Termini Imerese: 1 maggio senza festa Gli operai ancora in attesa di risposte - QdS

Termini Imerese: 1 maggio senza festa Gli operai ancora in attesa di risposte

redazione

Termini Imerese: 1 maggio senza festa Gli operai ancora in attesa di risposte

mercoledì 01 Maggio 2019

TERMINI IMERESE (PA) – Per l’ottavo anno consecutivo è un primo maggio senza festa per gli operai della Blutec, che si ritroveranno oggi davanti ai cancelli della fabbrica proprio nella giornata simbolo del lavoro per rilanciare, ancora una volta, la necessità di trovare una soluzione all’annosa vertenza.

La manifestazione, organizzata da Fim Fiom e Uilm, si terrà nel viale che fino a sette anni fa portava il nome dell’avvocato Gianni Agnelli, ma dal 2013 è intitolato al “Primo maggio”. Il raduno è fissato per le 9,30 e si concluderà con l’intervento di Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom.

Dopo la conferma del sequestro della società da parte del Tribunale di Torino – nell’ambito dell’indagine per malversazione ai danni dello Stato trasferita da Termini Imerese al capoluogo piemontese, che indaga i vertici di Blutec con l’accusa di avere distratto 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici concessi attraverso Invitalia – Fim Fiom e Uilm hanno sollecitato il commissario, Giuseppe Glorioso, ad accelerare il processo di reindustrializzazione.

“Il commissario – ha affermato il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone – può superare le difficoltà e aiutare il percorso di rilancio dell’area industriale. C’è un problema di tempi, il 30 giugno scade la cassa integrazione e in fabbrica gran parte del lavoro, che ha impegnato 130 operai, è fermo. Chiediamo al commissario di accelerare il confronto con il ministero dello Sviluppo, con la Regione e con Fca per creare le condizioni necessarie a far rientrare al lavoro mille persone che aspettano ormai da troppi anni”.

Per la Fiom, “se Fca non è interessata al rilancio, allora il ministro Luigi Di Maio, che si è impegnato in prima persona venendo più volte a Termini Imerese, e il governatore Nello Musumeci collaborino per trovare una soluzione alternativa che dia finalmente un futuro ai mille lavoratori diretti e dell’indotto e alle loro famiglie”.

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