“Terremoto Arquata, noi abbandonati Soldi per ricostruire solo sulla carta” - QdS

“Terremoto Arquata, noi abbandonati Soldi per ricostruire solo sulla carta”

redazione

“Terremoto Arquata, noi abbandonati Soldi per ricostruire solo sulla carta”

sabato 11 Gennaio 2020

Parla il sindaco del paesino in provincia di Ascoli Piceno raso al suolo dal sisma del 2016. Ancora 100mila tonnellate di macerie da portare via, lavori bloccati

ARQUATA DEL TRONTO (AP) – “Ci sono ancora oltre 100mila tonnellate di macerie da portare via. Ma i lavori sono bloccati da prima di Natale: il commissario che cerco di contattare da giorni non risponde. I soldi assegnati per la ricostruzione sono solo sulla carta. E poi come facciamo a ripartire se una pratica deve passare per almeno 22 uffici diversi?”

È amareggiato il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci. Come lo sono, a suo dire, gli abitanti del paesino in provincia di Ascoli Piceno raso al suolo dal sisma che tre anni mezzo fa ha colpito il Centro Italia. Le ruspe hanno portato via già 310mila tonnellate di detriti e finora gli unici interventi realizzati nel suo territorio sono le casette, le Sae, che hanno permesso a circa la metà della popolazione di Arquata (600 anime su 1.200 che ne erano) di tornare a vivere in paese.

“Gli unici finanziamenti che è possibile investire oggi sono frutto di donazioni, quelli statali sono bloccati”, spiega il sindaco di Arquata che interviene sull’inchiesta pubblicata da ‘Il Tempo’ che fa il punto sugli interventi post terremoto e i soldi spesi finora.

Petrucci lamenta i ritardi e la troppa burocrazia: “Il 15 gennaio i sindaci del ‘cratere’ saranno a Roma. Una mobilitazione, coordinata dall’Anci, perché le nostre istanze siano ascoltate per l’ennesima volta. Perché la ricostruzione parta sul serio”.

Qui 28 chiese sono venute giù, alla Rocca ancora non si può accedere, gravissimi i danni delle case che hanno resistito. Infrastrutture? La Salaria è ridotta male. Le attività commerciali più grandi – evidenziail sindaco fotografando il quadro della situazione attuale – delocalizzate, le più piccole hanno tentato di ricominciare ma la popolazione non c’è! Duecentodieci le casette realizzate, altri arquatani vivono in maniera autonoma in città. Ma se si va avanti di questo passo, mi domando, quanti ne torneranno? I cittadini si sentono abbandonati: i giovani se possono se ne vanno, i più anziani sono rassegnati. La sensazione è quella di sopravvivere, non di vivere. Insomma, un disastro, non si può andare avanti così. C’è bisogno di accelerare gli interventi”.

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