ROMA – Una ‘scorciatoia’ del sistema immunitario per rifornire più rapidamente l’organismo delle difese necessarie (le cellule natural killer) a contrastare virus e altri agenti patogeni. Sono le nuove cellule staminali super-efficienti scoperte dai ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e dell’università di Genova con la collaborazione di altri centri italiani. Lo studio ha coinvolto bambini e adulti affetti da Hiv, epatite C e infezione da citomegalovirus. I risultati della ricerca, finanziata principalmente da Airc, sono pubblicati sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. Allo studio hanno collaborato anche l’ospedale Pediatrico Istituto Gaslini, l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, l’università di Torino, l’ospedale Sanremo e l’ospedale Policlinico San Martino.
“La scoperta di staminali così efficaci nelle difese contro i virus, ma anche molto efficaci contro i tumori, apre la strada alla definizione di strategie terapeutiche per sfruttarle al meglio”, sottolinea Lorenzo Moretta, responsabile dell’Area di Ricerca di Immunologia del Bambino Gesù. “Immaginiamo, ad esempio – continua – farmaci in grado di rafforzarle ulteriormente o in grado di indurne una estesa proliferazione direttamente nei pazienti o in laboratorio, seguita da infusione nei pazienti stessi”.
Indagini ancora del tutto preliminari “hanno individuato numeri particolarmente elevati delle nuove cellule staminali anche in pazienti con Covid-19”, spiega Andrea De Maria del Dipartimento di Scienze della Salute dell’università di Genova. “Questi dati – aggiunge – potrebbero offrire nuovi spunti per comprendere meglio la grave malattia innescata dal virus Sars-Cov-2 (ad esempio studiando lepossibili correlazioni tra la frequenza delle nuove staminali e l’evoluzione del Covid-19) e per disegnare nuovi interventi terapeutici efficaci”.
Nel dettaglio dello studio appena pubblicato, le indagini di laboratorio sui campioni di sangue dei pazienti arruolati hanno portato alla scoperta di due nuovi tipi di staminali, individuate grazie a particolari caratteristiche (marcatori) della loro superficie cellulare. Nel primo tipo sono presenti tre proteine: la proteina Cd34 che permette di identificare tutte le cellule staminali del sangue e le proteine Dnam-1 e Cxcr4 che controllano l’attivazione e la migrazione delle cellule. Il secondo tipo, invece, è sprovvisto della proteina Cd34 (perciò difficilmente riconoscibile come staminale), ma per una peculiare combinazione di molecole sulla superficie cellulare si è rivelato in grado di dare origine a cellule Nk mature.
“Le cellule staminali identificate per la prima volta con la nostra ricerca sono state rintracciate in grandi quantità nel sangue di pazienti con infezioni virali. Rappresentano, quindi, una sorta di scorciatoia utilizzata dal sistema immunitario per generare rapidamente Nk quando c’è bisogno di nuove armi contro i patogeni”, spiegano Moretta e De Maria “Una volta isolate e coltivate in laboratorio, le nuove staminali si moltiplicano e, in circa 3 settimane, danno origine a cellule Nk mature, dotate di una spiccata capacità di uccidere le cellule tumorali e pronte a combattere i virus, soprattutto il citomegalovirus”, concludono.