanitario, alla piccola imprenditoria, e al sociale, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Questa riprogrammazione la può fare l’amministrazione titolare del piano, e nel nostro caso è la Regione, re-impiegando le risorse nel territorio regionale e quindi non snaturando la natura stessa dei Por”.
Sunseri afferma che la Commissione europea ha già concesso all’Italia “di rimodulare con procedure straordinarie la spesa dei fondi europei e di utilizzare queste ingenti somme nei confronti di imprese, lavoro, comuni e salute e non comprende come la Regione potrebbe rinunciare alla possibilità di spendere le risorse stanziate da qui al 2023 per l’emergenza sanitaria e per le imprese siciliane”.
Scendendo nel dettaglio Sunseri spiega che i vari obiettivi (Ricerca e Sviluppo, Inclusione sociale e Competitività di piccole e medie imprese) possono destinare in deroga le proprie somme ad investimenti nella sanità.”Diamo soldi per investimenti ai Comuni per far ripartire l’economia locale – ha aggiunto – aiutiamo le aziende a rilanciarsi. Non togliamo risorse alla Sicilia con la promessa di ridarle nella prossima programmazione. Non siamo nelle condizioni di poter attendere”.

Sulla stessa linea Saverio Romano, Presidente Osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes. “Il tentativo del Governo nazionale di utilizzare anche i fondi comunitari delle regioni del Sud, ossia le risorse destinate dall’Unione europea per progetti strutturali e non ancora impiegate, è da stigmatizzare fortemente”. Romano ritiene fuori discussione la necessità di reperire liquidità a sostegno dell’occupazione, delle categorie produttive, delle imprese, delle famiglie e del sistema Paese, ma ritiene illogico privare il Meridione dell’unica opportunità per risollevarsi dalla crisi finanziaria che poi verrà aggravata dalla pandemia. Romano è critico sulla ipotesi di rimodulare i fondi strutturali regionali per sovvenzionare la crisi odierna. “Significa condannare il Mezzogiorno e in modo inevitabile al sottosviluppo, alla marginalità e alla povertà per i prossimi decenni. Servono provvedimenti adeguati su tasse e agevolazioni, risposte in tempi brevi e tangibili sul credito al sistema imprenditoriale e soluzioni che diano ristoro alle categorie più esposte come quella delle partite Iva, dei liberi professionisti, degli imprenditori, del commercio, della piccola e media impresa, del terziario. Sono quei soggetti che, con il blocco economico, dovranno sopportare i maggiori oneri, in special modo se operano al Sud’.

Raffaella Pessina

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