Tante emergenze da risolvere ma l’Ars sembra indifferente - QdS

Tante emergenze da risolvere ma l’Ars sembra indifferente

Raffaella Pessina

Tante emergenze da risolvere ma l’Ars sembra indifferente

giovedì 29 Agosto 2019

Bilanci e riforme: in Sicilia serve cambiare passo. Ma il Governo da solo non basta. E l'Assemblea regionale è in vacanza fino al 12 settembre. Una pausa non gradita alle opposizioni perché ha bloccato la sessione di bilancio.

PALERMO – Restano ancora molti giorni prima che la politica isolana, e in particolare i lavori dell’Assemblea regionale siciliana, riprendano a pieno ritmo. A differenza di quanto sta accadendo a livello nazionale, dove la crisi di Governo ha monopolizzato questo mese di agosto, a Palermo la prima seduta d’Aula è prevista per martedì 12 settembre, dopo un mese di “ferie” stabilite dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.

Una pausa che non tutti hanno gradito, soprattutto le opposizioni, perché si è interrotta a metà la sessione di bilancio. Una situazione particolare perché, per approvare il bilancio e la finanziaria nei tempi previsti, entro il mese di aprile, sono stati stralciati diversi articoli giudicati “problematici” vuoi perché legati a riforme importanti o stabilizzazioni che impegnano molti soldi o perché non condivise dalla maggioranza nella sua interezza. Di conseguenza l’Ars si è chiusa con la sessione di bilancio rimasta in sospeso.

Va da sé che alla riapertura si dovrà riprendere da dove sono stati lasciati i lavori e fino a che i nodi non verranno sciolti, non si potrà affrontare l’esame di altri disegni di legge, in base a quanto richiesto dal regolamento interno. La conseguenza è che i lavori parlamentari sono in sessione di bilancio dal mese di marzo e lo saranno, se tutto va bene, per tutto il mese di settembre.

Poi, entro la fine dell’anno, andrà approvato il nuovo Bilancio, con la conseguenza che tutto l’anno 2019 sarà verosimilmente impegnato per documenti economici di varia natura, quasi snaturando la funzione legislativa del Parlamento.

Certamente la crisi nazionale non ha aiutato, poiché tutti i partiti in Sicilia sono rimasti in attesa degli sviluppi e perché i partiti che adesso sono all’opposizione all’Ars, si potrebbero trovare a governare a Roma e la compagine del presidente della Regione Nello Musumeci essere invece all’opposizione nella Capitale. Il governatore ha chiesto in ogni caso di restare fuori da tali questioni: “Il lavoro e il Mezzogiorno – ha sottolineato qualche giorno fa – dovranno essere, per chiunque si voglia cimentare nella guida del Paese, due priorità. In caso contrario, è meglio evitare di venire a chiedere i voti al Sud”.

Ben diverso il discorso tra Governo e Assemblea in Sicilia: mentre infatti il Palazzo dei Normanni resterà chiuso fino a settembre inoltrato, il Governo ha continuato a lavorare, anche perché ha dovuto far fronte alle emergenze incendi che in questi ultimi giorni di caldo infernale hanno bruciato la Sicilia (la magistratura sta accertando se si sia trattato di incendi dolosi, nda). Una situazione, quella con il Governo al lavoro e i parlamentari regionali siciliani in vacanza, che Musumeci ha voluto comunque far presenta proprio quanto Palazzo d’Orleans ha chiuso i battenti a inizio agosto. “Beato – ha scritto il governatore in una nota – chi va in vacanza. Il Governo della Regione, invece, continua nel suo lavoro”.

Di certo restano ancora molte emergenze da risolvere, a cominciare dalla gestione dei rifiuti, con una riforma mai andata a buon fine.

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