TAORMINA – Clamoroso dietrofront del Comune di Taormina sul progetto della nuova stazione ferroviaria prevista nell’ambito del mega cantiere di Rfi per il raddoppio ferroviario Messina Giampilieri-Fiumefreddo.
Il Consiglio comunale ha revocato infatti, con voto unanime, la delibera con la quale la stessa assemblea aveva dato il placet all’opera nel 2021 (delib. n. 21/2021). “Taormina non ha bisogno di questo e non può pagare un prezzo così alto per dei lavori che provocheranno danni irreversibili alla nostra comunità”, ha detto in aula il sindaco, Cateno De Luca. L’amministrazione comunale ha voluto in particolare, contrastare la parte di progetto che prevede la pedonalizzazione della stazione ferroviaria, prevista nell’attuale area di sosta La Madonnina, attraverso la collocazione di 16 ascensori, 12 scale mobili e due tappeti mobili per far arrivare il viaggiatore fino al piazzale antistante il parcheggio Lumbi, con le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e i costi delle utenze a carico del Comune.
Un fulmine a ciel sereno nell’ambito dei lavori della Giampilieri-Fiumefreddo aperti già da un anno. Un nuovo sistema di mobilità su rotaie che vede la città di Taormina al centro di un rinnovato dinamismo, per certi versi rivoluzionario per l’intera fascia ionica. Ma cosa prevede effettivamente il progetto? La nuova tratta ferroviaria partirà da Letojanni – dove c’è già al lavoro uno dei cantieri preliminari – per salire su fino a Taormina, raggiungere la nuova stazione sotto il Lumbi, ovvero nei pressi del parcheggio Madonnina, e poi riscendere a valle verso Trappitello, attraverso una serie di gallerie, collegarsi con lo scalo Alcantara, e proseguire infine verso Fiumefreddo dove incontrerà il doppio binario già esistente fino a Catania.
Operativo anche l’altro cantiere in contrada feo coniglio a Trappitello, dove si continua senza sosta a scavare per creare i presupposti della nuova stazione Taormina Alcantara. Un lotto, quello tra Letojanni e Fiumefreddo, del valore di 640 milioni di euro, che si innalzano a 1 miliardo considerando l’investimento totale del progetto.
Eppure, arrivati a questo punto, Palazzo dei Giurati ha ritenuto opportuno aprire lo scontro con Rfi, senza sapere quanto valore possa avere adesso la revoca della convenzione a cantieri già avviati. Tra l’altro proprio in questi giorni, il Comune ha dovuto disporre con un ordinanza della Polizia locale, il senso unico di marcia lungo la via Garipoli, a partire dal prossimo 8 di gennaio e fino a conclusione dei lavori.
La richiesta era arrivata direttamente da Rfi lo scorso novembre, e si è ritenuto intanto opportuno prenderla in considerazione perché legata ai lavori di consolidamento e messa in sicurezza del costone roccioso che sovrasta la strada, in particolare laddove già un evento franoso nell’autunno di due anni fa, aveva portato alla chiusura straordinaria dell’arteria.
Massima allerta dunque, nel fare questi lavori. Ma l’amministrazione comunale, come detto, non ci sta, e propone a Rfi di rinegoziare alcuni punti della convenzione. In particolare, viene chiesta chiarezza per le attività previste sulla via Garipoli, per il trasferimento della stazione di trasferenza dei rifiuti, per la necessità di consolidare come detto, il versante sopra la galleria paramassi Sant’Antonio, e non bloccare la via di accesso a Taormina, e soprattutto per l’assenza di viabilità alternativa a Trappitello, dove la via Francavilla è già in tilt con il carico di mezzi in ingresso e uscita dal cantiere della nuova stazione Alcantara.
Uno stop inaspettato quindi, che comunque vada non dovrà andare a discapito della nostra comunià. Ci vorranno almeno sette anni per il totale compimento di questi lavori, ma una volta ultimati la mobilità del comprensorio compirà passi da gigante, soprattutto perché ci vorranno soltanto 30 minuti di treno tra Taormina e Catania, e da lì poi raggiungere l’aeroporto di Fontanarossa, rendendo più facile lo spostamento dei turisti.