Sviluppo, domani Giuseppe Provenzano in videoconferenza - QdS

Sviluppo, domani Giuseppe Provenzano in videoconferenza

redazione web

Sviluppo, domani Giuseppe Provenzano in videoconferenza

lunedì 23 Novembre 2020

Il Ministro per il Sud collegato da Palermo per un progetto educativo antimafia con Antonio La Spina, organizzato dall'Istituto Pio La Torre. E dedicato all'individuazione di un nuovo modello sostenibile che possa cancellare le disuguaglianze, soprattutto al Sud

“Un nuovo modello di sviluppo sostenibile in Italia per cancellare disuguaglianza, povertà e assicurare pace, lavoro, progresso”.

E’ questo il tema della seconda videoconferenza del progetto educativo antimafia promosso dal centro studi Pio La Torre di Palermo, in programma domani dalle nove alle undici e trenta.

A discuterne saranno Antonio La Spina, sociologo e docente alla Luiss e il ministro per il Sud e la coesione sociale Giuseppe Provenzano, moderati da Franco Garufi, del centro Pio La Torre.

L’iniziativa, a causa delle restrizioni sul numero dei partecipanti imposte dalle norme anti-coronavirus, sarà trasmessa in video dalla sede del centro Pio La Torre – dove l’ingresso sarà consentito soltanto ai relatori e allo staff del Pio La Torre – e visibile sulla homepage del sito www.piolatorre.it.

“La pandemia – ha spiegato il presidente del Centro Vito Lo Monaco – sta esasperando le disuguaglianze sociali. Solo in Sicilia il Pil ha perso otto punti percentuali, con una crisi che sta avvantaggiando le mafie, che invece dispongono di enormi risorse finanziarie. I nodi strutturali che dividono un Paese come il nostro esigono una classe dirigente in grado di programmare il futuro delle nuove generazioni, e non invischiata in un conflitto permanente per tentare di risalire nel sondaggio settimanale”.

Gli studenti delle scuole e delle carceri che hanno aderito al progetto antimafia faranno pervenire le loro domande in diretta streaming, seguendo l’incontro sul sito dell’associazione e sul portale “Ansa Legalità&Scuola”.

La precedente videoconferenza è stata seguita da oltre cento scuole, tra cui quelle di dodici case circondariali dal Nord al Sud d’Italia.

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